Fare tutto il possibile per superare l’emergenza e scongiurare il pericolo di altre e più devastanti alluvioni. E’ questa la sola attuale preoccupazione della Cia Toscana: "Purtroppo le previsioni meteorologiche sono pessime – sottolinea il presidente della Cia Toscana, Giordano Pascucci -. C’è da augurarsi che il grande impegno congiunto profuso in questi giorni da Protezione civile, Istituzioni locali, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica riesca ad evitare il peggio.
Sappiamo che molti agricoltori nostri associati sono in prima linea in queste drammatiche ore insieme alle autorità preposte, per rimuovere le frane, pompare l’acqua, rafforzare gli argini. Abbiamo lanciato l’appello a tutte le nostre strutture ed ai nostri soci affinché si mettano a disposizione con tutti i loro mezzi per contribuire ad uscire da questa situazione di emergenza che ha investito il nord della Toscana". "La situazione per quanto riguarda l’agricoltura è pesante – secondo Marco Failoni della Presidenza regionale Cia –.
Pesante è la situazione nelle aree montane colpite dalle frane, dove molti centri abitati ed aziende agricole sono rimasti isolati; per oltre 1.600 ettari nella piana tra Lucca e Pisa, in buona parte seminati a grano e girasole, i futuri raccolti sono compromessi, mentre danni ingenti si registrano in provincia di Pistoia alle colture floricole della Val di Nievole e nell’area vivaistica lungo l’Ombrone. Ma un bilancio definitivo si potrà fare solo tra qualche giorno, sperando che si riescano ad evitare ulteriori inondazioni.
Quello che abbiamo visto in questi giorni – prosegue Failoni – è inquietante: il brusco elevarsi della temperatura di 20-25 gradi in una notte, che ha sciolto le masse di neve cadute nei giorni precedenti, insieme a precipitazioni di 380 mm in poche ore, alle condizioni del mare e ad altri fattori, hanno aumentato la portata del Serchio a livello di 2000 mc/sec, provocando il disastro al quale abbiamo assistito, che purtroppo è conseguente ai fenomeni di cambiamento climatico in atto". "Abbiamo già detto che questo è il momento di agire – riprende Pascucci – sperando che le opere di canalizzazione realizzate negli ultimi anni dai Consorzi e l’impegno coordinato in atto diano i loro frutti.
Nel frattempo, sul piano politico ed amministrativo, c’è bisogno di avviare subito alcune azioni, in parte già positivamente messe in atto dalla Regione Toscana". Fra cui l’immediata richiesta al Governo, da parte delle province e della Regione Toscana, dello stato di calamità. Un piano immediato per la destinazione delle risorse già messe a disposizione dalla Regione Toscana, che comprenda interventi a favore delle imprese agricole colpite. Lo stanziamento da parte del Governo di adeguate risorse per superare l’emergenza e mettere in sicurezza il territorio; la moratoria dei pagamenti fiscali e previdenziali per le imprese e le famiglie colpite.
In generale la Cia sottolinea come di fronte al susseguirsi sempre più frequente di eventi calamitosi di portata devastante, non si può non richiamare tutti ad impegni conseguenti: la messa in sicurezza del territorio e la copertura dei danni alle colture in caso di calamità, richiedono interventi e risorse, soldi veri che da anni chiediamo al Governo. "Azzerare le risorse della protezione civile o il fondo di solidarietà per le aziende agricole, oltre che una scelta ingiusta – conclude Pascucci – è anche una scelta miope ed economicamente sbagliata". Intanto il Pdl chiede a Martini di riferire al Consiglio regionale “Martini riferisca con urgenza al Consiglio regionale sulle misure adottate e sulle misure che la Giunta regionale intende adottare per far fronte ai i primi ed urgenti interventi di soccorso alle popolazioni e di messa in sicurezza dei territori delle Province di Lucca, Pisa, Pistoia, Prato e Massa-Carrara gravemente colpite dagli eventi alluvionali dello scorso fine settimana”.
Questa, in estrema sintesi, la richiesta inoltrata con una interrogazione urgente al Presidente della Giunta regionale da parte dei Gruppi regionali del Pdl. “L’impegno assunto, già nelle prime ore successive all’alluvione, dal ministro Altero Matteoli a nome del Governo a riconoscere alla Toscana lo stato di calamità naturale, impegno confermato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Responsabile nazionale della Protezione Civile Guido Bertolaso ieri in visita in Toscana, evidenzia l’efficacia e la prontezza di risposta della Stato di fronte ad eventi disastrosi che forse, con maggiore cura e attenzione, avrebbero potuto essere previsti e quindi governati.
Tuttavia – affermano i capigruppo di Fi-Pdl Alberto Magnolfi e di An-Pdl Roberto Benedetti – questo non è il momento di discutere di responsabilità. Certamente è difficile poter pensare che tutto abbia funzionato al meglio. Ora è importante che la distrazione delle risorse da destinare alle zone colpite non penalizzi il bacino dell’Arno, che rimane sorvegliato speciale come seconda emergenza nazionale”. “Dalla Giunta regionale – concludono i capigruppo del Pdl – ci aspettiamo un quadro più esaustivo e chiaro.
Al momento riteniamo opportuno evidenziare l’ottimo lavoro svolto dalla Protezione civile dai Vigili del Fuoco, dall’esercito e dalle migliaia di volontari che fin dai primi momenti hanno prestato soccorso alle popolazioni così duramente colpite. A tutti loro va il ringraziamento dei Gruppi regionali del Popolo della Libertà”. Manetti: “Stato di calamità e intervento del governo per zone colpite da alluvione” “In una situazione come quella in cui si trovano intere aree delle province di Pisa e di Lucca, al di là del pregevole sforzo della Regione Toscana che ha stanziato una cinquantina di milioni di euro, diviene fondamentale, per iniziare a riparare i danni, che vi sia il riconoscimento dello stato di calamità naturale, come promesso dal capo della Protezione civile Guido Bertolaso, e l’intervento del governo che dovrà garantire il superamento dell’emergenza attraverso interventi per la messa in sicurezza degli argini e delle strutture di contenimento delle acque”. Con queste parole il presidente della commissione Agricoltura del Consiglio regionale toscano, Aldo Manetti, ha commentato la drammatica situazione in cui si stanno trovando, in questi giorni, diverse zone delle province di Pisa e di Lucca, dove a seguito dell’alluvione e dello straripamento di alcuni corsi d’acqua, fra cui il fiume Serchio, sono andati sommersi almeno tremila ettari di campi coltivati soprattutto a cereali e in particolare a grano, mais e girasole. “Siamo di fronte a un evento di portata straordinaria oltre che drammatica, non solo per il fatto che in quelle zone è caduta una grande quantità d’acqua in tempi ristretti, ma perché questo fatto è stato collegato a uno sbalzo di temperatura di una ventina di gradi che ha fatto sciogliere le nevi delle montagne dell’alta Versilia, determinando un ulteriore afflusso d’acqua nei torrenti, nel fiume Serchio e nel lago di Massaciuccoli, col risultato che vi sono stati diversi straripamenti, esondazioni e frane”, ha affermato il presidente della commissione Agricoltura. Secondo Manetti “vi è comunque da rilevare che c’è una serie di opere idrauliche di grande consistenza che, in quelle zone, aspettano ancora di essere realizzate, anzi di essere finanziate, ed è chiaro che anche questo aspetto, cioè la mancanza di strutture di contenimento e di infrastrutture, ha aggravato la situazione”. Manetti ha poi proseguito evidenziando che “c’era anche la difficoltà indotta dalla presenza del lago” e che “la situazione è stata inoltre aggravata dall’indebolimento degli argini dei fiumi dovuto alla proliferazione di animali selvatici che scavano nei terreni riducendone la resistenza all’acqua”. Con tutto ciò, secondo Manetti, “la grande attenzione che è stata mantenuta in questi giorni sul terreno e sulla risposta all’emergenza ha permesso di contenere, almeno in parte, i danni provocati dall’acqua, comunque ingenti sia per la popolazione che per l’agricoltura, che ha visto andare distrutti una serie non indifferente di raccolti, oltre al danneggiamento di non pochi insediamenti produttivi finiti anch’essi allegati o addirittura completamente sommersi dalle acque”.
(mc)