Fondi regionali per garantire la scuola a 750 bimbi

Ancora una settimana alla riapertura delle scuole in Toscana. Ma mentre aumentano gli studenti 453.740 studenti, contro i 446.503 dell'anno scolastico 2008-2009, diminuiscono il numero di docenti (-1.700) e di sezioni (-23).

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 settembre 2009 18:01
Fondi regionali per garantire la scuola a 750 bimbi

La Regione Toscana ha deciso di intervenire con risorse tratte dal proprio bilancio per garantire l'apertura delle 33 sezioni di scuola dell'infanzia, attivate dai Comuni e pronte a partire, ma che non possono essere aperte per colpa dei tagli del personale decisi dal governo. "Per evitare che, per la prima volta in Toscana, 750 bambini non si vedano garantito l'accesso alla scuola dell'infanzia e le loro famiglie siano costrette a rivolgersi a nonni o baby sitter abbiamo deciso di intervenire. E stiamo pensando di farlo, in via del tutto straordinaria ed eccezionale, attraverso convenzioni con Anci, Ufficio scolastico regionale e Comuni". Questa una delle proposte che l'assessore all'istruzione formazione e lavoro Gianfranco Simoncini ha presentato oggi a sindacati della scuola ed enti locali per fare fronte ai problemi legati ai provvedimenti del governo che rischiano di mettere anche la Toscana in difficoltà all'avvio dell'anno scolastico.

Come da tempo annunciato, la scuola ricomincia in Toscana con 1.700 insegnanti e 750 addetti non docenti in meno a causa della riduzione degli organici previsti dal ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini. Preoccupazione per la qualità della scuola "Siamo preoccupati – ha detto l'assessore - perchè siamo convinti che i provvedimenti decisi dal governo sono destinati a portare un abbassamento dei servizi e della qualità della scuola, che si rivela particolarmente grave per la scuola dell'infanzia e per la primaria e che porterebbe alla desertificazione delle piccole realtà, soprattutto montane, con gravi conseguenze anche sul piano sociale".

Fondi per “salvare” la scuola dell'infanzia La decisione di garantire con fondi del bilancio regionale l'apertura delle 33 nuove sezioni che, in base alle richieste delle famiglie, erano già pronte ad accogliere 750 bambini dai tre ai sei anni è comunque un provvedimento tampone, che si inserisce in un settore nel quale c'è già un intervento collaudato con un sostegno alle scuole materne private convenzionate. L'assessore precisa infatti che "la Regione non intende sostituirsi a competenze che sono dello Stato e a problemi che è lo Stato a dover risolvere.

D'altra parte riteniamo intollerabile che, dopo aver assicurato l'asilo nido al 31% dei bambini da zero a tre anni, nella fascia di età successiva questi stessi bambini restino privi del servizio". Per approfondire gli aspetti della proposta l'assessore ha già convocato per mercoledì prossimo una riunione con i sindaci dei Comuni interessati. Chieste più risorse al governo La Regione sollecita quindi il governo a rimpinguare i fondi per la scuola tornando indietro sulla politica dei tagli e a farsi carico dei problemi del personale precario definendo ammortizzatori sociali per i lavoratori espulsi.

La Regione intanto fa la sua parte. Prosegue e si rafforza il sostegno alla scuola nelle materie di sua competenza, come edilizia scolastica, diritto allo studio, proposte formative per l'utilizzo della quota del 20% dei programmi didattici. Nuovo ricorso alla Corte Costituzionale Sempre sul fronte dei rapporti con il governo l'assessore ha anche preannunciato che si sta valutando la possibilità di un nuovo ricorso alla Corte Costituzionale contro i regolamenti del ministero che intervengono sul riordino organizzativo di scuola per l'infanzia e a primaria e costituiscono una invasione di campo rispetto alle prerogative regionali sul dimensionamento.

Scuola al via in Toscana per 453.740 studenti Aumentano gli alunni ma le classi e gli insegnanti diminuiscono. La scuola toscana ripartirà il 14 settembre. A entrare in classe, dalla materna alle superiori, saranno quest'anno 453.740 studenti, contro i 446.503 dell'anno scolastico 2008-2009. Ma, se gli alunni sono di più, il numero delle classi è inferiore a quello dello scorso anno, passando complessivamente da 20.909 a 20.886.

All'aumento di alunni (+ 7.237 unità) corrisponde un numero di insegnanti inferiore, rispetto allo scorso anno, di circa 1.700 unità (si passa da 40.363 a 38.651). Le classi dunque saranno ovunque più affollate. Ma il punto di maggiore sofferenza è rappresentato dalla scuola dell'infanzia. Nel piano di dimensionamento (il lavoro organizzativo che pianifica l'apertura di sezioni e sedi scolastiche in base alle esigenze) che la Regione ha elaborato, come ogni anno, esercitando così le competenze affidatele dalla Costituzione, si indica come necessaria l'apertura di 33 nuove sezioni per 750 bambini da tre a sei anni.

I piccoli iscritti alla materna passano quest'anno da 66.121 a 67.614, 1.493 in più: per fare fronte a questo aumento, la Regione aveva richiesto per questo ordine di scuola 2.704 nuove sezioni. Ma ne ha ottenute solo 2671. Ma tagli e ridotto numero delle sezioni avranno pesanti effetti anche sugli altri ordini di scuola. In tutto ne mancano all'appello 179. La Regione aveva chiesto l'attivazzione di 21.065 nuove sezioni mentre ne sono state realmente assegnate 20.886. Se il governo taglia, la Regione investe sulla scuola, convinta che investire sulla scuola equivalga ad investire sul futuro.

Diritto allo studio scolastico La lotta alla dispersione scolastica e la diffusione dell’istruzione secondaria superiore rappresentano gli assi portanti degli interventi per il diritto allo studio. A partire dal 2008 la Regione ha avviato in modo deciso il percorso di innovazione e potenziamento del sistema regionale degli incentivi individuali, aumentando anche le risorse. Da circa un milione e 200 mila euro si è passati a circa 2 milioni di euro nel 2008, per arrivare a circa 3,3 milioni di euro nel bilancio 2009 (che grazie a ulteriori disponibilità sono diventati circa 4 milioni) e nel bilancio pluriennale per il 2010.

Per gli interventi del diritto allo studio scolastico saranno complessivamente disponibili nel triennio 2008-2010 circa 30 milioni di euro. Obbligo di istruzione Una delle politiche più significative introdotte dalla Regione Toscana nel settore dell’istruzione è relativa al percorso nell’ambito di quanto introdotto dalla legge finanziaria 2007 che ha reso obbligatoria l’istruzione per almeno 10 anni. L’assolvimento dell’obbligo all’istruzione in Toscana, unica regione d'Italia, può avvenire solo all’interno del sistema dell’istruzione, con la frequenz a di almeno due anni di scuola secondaria superiore e, per coloro che non desiderano proseguire gli studi nel canale dell’istruzione viene offerto un terzo anno professionalizzante per l’acquisizione di una qualifica professionale di II livello europeo. Edilizia scolastica La Regione si è trovata, su questo fronte, a dover sopperire alle forti carenze e ritardi con cui lo Stato, che ha la competenza, ha trasferito le somme necessarie a finanziare l'edilizia scolastica.

Il piano triennale varato dalla Regione prevede un investimento di 45 milioni di euro. In particolare la Regione ha dovuto utilizzare risorse proprie a favore dei piccoli Comuni, che rischiavano di dover chiudere scuole per mancanza di fondi per restauri e messa a norma. Con la legge regionale sono finanziabili opere di edilizia scolastica a favore dei Comuni in difficoltà nel reperire le risorse finanziarie. Per il triennio 2006-2008 lo stanziamento di 6 milioni di euro ha consentito la realizzazione di 43 opere in 42 Comuni.

Per il secondo triennio 2009-2011 lo stanziamento è aumentato a 9 milioni di euro ed è in fase di avvio la predisposizione di un piano per l’assegnazione di circa 2 milioni. Attenzione alla didattica anche nelle iniziative sperimentali come il progetto “senza zaino” realizzato in alcuni centri montani in collaborazione con Uncem (le comunità montane) e le convenzioni con privati e privato sociale per garantire comunque la presenza di servizi qualificati nei centri minori. Educazione alla cittadinanza Dallo scorso anno le scuole toscane potranno scegliere dal catalogo dell'offerta formativa regionale come utilizzare il 20% del monte orario loro assegnato.

La Regione ha messo ordine nell'offerta (che spazia dalla salute all'educazione alimentare, dalla tutela dell'ambiente alla legalità, ecc.) e fatte nuove proposte. La delibera sfrutta la possibilità offerta dalla norma nazionale (decreto del novembre 2005) alle Regioni di dettare indirizzi che possono essere raccolti dalle scuole per il 20% del monte orario obbligatorio. Un’opportunità colta anche dalla Toscana che ha definito un pacchetto di interventi, finanziandoli per quest’anno con 9 milioni di euro che si aggiungono ai 5 dell'anno precedente.

di Barbara Cremoncini Nell'immagine, d'archivio, l'interno di una materna.

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