Nei prossimi giorni in aggiunta al servizio di consegna a domicilio di alimenti e bevande, sarà possibile per esercizi di ristorazione e somministrazione effettuare anche la vendita per asporto per entrambi i prodotti. Stanno infatti ripartendo gli esercizi commerciali richiamati dall’ordinanza regionale n. 41 del 22.04.2020, nel rispetto delle seguenti prescrizioni:
- ordinazione dei prodotti ammessa esclusivamente tramite telefono o on line
- ritiro dei prodotti presso l’esercizio in forma scaglionata onde evitare assembramenti presso l’esercizio (esterno ed interno)
- esclusione di ogni forma di consumo sul posto ed esclusione tassativa di consumo in spazi ed aree pubbliche o aperte al pubblico.
Questa mattina il sindaco di Lastra a Signa Angela Bagni ha firmato l'ordinanza. E anche il Sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni è dell’idea che nell’attività di asporto possano essere comprese le bevande in lattina o in bottiglia. Il sindaco di Pisa Michele Conti aveva firmato ieri, seguito dalla collega di Altopascio.
“La mia è una presa di posizione netta a favore degli esercizi commerciali - commenta il sindaco Sara D’Ambrosio -. Con questo provvedimento andiamo a precisare quanto previsto nell'ordinanza regionale, andando incontro a una necessità di chiarezza richiesta dalle categorie economiche del settore. Abbiamo quindi fatto un’ordinanza per consentire agli esercizi di somministrazione, già autorizzati dall'ordinanza regionale a effettuare oltre alla consegna a domicilio anche la vendita da asporto, di vendere anche le bevande da asporto”.
“Dopo l'Ordinanza del Comune di Pisa anche altre amministrazioni del territorio, come Cascina, Pontedera e San Giuliano Terme hanno consentito l'asporto per le bevande, oltre che per i cibi, accogliendo la richiesta di Confcommercio e di tanti imprenditori. Per questo ringraziamo i rispettivi sindaci, Dario Rollo, Matteo Franconi e Sergio Di Maio”. Così il direttore di Confcommercio Provincia di Pisa Federico Pieragnoli commenta la scelta adottata dai tre comuni.
“Una decisione che tende una mano ai pubblici esercizi di questi territori. Seguendo l'esempio di Pisa le amministrazioni di Cascina, Pontedera e San Giuliano Terme hanno risolto una questione segnalataci da tanti imprenditori e professionisti che Confcommercio ha immediatamente richiesto. Non aveva senso limitare la sola vendita per asporto al cibo”. “Questo – prosegue Pieragnoli – servirà a dare almeno una possibilità di lavoro per pubblici esercizi e attività di ristorazione, in una situazione che, ribadiamo, si è fatta drammatica oltre ogni ragionevole previsione.
Queste attività sono tra quelle che rischiano di pagare il prezzo più caro difronte alle scelte del Governo, e la completa chiusura al pubblico fino al 1 giugno aggraverà le perdite già accumulate fino ad ora”.“La possibilità di asporto di cibo e bevande è un minimo ma indispensabile aiuto per le esigenze di una categoria che rischia di vedere cancellate migliaia di imprese e posti di lavoro, e ci auguriamo che anche altre amministrazioni seguano fin da subito questa strada” conclude Pieragnoli.