Il Futurismo che si collocava sull'onda della rivoluzione tecnologica dei primi anni del '900 esaltava il dinamismo, la velocità. L’accelerazione del tempo era vissuta dai futuristi come segno di progresso e di modernità. Adesso è diversa la percezione di questo "tempo che invecchia in fretta" per dirla con un frammento di un presocratico, ripreso da Tabucchi nel suo ultimo libro. Il tempo è, infatti, il paradigma di riferimento della società contemporanea, il cui ritmo vitale è scandito dalla pretesa di una costante crescita di produttività e da orari di lavoro sempre più lunghi.
L’ambizione di rendere ogni cosa più efficiente e una continua iper-attività influenzano tutti i settori della vita e non si fermano nemmeno davanti alla sfera privata. Dieci artisti internazionali nella mostra “As soon as possible”, in corso alla Strozzina di Firenze sino al 18 luglio, affrontano il concetto del tempo e dell'accelerazione dell'attuale modello di vita, caratterizzato da rapidità di comunicazione e nuove tecnologie. Una mostra che presenta nella singolarità di ogni artista un pregnante approccio a questo tema.
Se nell’installazione di Marnix de Nijs ogni visitatore è chiamato a interagire con la visione accelerata di una metropoli in un grande videogame, la video performance di Tamy Ben-Tor presenta il frenetico monologo di una donna in preda alle nevrosi e alle ansie della vita moderna. Ed ecco la bottiglia di Arcangelo Sassolino viene a poco a poco riempita di gas fino a scoppiare, anche se non sappiamo esattamente quando. Nell’opera di Michael Sailstorfer, a significare la frenesia di un correre del tempo, un pneumatico ruota ad alta velocità contro una parete consumandosi senza spostarsi.
Mentre Jens Risch presenta piccole sculture formate da un unico filo di seta annodato. L’artista impiega quattro anni per comporre solo una scultura sostituendo il tempo del fare arte al tempo della vita quotidiana. In questa mostra inconsueta per Firenze, le sorprese non mancano. Ecco la spettacolare installazione di Julius Popp che visualizza sotto forma di gocce d'acqua, solo per pochi istanti, la parola in quel momento più ricercata sul web mentre nel video di Mark Formanek 70 operai costruiscono in 24 ore esatte un orologio con ore e minuti formati da assi di legno di 4 metri.
L’opera di Marzia Migliora cita una frase di Marco Pantani "Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia", tragico esempio di un uomo sconfitto dall’accelerazione del mondo di oggi. La video installazione di Reynold Reynolds fa invece sperimentare lo scontro tra tempo reale e tempo interiore. Presente in mostra anche Fiete Stolte un’artista che ha deciso di vivere una settimana di otto giorni di 21 ore ciascuno senza curarsi del giorno o della notte. Una mostra significativa che induce a riflettere sulla vita liquida, sulla nostra vita precaria, nella continua incertezza, di non riuscire a tenere il passo di avvenimenti che incalzano nella nostra esistenza che è una continua accelerazione, di cui è difficile comprendere il senso. La mostra, curata da Franziska Nori, è corredata da un ottimo catalogo, che contiene anche le significative riflessioni sulla modernità di Harmut Rosa e di Zygmunt Bauman. di Alessandro Lazzeri