Sull’istituzione in Toscana di un Centro di Identificazione ed Espulsione per gli immigrati clandestini e la revisione della legge regionale n. 29/2009 l’Assemblea ha prima respinto la mozione del centrodestra a firma dei capigruppo Alberto Magnolfi (PdL), Giuseppe Del Carlo (Udc) ed Antonio Gambetta Vianna (LNT) e poi approvato quella presentata dalla maggioranza, primo firmatario Vittorio Bugli (Pd). Il dibattito sull’argomento è iniziato sulla base dell’interrogazione dei consiglieri Magnolfi, Del Carlo, Gambetta Vianna e Nascosti, alla quale ha risposto l’assessore al Welfare, Salvatore Allocca.
Nell’interrogazione si evidenziava sia la forte presenza di immigrazione clandestina in alcune aree urbane, sia l’alta percentuale di criminalità causata da essa, invitando la Regione ad agevolare il necessario contrasto dell’illegalità anche economica attivandosi in sintonia con il Governo all’individuazione delle aree più idonee alla realizzazione di un CIE. “L’istituzione dei CIE è competenza esclusiva dello Stato – ha detto Allocca - come ha confermato con apposita sentenza anche la Corte Costituzionle.
La Regione – ha detto l’assessore -, richiamato quanto affermato sul tema in campagna elettorale e nelle linee di indirizzo programmatiche approvate dal Consiglio regionale, non intende sottrarsi al confronto leale con tutti gli altri livelli istituzionali locali e nazionali ove il Governo, nell’ambito delle sue prerogative, promuova l’istituzione di un Centro di Identificazione ed Espulsione nel territorio regionale”. L’assessore al Welfare ha spiegato che la legge sul pacchetto sicurezza nel prevedere il reato di ‘ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato’ ha dilatato il tempo massimo di trattenimento degli immigrati nei CIE, ma che la legge nazionale non prevede l’obbligo di creare i CIE in ogni Regione, la cui individuazione avviene con decreto del Ministro dell’Interno. “Una politica che intenda contenere l’immigrazione irregolare – ha continuato Allocca - richiede lo sviluppo di una pluralità di interventi quindi serve una revisione della norma, che disciplini in modo adeguato i flussi di ingresso degli stranieri che vogliono lavorare in Italia, oltre a favorire una prevenzione nei paesi di origine dell’immigrazione irregolare”. “Per questo l’interrogazione è impropria.
Inoltre – ha concluso l’assessore - la legge toscana 29/2009 non estende in alcun modo i ‘diritti dei cittadini toscani ai cittadini stranieri irregolari come evidenziato dagli interroganti, ma garantisce solo i diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione”. Per il presidente del Gruppo Pdl, Alberto Magnolfi, la risposta non è convincente. “Su questa decisione – ha detto - non si tratta di dividere le posizioni tra buoni e cattivi ed accusare di razzismo chi vuole applicare la norma sulla sicurezza.
La Regione ha ripetutamente espresso contrarietà di principio ideologico, che oggettivamente ha ritardato la decisione di un CIE in Toscana. Che ci sia bisogno di sicurezza – ha concluso Magnolfi - è una realtà davanti agli occhi di tutti e la responsabilità della Regione è grave, perché non riconosce che bisogna intervenire. La mozione della maggioranza è un altro rinvio". Per il consigliere Fabrizio Mattei (Pd): “Maroni non decide e si è preso tutto il 2010 per assumere una posizione, rinviando anche il confronto con la Regione, mentre gli esponenti del centrodestra non sono d’accordo tra loro sulla localizzazione del Centro, facendo le ipotesi più varie”. Gli ha risposto per il Pdl il conigliere Nicola Nascosti: “Auspico che Maroni acceleri, ma la legge Bossi-Fini va riconosciuto che comincia a funzionare dopo che il problema è stato per anni sottovalutato dal centrosinistra.
La maggioranza chiede un nuovo modello di accoglienza, ma in provincia di Firenze quell’esperienza è stata fallimentare”. Il capogruppo Udc, Giuseppe Del Carlo, ha detto: “La mozione della maggioranza è di compromesso, perché si dice di voler fare dei piccoli CIE che non risolveranno il problema. I toscani sono sensibili sia all’acogliena che alla legalità ed alla sicurezza. Noi vogliamo che i CIE siano rispettosi dei diritti umani ed internazionali e che non creino situazioni di detenzione amministrativa, per questo è giusto che il ministro Maroni formalizzi la richiesta alla Regione”.
Alessia Ballini (Pd) ha ricordato che la mozione di maggioranza è coerente con ciò che è stato finora elaborato ed espresso dal centrosinistra e si basa su ciò che è stato visto nei CIE già realizzati. In essi lo Stato non è riuscito a garantire né la sicurezza interna, né i diriti umani fondamentali, né il rispetto dei trattati internazionali, come testimoniano importantissime organizzazioni ed anche organismi delle Nazioni Unite. Noi non dividiamo tra buoni e cattivi, la differenza è più di natura culturale”.
Per Italia dei Valori Maria Luisa Chincarini ha ricordato che nel 1992 a Milano hanno chiuso lo zoo perché in quel modo non si possono tenere neppure gli animali. “Poi è stato riaperto per i clandestini, perfino minori, senza che abbiano commesso nessun reato se non quello di clandestinità. Nei CIE – ha detto - le condizioni di vita sono sotto gli standard minimi, con condizioni igienico-sanitarie insufficienti, con enorme sovraffollamento, senza assistenza legale anche per mancanza cronica di intepreti.
Inoltre, creano un’eccessiva burocratizzazione per evitare i controlli esterni”. La capogruppo Monica Sgherri (Federazione della Sinistra e dei Verdi) ha posto il problema di una discussione troppo idelogica, che dovrebbe inceve partire da un’analisi obiettiva e condivisa su cosa sono i CIE e su come hanno risposto alle finalità della legge. “E’ improprio dire che essi servono alla sicurezza del territorio, non c’è ‘filiera corta’, perché il CIE detiene persone da fuori, quasi sempre fermate al Sud.
Senza politica di accoglienza – ha detto Monica Sgerri - non c’è sicurezza”. Antonio Gambetta Vianna, capogruppo dell LNT, ha dichiarato che il ministro Maroni dovrà concertare la decisione con la Regione ed intanto sta facendo un sopralluogo a Pisa. “La clandestinità è un reato che va perseguito. Non credo – ha detto - al concetto di ‘filiera corta’ per la detenzione dei clandestini. Noi vogliamo diritti e doveri per tutti”. Dario Locci (LNT) è categorico: “C’è il pericolo dell’immigrazione islamica, che non è assolutamente integrabile e lo possiamo dire in base all’esperienza storica.
Che senso ha allora costruire nuove moschee?”. Paolo Marini (Federazione della Sinistra e dei Verdi) è critico su una discussione irreale ed accademica, perché non tiene conto di cosa sta succedendo in Africa negli ultimi 10 anni, dove le multinazionali e la Cina hanno espropriato le terre di circa 70 milioni di persone che scappano dalla povertà e dalla fame e pensano di arrivare da noi. Il capogruppo del Pd, Vittorio Bugli, nel chiarire il senso del dibattito ha fatto tre sottolineature.
La prima che non è formale dire che la costituzione del CIE avviene con decreto del Ministro dell’Interno. “Allora – ha detto - o Maroni non sa fare il suo lavoro o non vuole fare un CIE in Toscana”. La seconda evidenzia che i CIE già realizzati sono disumani. “Conviene a tutti farli meglio”. La terza: “Non deve essere la Regione Toscana a dire dove realizzare il CIE. I Toscani che hanno votato Lega Nord – ha detto Bugli - si aspettano da voi una risposta. La nostra mozione chiede il rispetto dei diritti umani e civili, secondo le competenze affidate alle Regioni.
Il centrodestra fa solo tatticismo, ma noi siamo uniti”. Gian Luca Lazzeri (LNT) ha replicato concludendo il dibattito: “Maroni lavora bene lo dimostrano le 40.000 espulsioni e la lotta alla mafia. Certamente il Cie va individuato entro il 2010 in maniera concertata, anche con partecipazione delle associazioni di volontariato, creando anche una stuttura di controllo, senza costi per la Regione”. (gdi) Maroni decida subito sul CIE in Toscana "Suscita perplessità la dichiarazione con cui il ministro Roberto Maroni (Lega Nord Padania) annuncia che “entro l’anno” comunicherà dove sarà collocato il Cie (Centro Identificazione Espulsione) in Toscana.
Ventotto mesi, per dirci il “dove”. E quanti anni dovranno passare per vedere realizzata la struttura che il Pdl toscano (ex An - Fi) chiede inutilmente da 15 anni e che gli esperti dell’ordine pubblico hanno definito la “chiave di volta” indispensabile per la lotta all’immigrazione clandestina e alla criminalità in Toscana?" E' quanto dichiarano Maurizio Bianconi e Riccardo Migliori del Pdl. "E’ arrivato il momento di chiedere: a che gioco sta giocando la Lega Nord Padania in Toscana? Forse al tanto peggio tanto meglio? Aumentare il disagio significa forse aumentare i consensi? Il Pdl chiede con forza che il governo del fare, richiami prontamente il ministro Maroni a un’immediata decisione" aggiungono i due esponenti politici. E concludono: "Il Pdl è per la risoluzione dei problemi, non certo per giochi e tattiche diverse".