Sarà annullato il matrimonio con rito cattolico che si è celebrato ieri a Firenze. Sollevato dall'incarico per aver celebrato in chiesa le nozze di una donna nata uomo. L'arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, ha deciso di sospendere don Alessandro Santoro, il sacerdote dalla cura pastorale della comunità delle Piagge, che ha sposato ieri con il rito cattolico Sandra Alvino, nata «donna per sbaglio in un corpo di uomo», come dice lei, 64 anni fa, ma donna per la legge italiana dal 1982.
“Vivere un periodo di riflessione e di preghiera” è la richiesta posta dall'arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, a Don Alessandro Santoro. “La chiesa ancora una volta ha dimostrato rigidità incomprensibili rispetto a realtà che sono cambiate. Come cattolico mi meraviglio di questo provvedimento che mi sembra non valuti complessivamente il lavoro di don Alessandro Santoro alle Piagge”. Lo afferma il capogruppo di Sinistra per Firenze Eros Cruccolini che commenta la decisione dell’arcivescovo Giuseppe Betori di “sollevare don Santoro dalla cura pastorale della comunità delle Piagge”.
“Rispetto al passato – dice ancora Cruccolini – ci troviamo davanti a persone che cambiano sesso e, come nel caso di Sandra Alvino che più volte si è professata cattolica, desiderano di essere sposate regolarmente. Da cattolico dico che queste persone in rapporto alla chiesa sono uguali alle altre”. “Nell’esprimere la mia solidarietà a don Santoro – conclude Cruccolini – voglio ricordare il suo lavoro, spesso improbo e faticoso. In una zona ricca di problematiche ha sempre trovato parole di conforto, percorsi e progetti che hanno portato a risolvere i problemi di persone veramente in difficoltà”. "Apprendiamo della sospensione di Don Santoro e sinceramente la cosa non ci sorprende.
Adesso potrà finalmente dedicarsi alla sua vera vocazione, ovvero quella di fare il politico". Così i consiglieri comunali del PdL Francesco Torselli, Alberto Locchi e Jacopo Cellai. "Don Santoro, come molti altri prima di lui, ha finito per essere risucchiato nel vortice della continua ricerca della provocazione - hanno spiegato i tre consiglieri del centrodestra - dimenticando quello che in realtà era il suo compito di sacerdote. Don Santoro - hanno aggiunto Torselli, Locchi e Cellai - ha cercato con ogni mezzo di stupire l'opinione pubblica, provocando e spingendosi sempre oltre sconfinando sempre di più dal campo della fede a quello della politica.
Adesso - hanno concluso i tre esponenti del centrodestra - finalmente Don Santoro potrà dedicarsi a fare ciò che, anche da dietro l'altare, ha sempre cercato di fare: politica. Potrebbe essere interessante confrontarsi con lui, in futuro, anche sul piano elettorale: Don Santoro ha sempre rivendicato grande seguito popolare, adesso potrà candidarsi e misurarsi sul campo". Torselli, Cellai e Locchi infine si rivolgono all'arcivescovo Betori definendosi pienamente in linea con la decisione di sospendere Don Santoro.