La Fondazione Civicum, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ogni anno realizza uno studio comparativo sui rendiconti dei grandi Comuni italiani. Il rapporto esamina i dati di bilancio di 23 Comuni (9 di dimensione inferiore a 150.000 abitanti, 8 con popolazione compresa fra 150.000 e 600.000 persone e 6 con più di 600.000 cittadini residenti). Lo scopo della ricerca è aiutare i cittadini a comprendere e valutare le scelte della propria amministrazione. Il finanziamento di un Comune, come ci spiega Marika Arena che ha condotto e presentato lo studio durante il convegno organizzato al terzo piano di Palazzo Vecchio, è composto da tre voci: entrate tributarie, entrate dovute ai trasferimenti da altri livelli di governo quali Stato o Regione e le entrate legate ai beni e servizi offerti dall'Ente. Per le entrate correnti: - l'imposizione fiscale determinata dal Comune di Firenze è superiore alla media nazionale (526 euro per abitante contro i 442 della media) - i trasferimenti dallo stato sono nella media (585 euro per abitante, la media è a 591) - le entrate extra tributarie sono pari a 515 euro per abitante Rispetto al 2007, sul 2008 si riscontra - affermano i dati presentati - una riduzione delle imposte ed un incremento dei trasferimenti ed una leggera flessione delle entrate extra tributarie.
La riduzione delle imposte è interessata dal parametro ICI e ad essa è attribuibile la sensibile variazione. Sulle entrate in conto capitale si trova invece che: - i trasferimenti da parte dello Stato sono i più alti in assoluto, passati da circa un euro a 470 euro per abitante. Incidono su questo le opere messe in cantiere nell'area fiorentina. Ridotti invece quelli provenienti dalla Regione - le alienazioni sono poco più della metà rispetto alla media, si ricavano 33 euro per abitante rispetto ai 53 di media. Sul piano delle spese, il Comune fiorentino, vede livelli elevati su tre direttrici principali di uscita: Istruzione, Viabilità e Polizia Locale, che incidono rispettivamente per il 14%, il 10% e l'8% della spesa corrente.
Tutti dati superiori alle rispettive medie nazionali. Il Sociale incide per il 13%, Territorio ed Ambiente per il 18%. A Firenze si spende di più per lo smaltimento dei rifiuti tra i Comuni italiani. Gli investimenti in questo settore sono elevati e sono la seconda voce di investimento, nonostante questo sono inferiori alla media nazionale. Per la gestione di Musei, Biblioteche e Teatri Firenze spende di più rispetto agli altri comuni italiani. Gli investimenti nello stesso campo sono i più bassi d'Italia. Gli investimenti sulla cultura assorbono meno dell'1% del totale delle spese in conto capitale. Per le spese di auto-amministrazione, ovvero per la gestione della macchina amministrativa Firenze è superiore alla media, una spesa che incide per il 22% sul bilancio e gli investimenti sono pari ad un terzo rispetto alle altre Amministrazioni. Daniele Locchi di Confcommercio commenta così i dati emersi: "Credo sia intelligente questo modo di operare, prendere i dati pubblici, rielaborarli, renderli chiari e comprensibili per poi ripresentarli all'Amministrazione stessa con le dovute riflessioni.
Ritengo oneroso, per non dire eccessivo - prosegue Locchi - che vi siano voci di spesa così alte su Smaltimento rifiuti e Polizia Municipale, tanto più che la percezione comune è diversa da quanto emerge da questo bilancio, che se preso alla lettera definirebbe una città super controllata, piena di vigili urbani e pulitissima. Se vi fosse un riscontro tangibile - conclude il rappresentante di categoria - dei servizi resi alla cittadinanza, se il cittadino fosse soddisfatto, vi porto l'esempio del customer satisfaction, probabilmente la spesa verrebbe giustificata ed affrontata con partecipato sacrificio, ma così non è" Interviene anche Gianna Scatizzi di Confartigianato rincarando la dose sulla Polizia Municipale, indicando l'assenza dei benefici che dovrebbero conseguire dai costi, e soffermandosi inoltre sull'aspetto degli investimenti sulla cultura: "Scarsi, irrisori, per una città - commenta Scatizzi - che continua a vivere del proprio passato, come se tutto fosse dovuto, una rendita che non facciamo fruttare e sulla quale non investiamo per migliorare l'accoglienza ed incrementare il valore turistico di Firenze" Per Confindustria "Siamo una delle città più costose - dice Caracciolo - ammettiamolo, abbiamo spese correnti elevate che andrebbero riviste valutando punto per punto l'efficacia delle stesse, ed investiamo solo sui trasferimenti che ci arrivano da stato e Regione, così facendo rischiamo di restare ampiamente fuori dal dibattito sul federalismo fiscale che rischia di coglierci impreparati. Ha commentato i dati emersi anche l'Assessore comunale Rosa Maria Di Giorgi: «per l’istruzione la spesa a Firenze è decisamente superiore alla media nazionale.
Questa funzione assorbe circa il 14% della spesa corrente: spendendo 215 euro per abitante, Firenze è il primo Comune italiano. Il Comune spende più del doppio degli altri per assistenza, trasporto e refezione scolastica». Anche per quanto riguarda gli investimenti «il Comune di Firenze investe in istruzione più della media nazionale». Quanto agli asili nido nel rapporto si rileva che «il 35% della spesa sociale è dedicato agli asili nido, per i quali la spesa procapite è pari a 100 euro per abitante rispetto ad un dato medio nazionale di 65 euro ad abitante».
«I contributi statali sono progressivamente diminuiti nel corso degli anni – ha ricordato l’assessore all’educazione – eppure l’amministrazione comunale, sia pure con grandi sforzi, è riuscita ad innalzare l’offerta dei servizi ai cittadini. La crescita di Firenze è sempre più ancorata alle risorse che la città ha saputo attivare da sola, finanziando l’incremento della quantità e qualità dei servizi, soprattutto nel campo educativo». di Antonio Lenoci