Firenze, 1 maggio 2010- Domenica scorsa la rapina subita da un pasticcere trasformatasi in omicidio. Successivamente, Massimiliano Da Lio, 62 anni, è morto all'ospedale. Ieri è morta in ospedale anche Susanna Tre Re, l'imprenditrice ferita durante un tentativo di rapina all'interno della sua ditta nella zona di Peretola. In una settimana il secondo episodio di presunta rapina finita in omicidio a Firenze a danni di imprenditori. Le indagini della squadra mobile di Firenze erano iniziate subito dopo l'agguato e come prima ipotesi si è fatta quella di una rapina. Questa mattina a Firenze, nel corso di una riunione con il questore Francesco Tagliente e tutti i dirigenti dei singoli uffici, è stato deciso un “giro di vite” riguardo agli insediamenti Rom e Sinti fiorentini, per fare fronte all'emergenza-rapine degli ultimi giorni.
Secondo la Questura, l’obiettivo è quello di dare una risposta alle due rapine sfociate nella morte delle vittime e di agire oltre che sul fronte del contrasto anche su quello della prevenzione di ulteriori episodi. “I romeni di etnia Rom, stanziati in insediamenti non autorizzati nel territorio del Comune di Firenze, sono a tutti gli effetti una minoranza emarginata, la cui protezione dovrebbe essere garantita dalle leggi europee e avente diritto a programmi di assistenza sociale, inclusione professionale, scolarizzazione e acceso ad alloggi agevolati, così come più volte richiesto dalla nostra organizzazione e dalle altre associazioni umanitarie fiorentine”.
Lo dichiarano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’ONG Gruppo EveryOne. “Ognuno di loro è in Italia per lavorare onestamente e non costituisce un problema di sicurezza,” spiega EveryOne, in contatto con le comunità Rom stanziate a Firenze, “anche se a tutt’oggi la grave discriminazione sociale impedisce loro ogni inserimento socio-lavorativo e un esercizio dei loro diritti fondamentali degno di uno Stato democratico”. “La città di Firenze è in preda a un ingiustificato pregiudizio etnico,” continuano gli attivisti, “e sta violando palesemente le direttive del Parlamento e del Consiglio europeo 2004/38/CE sulla libera circolazione e 2000/43/CE sulla non discriminazione, nonché le Risoluzioni del Parlamento europeo del 28 aprile 2005 sulla situazione dei Rom nell'Unione europea, del 1° giugno 2006 sulla situazione delle donne Rom nell'Unione europea, del 15 novembre 2007 sull'applicazione della direttiva 2004/38/CE, del 31 gennaio 2008 su una strategia europea per i Rom, del 10 luglio 2008 sul censimento dei Rom su base etnica in Italia, dell'11 marzo 2009 sulla situazione sociale dei Rom nell'Unione europea e del 25 marzo 2010 sul secondo vertice europeo sui Rom.
Si tratta di gravi violazioni e mancanze che mettono Firenze e l'Italia a rischio di pesanti sanzioni a livello internazionale, oltre che in una posizione che desterà sdegno e riprovazione da parte dei Paesi civili,” proseguono Malini, Pegoraro e Picciau. “Il procrastinarsi di tali gravi politiche persecutorie ci ha costretto in data odierna a segnalare quanto sta avvenendo a Firenze alla Commissione europea, al Consiglio d’Europa e al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, affinché sia predisposto l’avvio di una procedura d’infrazione contro l’Italia”.