“In attesa di conoscere il testo del decreto legge di riforma delle Fondazioni lirico-sinfoniche approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, riteniamo assai preoccupante che ancora una volta il Maggio Musicale Fiorentino non venga neppure citato dal Ministro Bondi fra quelle istituzioni che, in virtù di un “particolare interesse nazionale” – come riportano alcune agenzie – potrebbero vedersi riconosciuti uno status e un’autonomia particolari. Siamo sempre stati contrari a classifiche fra i teatri che compongono storicamente il tessuto culturale del Paese: tutti i teatri sono importanti.
Ma, nel momento in cui il Governo insiste nell’ipotizzare differenziazioni, vogliamo pensare per Firenze ad una involontaria omissione: diversamente, sarebbe inaccettabile che il Teatro che produce con le proprie forze artistiche e tecniche, oltre ad una stagione ai più alti livelli e ad incisioni premiate dalla critica internazionale, il più antico ed importante Festival musicale italiano (il che lo rende unico nel panorama della Fondazioni liriche italiane), da decenni impegnato anche all’estero con tournèes internazionali che lo rendono ambasciatore di Firenze e dell’Italia in tutto il mondo, venga penalizzato dalla mancata considerazione che invece certamente merita”. Così dichiarano congiuntamente il Sovrintendente del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino Francesco Giambrone e il Direttore Principale (da 25 anni) Zubin Mehta, appresa la notizia del decreto alla vigilia dell’inaugurazione del 73° Maggio. “Il governo ha infine deciso sul futuro delle fondazioni lirico sinfoniche, lo ha fatto nel peggiore dei modi con il solito decreto legge senza coinvolgere le aule del parlamento e delle commissioni ed ha di fatto sancito il declassamento di una istituzione solida e prestigiosa come quella del Maggio Musicale Fiorentino”. Lo ha dichiarato in una nota il senatore Andrea Marcucci (Pd), segretario della commissione cultura a Palazzo Madama. “Avevo previsto questa decisione già da due anni, quando presentati un’interrogazione urgente al ministro Bondi paventando la scelta di favorire con l’autonomia il Teatro alla Scala e l’Accademia di Santa Cecilia - ha proseguito il parlamentare - naturalmente il governo mi rispose con la solita bugia, manifestando la volontà di salvaguardare tutte le istituzioni ed in modo particolare il Maggio Musicale.
Dopo più nulla, nonostante le numerose richieste di confronto firmate da colleghi di tutti gli schieramenti. E’ una scelta gravissima ed incomprensibile. Il Maggio Musicale avrà un nuovo Auditorium e non avrà la possibilità di beneficiare degli incentivi previsti per altre Fondazioni. La musica lirica è un patrimonio del paese, le decisioni non possono essere prese d’imperio come ha fatto il governo - ha concluso Marcucci - mettendo così a repentaglio un settore fondamentale della cultura italiana, che tutto il mondo ci invidia”. “Il Governo ci ha promesso la legge speciale ma di speciale per adesso vediamo solo i tagli.
Firenze non può essere messa in un cantuccio. Stiamo aspettando da troppo tempo”. Lo afferma Matteo Renzi, sindaco di Firenze e anche presidente della Fondazione del Maggio musicale fiorentino, appresa la notizia dell’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge di riforma delle Fondazioni lirico sinfoniche che escluderebbe il Teatro fiorentino dalle istituzioni di interesse nazionale. “Per adesso - ha continuato - aspettiamo la conversione del decreto legge.
Dopo gli impegni pubblici del presidente del Consiglio e dei suoi più stretti collaboratori, ora è il momento di passare ai fatti. O il ministro per il Beni culturali Sandro Bondi dà un segnale a Firenze oppure si apre una fase di barricate istituzionali”. “Spero che il Governo sia consapevole - ha concluso Renzi - della situazione dei beni culturali gestita dallo Stato in questa città.