L’obiettivo è tutelare gli stipendi dei dipendenti delle aziende che lavorano, in appalto, per la pubblica amministrazione. La giunta regionale toscana ha approvato una proposta di legge, ora inviata all’esame del Consiglio regionale, che nell’ambito dei bandi di gara – anche quelli che riguardano enti strumentali e dipendenti, incluse aziende sanitarie e società in house - prevede che nella valutazione delle offerte si tenga conto e si possano attribuire punteggi premiali alle aziende che pagheranno i propri lavoratori non meno di nove euro lordi l’ora. Uno strumento per tutelare i salari, ad esempio, delle addette ed addetti alle pulizie o di chi si occupa di guardiania, portierato e fattorinaggio.
La competenza sui salari è e rimane nazionale: lo impone la Costituzione e la Regione non può dunque imporre un salario minimo nei bandi di gara propri o dei suoi enti ed organismi strumentali, dove si deve scegliere e fare riferimento ad un contratto nazionale o al combinato disposto di una legge e ad un contratto nazionale. La Regione può però inserire negli appalti condizioni tecniche e dunque tenere di conto e premiare, nella valutazione, le aziende che applicheranno ad esempio ai propri dipendenti un trattamento economico minimo predefinito. Ed è quello che la giunta regionale si propone appunto di fare, non appena la proposta di legge sarà auspicabilmente approvata dal Consiglio regionale. La possibilità varrà chiaramente per i bandi futuri.
A settembre 2024 il Consiglio regionale aveva già approvato una mozione che impegnava la giunta a verificare che i contratti indicati nelle procedure di gara prevedessero un trattamento minimo inderogabile pari a nove euro l’ora. Un segnale politico rivolto al Governo nazionale, che ha scelto di non istituire il salario minimo.
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Per rendere concretamente operativa quella mozione la giunta regionale ha approvato adesso la proposta di legge che permetterà di premiare, nelle valutazioni, le aziende che si impegneranno a pagare i propri dipendenti non meno di quella cifra.
Giusto per fare un esempio, numeri alla mano, il personale impiegato nei servizi di portierato è per lo più inquadrato nei livelli 2° (nel più alto dei due previsti) e 3° e la Regione nei propri bandi ha scelto il contratto, per quel tipo di attività e servizi messi a gara, con le migliori tutele e condizioni economiche, ovvero quello del personale dipendente da imprese esercenti servizi di pulizia, disinfestazione, servizi integrati e multiservizi. La retribuzione media per il più alto dei due livelli 2° è di 8,23 euro lordi all’ora e 8,38 per il livello 3°. La paga oraria del livello 1° (i neoassunti, che dopo nove mesi possono salire di inquadramento) è 7,59 euro lordi all’ora, 7,98 per il primo livello 2°, 8,82 euro per il livello 4°. I livelli 5° e 6° superano già nel contratto nazionale i nove euro l’ora.
Tuttavia stamattina si è svolto il tentativo di conciliazione, davanti al Viceprefetto di Firenze Eugenio di Agosta, nell’ambito dello stato di agitazione sindacale promosso dall’Unione Sindacale di Base all’interno del servizio di portierato della Regione Toscana. Presenti, oltre alla attuale società affidataria del servizio, la Colser, anche i funzionari della Regione Toscana.
La Regione aveva pubblicato un bando, a dicembre dell’anno scorso, che prevede l’applicazione del contratto nazionale Multiservizi al 1° e 2° livello, con paghe orarie di gran lunga inferiori ai 9 euro previsti dalla mozione, approvata a maggioranza, dal consiglio Regionale.
"Come abbiamo avuto modo di dichiarare questa opzione non ci soddisfa in quanto ci sarebbero sistemi più efficaci per affrontare il tema, ma è comunque un passo avanti verso la giusta direzione. Al tavolo Prefettizio abbiamo quindi chiesto alla Regione di prorogare l’attuale affidamento e pubblicare un nuovo bando che preveda l’applicazione concreta di questa opzione. In caso contrario, al di là delle buone intenzioni, chi si aggiudicherà il servizio di portierato non avrà alcun obbligo e si dovrà attenere alle disposizioni previste che prevedono paghe orarie di poco più di 7 euro" commentano dall'Unione Sindacale di Base.
"Dalla Regione non abbiamo riscontrato, in questo senso, una totale chiusura ma purtroppo nessuna certezza che questa sarà la strada intrapresa. La società in appalto ha confermato che, se le disposizioni previste resteranno queste, qualora dovesse aggiudicarsi il servizio, non potrà che attenersi alle stesse. Per questo motivi il tentativo di conciliazione ha avuto esisto negativo e come USB comunicheremo nei prossimi giorni la prima data di sciopero che sarà accompagnata, con tutta probabilità, da un presidio dei lavoratori di fronte alla Regione Toscana" concludono da Usb Toscana.
“Aumentare i salari è una battaglia sacrosanta, ma se si sbagliano gli strumenti non si va lontani. E il salario minimo è uno strumento sbagliato.”A dirlo è la segretaria generale Cisl Toscana, Silvia Russo, a commento della proposta di legge approvata dalla giunta regionale lunedì scorso e che ora dovrà essere vagliata dal Consiglio regionale, e che, intervenendo sui criteri di aggiudicazione degli appalti regionali, torna a puntare sull’introduzione del salario minimo.“Ma – dice Russo - non c’è alcun bisogno di introdurre nei bandi di gara un riferimento a un minimo salariale, basta pretendere che le aziende che partecipano applichino i contratti nazionali di riferimento.
E poi far funzionare i propri uffici affinché vigilino che sia così. Perché i contratti nazionali prevedono già minimi salariali complessivamente più alti dei 9 euro indicati dalla Regione e che -guarda caso !- è esattamente la soglia indicata dal salario minimo che da due anni alcune forze politiche promuovono. Col paradosso, già ampiamente evidenziato, che introdurre una soglia più bassa di quanto già è previsto rischia di ottenere l’effetto esattamente opposto a quello proclamato.”“Sembrava – continua Russo- un patrimonio acquisito, visto che già il Comune di Firenze, lo scorso anno, dopo aver tentato di fare altrettanto, aveva poi inserito nell’accordo sui cantieri firmato con le organizzazioni sindacali un riferimento ai contratti maggiormente rappresentativi.
E che altrettanto è previsto nell’intesa firmata solo poche settimane fa con l'assessora regionale Spinelli a proposito di Rsa. Quella è la strada maestra, non esistono scorciatoie.”“E’ inevitabile allora – conclude la segretaria Cisl – chiedersi se si stia davvero cercando di difendere i lavoratori oppure se invece non si continui a fare le prove del campo largo in vista delle elezioni regionali.”