Crollano i prezzi di grano, orzo e mais. Agricoltori in difficoltà

La Cooperativa Agricola di Legnaia segnala il crollo dei prezzi di grano, orzo e mais: -30% rispetto al 2007, -20% rispetto al 2008. E per gli agricoltori toscani la crisi si fa sempre più nera.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 agosto 2009 11:19
Crollano i prezzi di grano, orzo e mais. Agricoltori in difficoltà

Crollano i prezzi dei cereali e per gli agricoltori toscani è crisi nera. Grano, orzo e mais registrano diminuzioni di prezzo superiori al 30 per cento rispetto al 2007 e di circa il 20 per cento nei confronti dello stesso periodo dello scorso anno, mentre aumentano i costi di fertilizzanti e sementi. “La situazione sta diventando insostenibile per i cerealicoltori toscani - spiega Simone Tofani, responsabile dell’Area Tecnica della fiorentina Cooperativa Agricola di Legnaia -, con rese schiacciate dal crollo dei prezzi.

Secondo i dati della Borsa merci di Bologna, il frumento duro viene quotato intorno ai 24 euro al quintale a fronte dei 30-32 dello scorso anno e dei 35-37 del 2007; mentre per il tenero si parla di 14,5-15 euro al quintale, rispetto ai 24-25 del 2007 e ai 20 del 2008. Una crisi che non ha risparmiato l’orzo, passato dai 25 euro al quintale dello scorso anno ai 12,4 di quest’anno oppure il mais, scivolato a 16,60 rispetto ai 24,60 euro dello scorso anno. Valutazioni che azzerano il ritorno economico degli agricoltori, alle prese con costi di produzione che salgono, a partire da fertilizzanti e sementi.

Se la tendenza non s’inverte e appare difficile, considerata la quantità di cereali che arrivano dall’estero, siamo al tracollo. Un duro colpo per ampie zone agricole della regione, come la Maremma, ma anche il senese, la piana fra Firenze e Prato, il Mugello e il Valdarno. Non dimentichiamo che la Toscana è la sesta produttrice di grano duro in Italia e la nona per quanto riguarda il frumento tenero, produzioni che rischiano di scomparire”. Secondo le valutazioni del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, contenute nel Bollettino Agrit del giugno 2009, la Toscana ha già visto quest’anno una forte diminuzione, circa del 40 per cento, delle superfici destinate a frumento duro, scese a 87 mila ettari, e tenero, calata a 12 mila ettari.

In netto calo anche le quantità prodotte, con il grano duro a 2 milioni e 870 mila quintali e il tenero che scende a 475 mila quintali. “Sul crollo delle superfici coltivate – spiega Marcello Boretti, cerealicolture di Prato – ha inciso la situazione di crisi, che ha spinto a non investire nell’acquisto di sementi, considerate le basse rese, ma anche la situazione climatica, che ha creato problemi alle semine, prima con le frequenti piogge autunnali e poi con i campi che si sono “asciugati” in primavera.

I prezzi, crollati già lo scorso anno, hanno indotto molti a non investire, considerato che i magazzini in molti casi sono rimasti pieni, nella speranza di una piccola ripresa che consentisse di ammortizzare le spese. Invece i prezzi hanno continuato la loro discesa e quest’anno la situazione è ancora più critica. I mulini funzionano a pieno ritmo, ma si macina quasi esclusivamente grano che arriva dall’estero: produzioni spesso di qualità minore, ma dai prezzi concorrenziali. In questa situazione per i produttori della nostra regione non c’è remunerazione, visto anche l’aumento di fertilizzanti e sementi, e si rischia il tracollo totale”.

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