Trasformare il Multiplex ed il centro commerciale di Novoli in un polo culturale comprendente una Casa delle culture, una cineteca, spazi aggregativi e sale prova per giovani artisti e quanto arriverà dalla progettualità diffusa dei cittadini e delle associazioni del territorio. Si tratta di un vero e proprio polo di sperimentazione artistica, quanto proposto da Ornella De Zordo di perUnaltracittà con un'interpellanza al sindaco Matteo Renzi.
Con questo atto la capogruppo lancia l'idea di far acquistare dal Comune l'edificio utilizzando i fondi regionali già disponibili e quindi cambiare destinazione al manufatto attualmente destinato a Multiplex e centro commerciale. "E' una proposta forte - ha dichiarato Ornella De Zordo - considerata al momento irrealistica la pur auspicabile ipotesi di demolizione della struttura, la nostra idea intende stabilire comunque un principio di legalità ineludibile specialmente in una città con la storia e la tradizione di Firenze.
Chi non rispetta le leggi - ha sottolineato la capogruppo - ricordando che il cantiere è sequestrato dalla magistratura dal 17 novembre 2008 per presunte irregolarità e violazioni delle norme edilizie - non merita nessun premio e nessuna sanatoria". "Il progetto di una Casa delle culture è un progetto essenziale per tutta la città, soprattutto in una zona, come quella del polo universitario, ricca di giovani e povera di strutture di tal genere – ha continuato De Zordo - Firenze ha bisogno di spazi creativi per rinascere culturalmente, e questa proposta è un banco di prova per chi, come il sindaco Renzi, punta su un nuovo rinascimento fiorentino".
PerUnaltracittà è stata la prima a seguire - appoggiando la battaglia dell’Associazione nazionale esercenti cinema (Anec) e del suo presidente Maurizio Paoli - la vicenda urbanistica legata alla costruzione del Multiplex. Nel settembre del 2008 ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica dopo aver avanzato in Consiglio comunale diverse interrogazioni segnalando varie irregolarità. Il sequestro del cantiere ha dato nuovo vigore al dibattito sorto in città portando alla creazione di un’ampia e trasversale convergenza delle forze politiche, culturali e sociali sulla dannosità della nascita di un nuovo multiplex (e di un mega centro commerciale) nel territorio comunale, che porterebbe alla sicura chiusura i cinema di quartiere superstiti con grave impoverimento della vita culturale e sociale dell’intera città.
Preme sottolineare che il Consiglio comunale il 21 aprile scorso ha bocciato la proroga dell’intero Piano di Recupero dell’area ex- Fiat di Novoli, ribadendo la contrarietà al Multiplex, decisione che conferma la mozione 365 approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il primo luglio 2002 e la delibera 50042 approvata all’unanimità dal Consiglio di Quartiere 5 il 29 luglio 2002, nelle quali si esprimeva la netta contrarietà all’edificazione del Multiplex. "La proposta di abrogazione della vigente legge regionale sull’apertura delle sale cinematografiche, approvata dalla Giunta regionale il 6 luglio 2009, che affida l’intera potestà autorizzatoria ai Comuni non sarà l'ennesimo tentativo di sbloccare la situazione a favore dei costruttori?" termina la nota stampa di perUnaltracittà. “Siamo molto preoccupati circa l’eventuale approvazione di questi dispositivi – dichiarano Mauro Romanelli, portavoce della Federazione Toscana dei Verdi, Piero Baronti, presidente di Legambiente Toscana, insieme a tutti i consiglieri regionali che hanno firmato l’emendamento (Mario Lupi dei Verdi, Alessia Petraglia, Bruna Giovannini, Monica Sgherri, Marco Montemagni), e ai Consiglieri comunali Tommaso Grassi e Valdo Spini - poiché essa, innanzitutto, rimetterebbe in gioco d’ufficio la multisala abusiva, il cui percorso autorizzativo, considerato illegittimo dalla magistratura e comunque ormai scaduto, potrebbe ripartire da zero e rifarsi una sorta di verginità, e poi perché potrebbero, in teoria, sorgere multisale molto vicine tra loro anche se ricomprese entro confini comunali diversi: infatti il bacino di utenza di queste strutture è sovra comunale e spesso sovra provinciale, per cui è opportuno che la programmazione rimanga a livello di Regione Toscana”. “Ci colpiscono inoltre le modalità istituzionali che sono state perseguite: prima l’inserimento dell’articolo suddetto, un po' alla chetichella, nel testo sula semplificazione legislativa, poi il suo trasferimento, sempre in modo un po' furtivo, nel testo sulla cultura: su questo tema c’è poca chiarezza ed il rischio che le pressioni degli interessi forti possano falsare il dibattito e le decisioni politiche”. “Siamo favorevoli invece – ha proseguito Romanelli – al passaggio delle competenze ai Comuni per le sole sale cinematografiche fino a due schermi: questo anzi potrebbe favorire una politica di apertura di nuove sale e una rivitalizzazione dei cinema di quartiere.
Ma faremo un emendamento affinchè le competenze dei Comuni si fermino ai due schermi, e non vadano oltre”. "Per quanto riguarda la multisala di Novoli, il Multiplex, non vi possono essere tentennamenti: o la si abbatte, cosa che darebbe un segno esemplare di legalità e sarebbe di monito a futuri speculatori, o il Comune di Firenze la acquisisce, usando fondi regionali, per trasformarla in un centro culturale con auditorium, centri espositivi per l’arte contemporanea, cineteca e mediateca per l’Università”. “Infine invitiamo – hanno aggiunto i partecipanti alla conferenza stampa, in particolare Tommaso Grassi e Valdo Spini – l’amministrazione comunale di Firenze a costituirsi parte offesa per lo squilibrio ecologico e sociale prodotto dalla struttura del Multiplex, come anche suggerito in un proprio atto dal giudice per le indagini preliminari che ha condotto l’inchiesta”. “La deregulation delle multisale stava nella proposta di legge sul riordino e semplificazione legislativa – ha dichiarato infine Piero Baronti, Presidente Legambiente Toscana –la loro moltiplicazione selvaggia venne fermata solo con uno stralcio, e i Multiplex cacciati dalla porta, oggi rientrano dalla finestra nel Testo Unico sulla cultura.
Quindi, - ha proseguito Baronti – se la liberalizzazione delle multisale non venisse oggi fermata vi sarebbero conseguenze gravi per i cinema di città e di paesi, oltre ad un aggravamento dei problemi relativi al traffico veicolare e ad un maggior consumo di territorio”.