Capire la reale incidenza dell’HIV nella popolazione fiorentina e, se il dato fosse superiore all’1 per mille stimato, rilanciare con forza l’informazione e la prevenzione. È questo l’obiettivo del progetto “HIV-AIDS. Una malattia dimenticata” presentato questa mattina in Palazzo Vecchio dall’assessore alle politiche sociosanitarie e presidente della Società della Salute Stefania Saccardi e dal presidente della commissione servizi sociali e sanità Maurizio Sguanci.
Erano presenti anche gli ideatori del progetto, ovvero Francesco Mazzotta direttore dell’unità operativa malattie dell’Azienda sanitaria di Firenze e da Stefano Corso presidente della Lila Toscana e coordinatore del gruppo HIV dell’Asl di Firenze. In concreto il progetto prevede, dopo una campagna di informazione a tappeto da realizzare nelle prossime settimane, l’offerta del test HIV alle persone che effettuano le normali analisi del sangue. L’obiettivo è di eseguire oltre 10.000 esami, numero considerato dagli esperti sufficiente per avere un dato reale dell’incidenza della malattia.
La novità sta proprio nel coinvolgere la cosiddetta popolazione normale, e non soltanto le categorie a rischio, in modo da avere un dato scientificamente sicuro e non soltanto stime basate sui numeri parziali. “Come Amministrazione, su sollecitazione del presidente Sguanci, abbiamo deciso di sostenere questo progetto perché purtroppo negli ultimi anni si è diffusa la convinzione che l’AIDS sia scomparso – ha spiegato l’assessore Saccardi –. Invece la malattia c’è ancora anche se risulta meno letale del periodo iniziale grazie alle terapie individuate.
Ma la cura è più efficace quanto prima viene scoperta la sieropositività ed invece negli ultimi anni, a causa di una caduta di interesse nell’opinione pubblica su HIV e AIDS, sono sempre di più le persone che si accorgono di aver contratto il virus quando ormai la malattia è conclamata. Questo si traduce in una minor efficacia del trattamento e in un aumento rilevante delle possibilità di contagio tra la popolazione”. Sì perché come ha spiegato Mazzotta, l’incubazione del virus è molto lunga, anche 10-12 anni e in questo periodo la persona contagiata dall’HIV ma non ancora malata può inconsapevolmente diffondere la malattia.
Se a questo si aggiunge che negli ultimi anni è aumentata la trasmissione del virus attraverso i rapporti sessuali e che il test viene effettuato da un numero sempre più esiguo di persone (anche nelle cosiddette categorie a rischio), diventa particolarmente importante rilanciare il test HIV. “L’obiettivo dell’iniziativa è proprio quello di sensibilizzare l’intera popolazione su questo tema – ha continuato l’assessore Saccardi – in modo da curare le persone contagiate in modo tempestivo ed evitare la diffusione della malattia”.
“Si tratta di una malattia sottovalutata – ha aggiunto il presidente Sguanci – e in espansione. Secondo l’Istituto superiore della sanità in Italia i casi di AIDS conclamata dall’inizio dell’epidemia sono oltre 60.000 e si stima che le persone contagiate dall’HIV siano oltre il doppio. E ogni anno sono 6.000 i nuovi soggetti che si scoprono malati di AIDS. Ebbene, a Firenze i casi di AIDS conclamato dall’inizio sono 1.159 e quindi la stima dei contagiati dovrebbe attestarsi su circa 2.400.
Se poi si considera l’incidenza della malattia sulla popolazione, Firenze supera l’1 per mille considerato usuale attestandosi sul 2,7 per mille. Addirittura il capoluogo toscano è passato dal quinto al terzo posto tra le città italiane per l’incidenza stimata dell’HIV e per questo diventa particolarmente importante avere a disposizione un dato certo sulla diffusione del virus nella popolazione. Questo progetto non è importante soltanto dal punto di vista sanitario ma anche culturale – ha sottolineato Sguanci – perché è utile a diffondere la consapevolezza della rilevanza del test.
Un test che dovrebbe diventare un’analisi di routine come le altre”. “Finora – ha spiegato Mazzotta – è stata portata avanti soprattutto un’opera di educazione sanitaria, con questo progetto vogliamo fare un salto qualitativo importante: vogliamo conoscere la vera incidenza del virus nella popolazione, capire la reale diffusione della malattia. Si tratta di uno studio pilota che prevede la richiesta a chi si reca a fare le normali analisi di effettuare in modo gratuito e volontario anche il test dell’HIV”.
Lo studio partirà a febbraio dopo alcune settimane di campagna di informazione e sensibilizzazione con manifesti e volantini in distribuzione nei luoghi più frequentati dai cittadini, dagli ambulatori del medici di famiglia ai locali dell’Asl di Firenze, dalle scuole ai centri commerciali fino ai bus dell’Ataf. “Se da questa indagine dovesse emergere che l’incidenza è superiore all’1 per mille considerato normale – ha precisato Mazzotta – allora dovremo intensificare l’azione di sensibilizzazione e prevenzione rivolta alla popolazione”.
Da parte sua Corso ha ribadito come “oggi molti non sanno di essere sieropositivi: più del 60% delle persone scoprono di essere sieropositive al momento del ricovero in ospedale, quando ormai l’infezione è già di fatto conclamata. Questo comporta una grossa ipoteca sulla qualità della vita del paziente oltre che un aggravio della spesa sanitaria. Ogni anno in Toscana sono 100 i nuovi casi di AIDS, senza contare i nuovi sieropositivi. Se i risultati di questa indagine dovessero confermare la sensazione di un incremento delle infezioni, dovremmo allora incrementare la collaborazione delle associazioni di volontariato e le strutture pubbliche in modo da attivare tutte le sinergie possibili per effettuare campagne di prevenzione e informazioni che riducano in modo sensibile il numero dei nuovi contagi” ha concluso Corso.
(mf)