Poteri pubblici ed economia nel pensiero di Giorgio La Pira

La contrapposizione culturale e politica tra liberisti ed interventisti è ben riassunta dalla polemica tra Luigi Sturzo e Giorgio La Pira, da cui trae spunto il volume “Per il bene comune: poteri pubblici ed economia nel pensiero di Giorgio La Pira”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2009 15:41
Poteri pubblici ed economia nel pensiero di Giorgio La Pira

Il dibattito riguardante un auspicabile intervento della pubblica autorità per la soluzione di situazioni di crisi economica è materia vasta, combattuta e di grande attualità. Può lo Stato intervenire in economia senza dover per forza di cose “ingabbiare” la libertà di iniziativa privata? E’ lecito che esso intervenga a tutela del sacrosanto diritto al lavoro oppure lo Stato è un mostro “Leviatano” che trangugia con avidità la libertà dei cittadini? La contrapposizione culturale e politica tra liberisti ed interventisti è ben riassunta dall’aspra polemica tra Sturzo e La Pira, ben dettagliata da Letizia Pagliai nel suo libro “Per il bene comune: poteri pubblici ed economia nel pensiero di Giorgio La Pira”. Per il liberale Sturzo l’intervento dello Stato è causa di distruzione di ricchezza, per Giorgio La Pira, invece, il sistema economico non possiede i necessari meccanismi di riequilibrio automatico che gli permetterebbero di salvarsi da catastrofi economiche senza l’aiuto dello Stato. Letizia Pagliai scava a fondo tra le molti fonti documentarie a sua disposizione (grazie alla Fondazione Giorgio La Pira) ed esamina con attenzione la posizione assunta da Giorgio La Pira di fronte alle gravi emergenze economiche che si verificarono nel dopoguerra. Il volume riporta alla luce il pensiero e le intuizioni “lapiriane” sulle politiche pubbliche: una stimolante traccia di lavoro che si potrebbe rivelare molto utile in questi tempi travagliati. M.

Locandro

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