Basta scrivere "gravidanza" nella finestra di qualche motore di ricerca per approdare a pagine e pagine di informazioni mediche, consigli degli esperti, risposte a domande di utenti ansiosi. Che dieta deve seguire una futura madre? Come può prepararsi al parto? Che pericoli corre il bambino? Tra guide più o meno scientifiche, analisi psicologiche e consigli nutrizionali, è inevitabile perdere di vista la magia e l'unicità dell'evento in sé, e il significato profondo dell'essere madre: ce lo ricorda Monia Scarpelli, scrittrice poco più che trentenne mamma di uno splendido bimbo, nel suo terzo romanzo, Mani di vaniglia (Mauro Pagliai Editore, pp.
192, euro 10), dove racconta la propria gravidanza, vissuta come un viaggio fatto sì di difficoltà e sconvolgimenti, ma anche, e soprattutto, di momenti unici e scoperte meravigliose. Tre domande all'autrice Nel libro c'è una tesi di fondo: si diventa mamme ben prima dell'effettiva nascita del figlio... "Pensiamo a un regalo, come a Natale. Un dono che si tiene sotto l'albero, in attesa del 25 dicembre. Quando sai di essere incinta, ricevi un grandissimo regalo.
E anche se lo aprirai soltanto alla fine della gravidanza, inizi a custodirlo e a pensarci fin da subito. E questo vale anche per il papà!" Pensi che la tua esperienza ti abbia cambiato per sempre? "Come ho scritto nel libro, al monastero dove mi sono sposata una volta ho sentito una donna chiedere a un frate di pregare per il suo bambino, che non stava bene. Alla domanda del frate relativa all'età del bimbo, la donna ha risposto: Ha settantacinque anni!" Tu come hai reagito alla lieta notizia? "In realtà sapevo di essere incinta prima del test di gravidanza, che è stata solo l'ultima, attesissima conferma.
Come del resto sentivo che il bimbo sarebbe stato un maschio ben prima dell'ecografia. Queste 'premonizioni', come del resto altri aspetti dell'essere mamma, sono difficili da spiegare, fanno parte della magia della maternità"