Debutta in prima nazione, il 14 e il 15 novembre, al Teatro Politeama Pratese, il nuovo spettacolo di Maurizio Micheli e Tullio Solenghi, “Italiani si nasce… e noi lo nacquimo”, realizzato con la collaborazione di Marco Presta e la consulenza artistica di Michele Mirabella. Coadiuvati da una compagna di sei attori, Micheli e Solenghi, ripercorreranno, attraverso simpatiche caratterizzazioni, trucchi, dialetti, travestimenti, le mille identità necessarie a raccontare gli Italiani. Lo spettacolo L’Italia sta per festeggiare i 150 anni della sua Unità.
Quale migliore occasione per riflettere sugli aspetti del nostro costume e del nostro carattere nazionale che, malgrado il passare dei secoli, non sembrano cambiati e puntualmente si ripropongono. E, dato che l’ironia è di tutte le riflessioni la più acuta ed efficace, e il teatro il luogo perfetto per significare la propria identità, qualcuno, Micheli e Solenghi, con la complicità di due amici, di buone riletture, di sfiziose canzoni, propongono “Italiani si nasce”. E postillano “e noi lo nacquimo”, implicito omaggio al genere varietà teatrale che, stagionato almeno quanto “L’Unità Nazionale”, rimane a tutt’oggi un’ispirazione irresistibile. L’azzardo non è quello della rievocazione nostalgica, bensì del raccontare con l’occhio critico di oggi il carattere degli italiani nel tempo. Così, in una piazza italiana, ai piedi dei due monumenti di Garibaldi e di Vittorio Emanuele II, una compagnia teatrale comincia a raccontare una storia d’Italia che si dipana a partire dai lombi supremi, quelli di Adamo, con la creazione (molto fa pensare che Adamo ed Eva fossero Italiani… ante litteram, serpente compreso), per poi passare ad alcuni protagonisti altolocati della storia (Leonardo, Colombo, Galilei, Cavour, Casanova) ma anche alle più umili comparse (due cristiani che stanno per essere sbranati dai leoni del Colosseo, italiani anche loro, che a furia di piccoli espedienti rimandano l’esecuzione fino all’arrivo dell’immancabile indulto…). Scopriremo così che tutti sono accomunati dallo stesso irresistibile denominatore comune, “l’Italianità”.
Ma “l’Italianità” esiste ancora? Se sì, come si manifesta oggi? E che fine hanno fatto “Dio Patria e Famiglia” o gli inevitabili e invadenti “poeti santi e navigatori”? Forse, lo si può meglio scoprire e raccontare scandagliando la storia patria proprio con la comicità del teatro. Attraverso quel teatro speciale, così tipicamente italiano, che è il varietà di sangue nobile con musiche, lepidezze, umorismo, prose e versi e canzoni. Gli interpreti Tullio Solenghi: nato a Genova, Solenghi frequenta la Scuola di Teatro dello Stabile di Genova, e debutta sulle scene nel 1970 con Madre coraggio di Brecht, prodotto dallo Stabile genovese, con cui la collaborazione proseguirà per altre 7 stagioni di fila.
Dopo alcune esperienze televisive alla fine degli anni '70, nel 1982 fonda il celebre "Trio" con Anna Marchesini e Massimo Lopez, che debutta con il programma di Radiodue "Helzapoppin". È l'inizio di un sodalizio artistico di grandissimo successo, destinato a durare per oltre un decennio fino allo scioglimento nel '94. Il Trio ha fatto la storia della televisione italiana portando al successo numerose trasmissioni e giungendo all'apice della popolarità nel 1990 con la parodia de "I promessi sposi".
In quest'ultimo decennio, Solenghi si è alternato fra la televisione ("Domenica In", "Striscia la Notizia") e il teatro (“Le nozze di Figaro” di Beaumarchais, “L'ultima radio” di Sabina Negri). Maurizio Micheli: si diploma alla Scuola d’arte drammatica del Piccolo Teatro di Milano e prende una laurea al DAMS di Bologna. Debutta al cinema in "Allegro non troppo" di Bruno Bozzetto (1977) e a teatro, dopo diversi spettacoli di cabaret, con “Mi voleva Strehler” (1978), one man show scritto con Umberto Simonetta, che ottiene subito una vasta eco e diventa negli anni uno spettacolo di culto.
Numerosi passaggi televisivi lo rendono popolare al grande pubblico con personaggi macchiettistici come il dj Nicola di Mola e negli anni '80 interpreta diverse pellicole al cinema lavorando con Sergio Corbucci, Steno e Dino Risi. Dagli anni '90 si dedica quasi esclusivamente al teatro, limitando l'attività cinematografica a qualche sporadica apparizione. Fra i suoi successi più recenti “La presidentessa” con Sabrina Ferilli (2007), “Il letto ovale” con Barbara D'Urso, ripreso l'anno dopo con Maria Laura Baccarini (2007/2008) e si prepara a riportare in scena il suo cavallo di battaglia,”Mi voleva Strehler” (2009).