Analizzare la vita quotidiana delle persone non vedenti in Toscana, con un’attenzione particolare alle donne e alle problematiche che esse devono costantemente affrontare. È questo l’obiettivo raggiunto dalla prima ricerca del genere mai realizzata in Italia che è stata presentata questo pomeriggio alle 15 nella sala riunioni Cesvot in via Ricasoli 9. Promossa da Cif Toscana, Reti di Kilim e Uic Toscana con il sostegno del Cesvot, l’indagine mette a fuoco la situazione delle donne e degli uomini non vedenti in Toscana attraverso una ricca documentazione di interviste e testimonianze dirette di vita vissuta.
A fornire una chiara valutazione dei dati raccolti è stato il professor Andrea Salvini dell’Università di Pisa, curatore del nuovo Quaderno Cesvot “Altre visioni.
Le donne non vedenti in Toscana” (“I Quaderni”, n. 42, gennaio 2009).
«Un’indagine unica nel suo genere - ha commentato Salvini, - sinceramente ed intensamente partecipata da tutti i soggetti interessati: Cif Toscana, Reti di Kilim e Uic Toscana. Come coordinatore la sfida più impegnativa è stata proprio la scelta metodologica dello strumento d’indagine. Il classico questionario si è dimostrato da subito inadeguato alla comprensione completa del campo operativo, per cui abbiamo dovuto optare per l’intervista biografica.
Ne sono state realizzate circa 90, ciascuna a cura di due intervistatrici -una delle quali vedente ed una non vedente- che ci hanno consentito di cogliere tutte le sfumature del processo d’intervista.
Ne è emerso come la persona non vedente o ipovedente sia costantemente costretta ad interfacciarsi con il proprio handicap. Ogni volta che esce di casa. Non può andare al supermercato, alla posta o in banca se non “scortata” da un accompagnatore e questo significa essere impossibilitati a vivere una condizione quotidiana d’indipendenza.
Dalle dichiarazioni delle nostre intervistate- conclude Salvini- abbiamo soprattutto capito che la persona non vedente risulta inserita, ma non integrata nella società contemporanea. Dove per integrazione s’intende la capacità della società di mettere a disposizione dei suoi cittadini menomati tutti gli strumenti culturali necessari perchè essi si sentano a proprio agio, liberi di muoversi in essa».
«Indagini come questa sono incredibilmente utili per gli operatori nel campo del sociale - ha sottolineato il presidente regionale Uic Toscana Virgilio Moreno Ravanelli,- perchè ci consentono di individuare le problematiche reali delle persone non vedenti e di conseguenza studiare i corretti strumenti d’intervento sociale».
Al convegno hanno partecipato anche il presidente Cesvot Patrizio Petrucci, il presidente provinciale Uici Antonio Quatraro, il presidente regionale Cif Mirta Lami e Patrizia Perucca delle Reti di Kilim.