Una riflessione a tutto tondo sulle azioni e le strategie pubbliche per le politiche di genere realizzate o da realizzare per permettere alle donne di godere pienamente dei loro diritti di cittadinanza. Questo il senso degli Stati generali delle Pari Opportunità che hanno concluso oggi a Palazzo Strozzi Sacrati il percorso di ascolto e confronto promosso dal vicepresidente della Regione Federico Gelli che fra le sue deleghe ha anche quella alle pari opportunità di genere. Una verifica e una conferma, come ha spiegato l'assessore all'istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini in apertura della giornata di lavoro, del fatto che non ci può essere sviluppo senza un forte aumento della presenza delle donne nella vita sociale e pubblica, nell'economia e nel lavoro.
«Un percorso nell'arc o del quale sono stati fissati due importanti punti fermi, un lascito importante - ha detto Simoncini - per la futura legislatura: la legge per la cittadinanza di genere approvata dal consiglio lo scorso aprile e il Piano regionale per la cittadinanza approvato a settembre per 2009 e 2010. Questi due strumenti saranno la cornice per tutte le iniziative concrete a favore delle donne. «Ora non ci resta che essere coerenti, passare dalle parole ai fatti e tradurre in pratica le indicazioni che da questi strumenti ci derivano, a cominciare dalle prossime elezioni regionali e dal programma per il prossimo quinquennio». Fra le più urgenti le misure per il lavoro.
Le donne, anche in Toscana, si ritrovano ad essere le principali vittime della crisi. E questo nonostante il forte recupero degli anni passati, che avevano portato la Toscana quasi 10 punti sopra la media nazionale per l'occupazione femminile (in Italia oggi al 47%). Nel 2009 il dato toscano cala d al 56 del 2008 al 55,7 % del primo semestre 2009. La Toscana del lavoro femminile resta dunque al di sotto delle realtà più virtuose, in particolare quelle del nord Europa (che toccano il 70%) e ancora lontana dai traguardi del consiglio europeo di Lisbona (60%).
E che le donne siano ancora una componente a rischio, le prime a soccombere alle prime difficoltà del mercato, lo dimostrano i dati sulle nuove assunzioni: che sono, nei primi sei mesi del 2009, 72 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2008 di cui 52 mila riguardano donne. E ancora, il 45% dei lavoratori che usufruiscono della Cassa integrazione in deroga è costituito da donne e il tasso di disoccupazione (le persone che cercano lavoro) femminile (7,9%) è il doppio di quello maschile (3,8%).
La Regione non ha aspettato l'acutizzarsi della crisi. E' stata la prima a varare un Patto per l'occupazione femminile che prevede un investimento di 26 milioni e numerose iniziati ve svolte in collaborazione con enti locali e parti sociali, tutte già attivate. «E' una strada sulla quale insisteremo – spiega Simoncini – perchè sappiamo che non possiamo uscire dalla crisi senza avere più donne nel mercato del lavoro. Non dimentichiamo, per questo, iniziative come quelle legate alla legge per la non autosufficienza e al piano triennale di investimenti per l'infanzia, pensati prima di tutto per quei cittadini ma che, innegabilmente, danno una mano a funzioni di sostegno alla famiglia che ancora oggi gravano soprattutto sulle donne». La Regione, insomma, fa la sua parte: per gli asili nido è già al primo posto in Italia (con il 31%) per accoglienza di bambini da 0 a 3 anni, a un passo dall'obiettivo di Lisbona (33% entro il 2010).
L'impegno prosegue. «Ma purtroppo, da parte del governo non c'è un riconoscimento di questo impegno – lamenta l'assessore – risorse non n e arrivano e continuiamo a non venire consultati. Speriamo di esserlo per il futuro». di Barbara Cremoncini