Un po' di storia Anche se negli ultimi anni il trend sta un po' cambiando, i videogiochi sono una branca della cultura piuttosto di nicchia. Eppure, ci sono dei videogiochi – che si contano sulle dita di al massimo un paio di mani – che hanno saputo penetrare nella cultura popolare e nell'immaginario collettivo grazie alla loro genialità. È sicuramente il caso della serie Monkey Island, ideata da Ron Gilbert nel 1990. Il gioco è un'avventura grafica, ovvero il genere più “tranquillo” del mondo dei videogiochi, dato che non prevede azione adrenalinica, bensì l'esplorazione di luoghi e la risoluzione di enigmi e puzzle tramite l'unico utilizzo del punta-e-clicca. Con la sua geniale semplicità e la frizzante comicità, Monkey Island racconta le gesta del giovane Guybrush Threepwood, il cui unico grande sogno è diventare un pirata. Alla realizzazione, oltre a Gilbert, parteciparono personaggi come Tim Schafer, Dave Grossman e il mitico Steve Purcell (creatore di Sam&Max), che oggi sono veri e propri punti di riferimento della produzione videoludica e hanno continuato negli anni a sfornare grandi giochi di qualità pregiata (tra cui citiamo solo Grim Fandango e Psychonauts per Schafer, e Day of the tentacle per Grossman). Con la fine degli anni '90, apparentemente, anche l'epoca d'oro delle avventure grafiche finì, forse a causa dell'avvento del 3D nei videogiochi.
Dopo il quarto (poco riuscito, diciamolo) capitolo di Monkey Island e l'annuncio di un seguito per Full Throttle e Sam&Max (mai realizzati), la Lucas Arts (casa madre di tutti i giochi citati finora) proclamò: “Il mercato non è più adatto ad accogliere il genere delle avventure grafiche”. Difficile dire se avessero ragione o meno... Le avventure grafiche hanno continuato ad uscire, ma non più sotto grandi software house; piuttosto come giochi indipendenti od a basso budget. Fino a che, nel 2004, compare una piccola software house chiamata Telltale Games, formata da ex-impiegati di Lucas Arts (forse scontenti delle ultime decisioni aziendali?). I primi lavori dei Telltale vedono coinvolti i brand C.S.I.
e soprattutto Bone, fumetto culto di Jeff Smith. Ma è nel 2006 che il gruppo sale alla ribalta, con l'apporto di quei Dave Grossman e Steve Purcell che avevano fatto la storia delle avventure grafiche: esce il seguito di Sam&Max. La formula della Telltale ricalca un'idea relativamente nuova nel mondo dei videogiochi: la pubblicazione a puntate. L'idea va probabilmente attribuita alla Valve, che l'ha utilizzata, pur con poco successo, con il suo cavallo di battaglia, Half Life, e subito dopo, con ancora più insuccesso, con Sin. La Telltale però individua il punto debole della strategia, ovvero l'indispensabile frequenza di produzione dei vari capitoli, e vi pone abilmente rimedio: nulla ferma la pubblicazione dei sei episodi che compongono la “prima stagione” di Sam&Max.
E' un successo enorme e l'attesissimo ritorno delle avventure grafiche come genere importante nel mondo dei videogiochi. Visti i nomi all'interno di Telltale, era solo questione di tempo perché a qualcuno venisse in mente di fare un seguito anche di Monkey Island. Tales of Monkey Island Ed eccoci a noi: “Launch of the screaming Narwhal”, il primo episodio di Tales of Monkey Island, comincia con il ritorno del nemico di sempre - il perfido pirata demoniaco LeChuck - ad infastidire la vita di coppia di Guybrush (ormai diventato vero e proprio pirata) ed Elaine. Cercando di eliminare definitivamente LeChuck, Guybrush accidentalmente “risucchia” tutto il potere voodoo che alimentava LeChuck.
Le conseguenze di questa azione sono due: la mano di Guybrush diventa “posseduta” dal voodoo, e LeChuck... Ritorna umano! Con questo colpo di scena, le strade di Elaine e Guybrush si separano di nuovo, e il giocatore si trova a guidare nuovamente il simpatico pirata su di un'isola molto particolare chiamata Floatsam Island. Il motore grafico che muove il gioco è lo stesso ormai ben rodato ed ottimizzato che muove tutte le altre avventure grafiche made in Telltale, ovvero il Telltale tool.
Essendo un motore leggerissimo, i requisiti hardware sono bassissimi, e prevedono un processore da almeno un paio di Gigahertz, 512Mb di RAM, e una scheda video con almeno 64Mb di accelerazione 3D. È interessante notare i controlli: al contrario di quanto abbiamo visto in Bone o Sam&Max, che utilizzavano un rigoroso controllo punta-e-clicca solo via mouse, in questo nuovo Monkey Island abbiamo una combinazione mouse/tastiera. Mentre l'esplorazione dello scenario e la raccolta degli oggetti sono lasciati classicamente al mouse, per muovere Guybrush spesso dovremo ricorrere anche alla tastiera, con i tasti freccia o addirittura i tasti “WASD” comuni piuttosto agli fps (first person shooter, cioè sparatutto in prima persona) che alle avventure grafiche.
In realtà, è possibile fare la stessa cosa anche solo con il mouse, ma si tratta di un'operazione un po' arzigogolata, dato che è necessario premere e tenere premuto il tasto destro, orientare la freccia che appare nella direzione in cui si vuole muovere Guybrush, e poi premere e tenere premuto il tasto sinistro. Se si può promuovere il ritorno all'uso della tastiera per i movimenti, che era nato con quel capolavoro che è Grim Fandango (ed era stato adottato anche in Fuga da Monkey Island), c'è da storcere un pochino il naso per la meccanica complicata con il mouse.
Tuttavia, una volta scelto il metodo di controllo preferito, nulla ci può più fermare dall'immergerci completamente nella storia. E che storia! Tales of Monkey Island ci porta in giro per i vasti mari attraverso un sacco di isole e porti diversi, facendoci conoscere nuovi, irresistibili personaggi, ma anche facendoci rincontrare alcune vecchie conoscenze (la “voodoo lady”, Stan il venditore o il teschio parlante Murray vi dicono niente?). L'avventura mantiene un'alta qualità narrativa e tutti gli altri pregi dei primi episodi di Monkey Island, primo fra tutti l'umorismo leggero e i dialoghi accattivanti, insieme a decine e decine di citazioni e immancabili auto-riferimenti (scimmie a tre teste, gare di insulti e quant'altro ha reso la serie famosa). L'interazione con e tra gli oggetti è molto semplificata.
Nello scenario ci sono fondamentalmente due soli tipi di oggetti: quelli con cui è possibile interagire direttamente e quelli che si possono raccogliere. Nell'inventario è possibile combinare solo due oggetti per volta, il che taglia via uno dei problemi storici delle avventure grafiche, ovvero la smania di combinare “tutto con tutto”. Oltre a questo, è quasi sempre intuitivo e facile capire cosa deve essere combinato con cosa, forse anche troppo: decisamente Tales of Monkey Island non usa trucchi per allungare la sua longevità, e un giocatore incallito di avventure grafiche risolverà gli enigmi senza scervellarsi più di tanto, gustandosi di più la storia, i personaggi e i dialoghi.
Per chi comunque dovesse trovarsi in difficoltà, sul sito della Telltale troverete tutto quello che vi occorre per completare le avventure, compresa una dettagliata guida passo passo. In breve. Punti di forza: alta qualità narrativa, doppiaggio divertente, grafica piacevolissima, vecchi personaggi ammodernizzati, nuovi personaggi accattivanti. Punti deboli: controlli del movimento talvolta macchinosi, enigmi spesso troppo facili e banali. The secret of Monkey Island Special Edition Dalla LucasArts, recentemente è uscita anche una riedizione del primo capitolo di Monkey Island, con una peculiarità interessante: tutto il gioco è stato graficamente ridisegnato e doppiato (per la prima volta), ma è possibile passare alla pixelosa grafica e interfaccia originale in tempo reale, in qualsiasi momento.
Sicuramente un'idea interessante e un acquisto obbligato per chi non ha mai giocato questo capolavoro del mondo dei videogiochi. Dove, come e quanto? La prima stagione di Tales of Monkey Island è composta da cinque capitoli, sia per PC che per Wii, che si possono acquistare sia sul sito della Telltale (sia in digital delivery sia in formato DVD), sia sulla piattaforma di distribuzione di Valve, Steam (nel caso della versione per Wii, anche nel canale Shop, categoria WiiWare). Tutti insieme costano meno di 35 dollari; meno di 9 dollari l'uno se li comprate separatamente (su WiiWare costano 1000 wiipoints, cioè 9,90€, cadauno). Sul sito dei Telltale potete anche scaricare gratuitamente una demo del primo capitolo, “The launch of the Screaming Narwhal”. I giochi sono in lingua inglese, ma un team indipendente li sta traducendo in italiano (al momento hanno completato il primo episodio, trovate il link a fondo articolo). Non è prevista per ora una versione retail con sottotitoli in italiano, ma essendo uscita a suo tempo per Sam&Max, non è escluso che in futuro la possiate trovare nei negozi. “The secret of Monkey Island Special Edition” si può acquistare invece solo in digital delivery su Xbox Live Arcade e Steam, a meno di 9 euro (800 Microsoft point su Xbox). Francesco Stefanacci