"Quest'amore non è una stella" intonano i tifosi lasciando l'Artemio Franchi di Firenze, ma Jovetic sì, adesso con la consacrazione del campo europeo. Il montenegrino trascina la Fiorentina al successo e regala giocate di alta scuola. Sembra partire intimorita la squadra viola, ma minuto dopo minuto cresce. A dettare i tempi la coppia centrale Zanetti e Montolivo (preferito a Donadel) con il primo in stato di grazia tecnica e qualitativa, recupera, smista, propone ed il secondo che ci mette quel qualcosa in più che si ricorda di avere nel bagaglio.
Per Zanetti anche l'assist geometrico per il primo gol. Coppia da Distinto quella davanti alla difesa che fa prendere coraggio anche agli esterni e se Marchionni e Vargas accelerano, non li ferma nessuno. Vargas ci prova con un tiro ottimamente respinto dal portiere dei reds e poi offre l'assist al secondo gol. Semplicemente necessari e determinanti i due sulle fasce che non si risparmiano accusando un calo nella ripresa. Mutu fa la punta di sacrificio e si inventa anche giocate alla Gilardino con appoggi di testa.
Poi nel reparto avanzato c'è lui, e lui ci vuol coraggio a definirlo ancora "ragazzo" con la grinta e lo sfrontato talento che si ritrova, Jo-Jo riceve da Zanetti sul filo del fuorigioco ed infila Reina, intercetta il tiro-cross di Vargas e per la seconda volta segna... e fa sognare. Il primo tempo viola è esuberante, tutto a trazione anteriore. Nella ripresa il ritmo cambia ed il 2 a 0 consente un diverso tipo di manovra, che però viene letta subito dagli inglesi come un invito ad uscire allo scoperto e così i viola si trovano pressati e spesso chiusi nella propria metà campo.
Qui entra in funzione la retroguardia della Fiorentina. Come fosse un cambio di parti, una sostituzione di ruoli nella partita perfetta, dopo l'attacco viene la difesa. Dainelli e Gamberini offrono uno spettacolo che vale il lavoro dei centravanti puri, semplicemente impeccabili inseguono il pallone senza perderlo di vista e Torres e Gerrard devono desistere dai loro intenti. Comotto rientra a destra e trova subito il ritmo giusto, buona la prova di Gobbi che si tiene maggiormente in copertura e recupera in alcune occasioni in modo provvidenziale. Frey poco impegnato, ha comunque modo di presentarsi agli spettatori Champions alla sua maniera con uscite sicure ed interventi risolutivi. Jorgense subentra a Vargas, poi è la volta di Donadel per Mutu in una fase in cui Prandelli ha cercato maggiore copertura, ed infine De Silvestri per Marchionni, cambi effettuati dal minuto 70 in poi a riprova di un gran sfoggio di cuore e di resistenza da parte della compagine viola. Vince la Fiorentina, ma vince anche Firenze, la città chiamata in causa dagli stessi tifosi, dodicesimo uomo in campo, con una coreografia che non poteva lasciare incompiuta l'opera di una serata così tanto attesa.
La cattedra di Prandelli si arricchisce di una dispensa importante, altro capitolo di un libro sempre più interessante ed avvincente. Prandelli a fine gara: "Il primo tempo siamo stati molto, molto ordinati, con le distanze giuste. Il calcio è anche abbastanza semplice, l'importante è saperlo interpretare. Abbiamo fatto davvero molto bene, soprattutto nel primo tempo. Jovetic ha fatto molto di più che un salto di qualità, lo scorso anno vedevamo le abilità tecniche ma era spesso in funzione ad un suo movimento, da quest'anno è a servizio della squadra, con movimenti giusti.
Complimenti perchè quest'anno è arrivato con molta convinzione. Sta segnando molto, è più sereno e tranquillo. Quando come lo scorso anno cerchi troppo il gol spesso capita che non riesci a farlo. Arriva quando sei sereno e tranquillo". Jovetic dal Franchi a Violachannel.it: "Una partita bellissima, sono molto più sereno. Spero di continuare così. Il mio futuro? Sono contento di essere qui". Telegrafico, diretto, cosa domandare di più? Lo sa fare, lo fa, come dice Prandelli "il calcio è anche abbastanza semplice". di Antonio Lenoci