Un pacchetto di provvedimenti coordinati, che riuniscano risorse regionali e nazionali e costruiscano una prospettiva unitaria di intervento, per fronteggiare la crisi e porre le basi della ripresa: è la proposta che il presidente della regione Claudio Martini ha presentato al ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola nel corso di un incontro che si è svolto ieri a Roma nel tardo pomeriggio. Il ministro ha accolto la proposta e quindi è stato costituito un gruppo di lavoro ministero/regione che sarà incaricato di mettere a punto il pacchetto entro il mese di febbraio.
Martini, che era accompagnato dall'assessore Gianfranco Simoncini, ha esordito illustrando al ministro la situazione toscana e sottolineando la necessità di comprendere nelle misure da concordare tutti i settori produttivi, dalla siderurgia alla componentistica auto, dalla cantieristica al tessile. La situazione in Toscana La crisi, secondo la sintesi del presidente Martini, ha colpito la Toscana in tutti i territori e in tutti i comparti, mettendo a dura prova il sistema produttivo nel suo complesso e con esso l'assetto degli equilibri sociali.
L'impatto sul manifatturiero appare particolarmente forte, in quanto va a investire un comparto che già risentiva di difficoltà strutturali, tanto che si parla apertamente di deindustrializzazione precoce. La produzione industriale ha subito un calo del 20% circa nei primi due trimestri del 2009. Nel terzo trimestre la caduta sfiora il 16%. L'occupazione subisce un calo del 5%. Le domande di indennità di disoccupazione ordinaria e le iscrizioni alle liste di mobilità crescono del 30% circa nel periodo gennaio/settembre 2009 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
Il ricorso alla cassa integrazione è più che quadruplicato (+315%), con i valori massimi registrati nelle province di Pisa, Livorno e Firenze. Nessun settore, né quelli del made in Italy né quelli ad elevato contenuto tecnologico sfugge, alla crisi. Nel terzo trimestre, ad esempio, si registra un calo produttivo del 30% per i mezzi di trasporto e del 23% per la meccanica. La crisi non distingue tra piccola e grande impresa. Ma occorre notare che nel triennio 2005-2007 il 71% delle imprese non ha introdotto innovazione, contro una media nazionale del 69% e performance assai migliori in altre regioni. A questa situazione la Regione Toscana ha reagito mettendo in campo una strategia anticrisi che è stata attivata senza incrementare la pressione fiscale regionale, operando nell'ambito degli stanziamenti di bilancio, con assegnazione di risorse aggiuntive e con misure di semplificazione, di sostegno del reddito, per superare le rigidità del sistema del credito e velocizzare la spesa.
I principali interventi attivati e in corso di pianificazione ne l periodo 2009-2010 per disoccupazione e redditi, socio-sanitario, sviluppo delle imprese, tensione di liquidità, sviluppo del territorio e infrastrutture, ammontano a circa 563 milioni di euro. Per contro gli interventi del governo per il biennio 2008-2009 si limitavano a 236 milioni. Alla cifra annunciata di 1,5 miliardi si arriva mettendo nel conto anche gli stanziamenti previsti per il periodo 2010-2012. Altre richieste che le Regioni hanno avanzato al governo (innalzamento del tetto di garanzia per l'impresa, gratuità della controgaranzia dello stato anche nel centro-nord) sono state accolte solo in parte e infine non si ha notizia del decreto con cui il ministero della sviluppo avrebbe dovuto definire le aree interessate da crisi strutturali (su cui intervenire con accordi di programma) e congiunturali (su cui intervenire con la legge 181).
di Susanna Cressati