“La Montagna Toscana non vuole scomparire” un messaggio forte ed importante è stato lanciato questa mattina al Congresso della Delegazione Toscana dell’Uncem. Al congresso erano presenti tantissimi amministratori montani, 98 sui 151 aderenti ad Uncem, il presidente della Regione Claudio Martini e numerosi assessori della sua Giunta, Consiglieri regionali ed esponenti delle associazioni del mondo economico e sociale toscano. Da tutti con una sola voce è stato lanciato il nuovo grido di allarme legato alla finanziaria 2010, ma la montagna toscana ribadisce di non voler arrendersi. Attualmente Uncem Toscana partecipa a ben 24 progetti tutti dedicati alla montagna, che spaziano dal sociale,alla sanità, all’innovazione tecnologica, alla scuola, agricoltura, bonifica, infrastrutture, viabilità, il tutto per far aumentare il benessere di chi vive nelle zone svantaggiate, isolate e lontane dai grandi centri urbani.
Negli ultimi anni, nei comuni montani, la qualità dei servizi ai cittadini è nettamente migliorata, grazie all’impegno degli amministratori ed allo sviluppo delle gestioni associate, ma tutte le conquiste fatte, potrebbero essere cancellate con un colpo di spugna dalla finanziaria 2010. Nella Finanziaria 2010, infatti, sono stati tagliati i trasferimenti a favore delle comunità montane, ed una nuova classificazione fa si che “comuni montani” saranno definiti quasi esclusivamente solo quelli alpini.
Attualmente in toscana sono montani 160 comuni (ben il 56% del territorio regionale è montano), con i nuovi parametri, saranno ritenuti tali solo quelli che hanno il 75% del loro territorio oltre i 600 metri, quindi nelle nostra regione, ne resteranno solo 24. A questi 24 comuni verrà erogato il 30% delle risorse prima girati alle Comunità Montane. Oltre un centinaio di comuni rimarranno soli con i loro disagi legati alla posizione geografica. Se tutto rimarrà così sarà difficile fornire ai cittadini servizi essenziali di qualità, si potrebbe addirittura arrivare a non poter garantire il trasporto per quei bambini che vivono in montagna e devono essere portati a valle per frequentare la scuola. In questi anni le Comunità Montane sono diventate sede di progettazione e quindi di sviluppo per i territori che ne facevano parte, basti pensare che nel periodo 2004-2008 con i 23 milioni di euro a disposizione (6 provenienti da trasferimenti statali e 17 milioni di risorse aggiuntive regionali) questi enti hanno finanziato 475 progetti (relativi a trasporti, viabilità, attività produttive, agricoltura, servizi sanitari e sociali, scolastici, culturali, per la difesa ambientale, telecomunicazioni e tecnologie informatiche, settori energetico ed idrico, turismo, attività istituzionali) per un investimento complessivo di circa 92,5 milioni di euro.
Uncem ha anche sviluppato in vari campi con enti pubblici e privati una serie di protocolli inerenti vari settori, tutte queste attività hanno portato enormi benefici ai cittadini, ma il futuro di questa progettualità, se così rimarranno le cose non si vede chiaramente, e tutto questo andrà sicuramente a scapito di chi ha deciso di vivere in montagna. Un momento difficile per la Montagna Toscana in un periodo di grande lavoro e progettualità che ha prodotto frutti importanti “la montagna – ha spiegato il presidente dell’Uncem Toscana Oreste Giurlani - si troverà a riflettere ancora una volta sul suo sistema e la sua organizzazione istituzionale anche in vista dell’applicazione del Federalismo Fiscale nonché della prossima discussione sulla Carta delle Autonomie Locali che nella versione avanzata da Calderoli e approvata dal Consiglio dei Ministri sopprime tout court le Comunità Montane.
Dobbiamo prepararci nuovamente alla messa in discussione, alle minacce mediatiche e alle politiche di bandiera di cui saremo il bersaglio: qui non si tratta della difesa autoreferenziale della Comunità Montana bensì – ed è opportuno ribadirlo e evidenziarlo – della difesa della Montagna e di una governance costruita nel corso del tempo guardando sempre dalla prospettiva del cittadino e del territorio. La sensazione delle proposte politiche governative varate negli ultimi anni è quella di un tentativo, non è chiaro quanto consapevole e ricercato, di mirare alla morte della montagna, non valutando la risorsa – conclude Giurlani - che i territori montani rappresentano per il Paese, concorrendo alla crescita del Pil per una quota pari al 17%”. La parola d’ordine rimane sempre non arrendersi e su questo fronte gli enti montani hanno avuto l’appoggio del Presidente della regione Martini.
Il Presidente ha detto che, in questi ultimi mesi della legislatura, farà tutto ciò che è nelle sue possibilità per sostenere l’esperienza delle Comunità Montane e per non far mancare ossigeno al processo di transizione, che sarà necessario per studiare soluzioni adeguate. Martini ha anche dato il suo impegno a segnalare nuovamente il tema a livello nazionale. Al congresso è intervenuto anche il Presidente Nazionale di Uncem Enrico Borghi, che ha auspicato che al più presto si riapra la discussione e si riscriva il patto tra la “montagna che produce le risorse” e la pianura e la città che le consumano. Al termine del congresso si sono svolte le elezioni dei nuovi organi di Uncem Toscana e Oreste Giurlani è stato rieletto Presidente all’unanimità. L’appuntamento per Uncem Toscana è adesso il Congresso Nazionale che si svolgerà a Trento l’11, 12 e 13 febbraio.