Il prossimo primo dicembre ricorre in tutto il mondo la Giornata mondiale contro l'Aids. La giornata è dedicata ad accrescere la coscienza della epidemia mondiale di Aids dovuta alla diffusione del virus Hiv. In quest'occasione il Comune di Empoli distribuirà gratuitamente materiale informativo e profilattici presso l’ufficio relazioni con il pubblico e la biblioteca comunale (che metterà a disposizione anche una bibliografia specifica sull’argomento). “L’attenzione al rischio sta calando – dice Niccolò Balducci, assessore alle politiche giovanili di Empoli - e ormai il 60% delle persone cui viene diagnosticato l’Aids scoprono di essere sieropositive solo molti anni dopo l’infezione, quando la malattia è conclamata.
In Italia sono in forte aumento le infezioni attraverso rapporti eterosessuali e, poiché non esistono ancora vaccini contro il contagio, l’unica reale protezione è basata su comportamenti individuali e collettivi corretti e responsabili. Come l’utilizzo del profilattico. Ecco perché il Comune di Empoli ha scelto di impegnarsi in questa campagna divulgativa sul suo utilizzo. Ne distribuiremo gratuitamente oltre mille, assieme ad una lettera che spiega che cos’è l’Aids e come si trasmette.
Ricordo a tutti che nelle strutture pubbliche del sistema sanitario il test dell’Hiv è gratuito e anonimo, consiste in un normale prelievo di sangue e non è necessaria la richiesta del medico”. Dall’inizio dell’epidemia al 2008 sono stati diagnosticati in Toscana 3.978 casi di Aids, di cui 386 a non residenti. Ad oggi si contano, nella nostra Regione, circa 1.300 persone affette dalla patologia e, solo nel territorio di competenza dell’Azienda Usl 11, gli adulti affetti da Aids sono 619.
L'età media dei malati è in crescita, perché c'è una scarsa percezione del rischio, soprattutto tra i giovani, e quindi si registra un aggravamento del ritardo diagnostico. Oggi l'Aids non può più essere definita una malattia che colpisce i giovani, dato che l'età media della diagnosi è sempre più elevata (44 anni per gli uomini e 39 per le donne), né una malattia che colpisce le cosiddette categorie a rischio. Infatti, se nei primi dieci anni dell'epidemia le persone a rischio maggiore erano i tossicodipendenti (50%), oggi la modalità di trasmissione più frequente è quella sessuale e specialmente quella eterosessuale, che ha riguardato nel triennio 2005-2007 il 47% dei malati.
(dp) La foto è tratta dall'album di Anqa su Flickr.