L’agricoltura biologica (in Toscana 3mila aziende) vive una fase di transizione. Dopo il boom degli anni passati adesso è il momento dell’assestamento, e di far convergere le esigenze di produttori e consumatori. E’ in sintesi quanto è emerso a Firenze in occasione degli Stati Generali BIO 2009, un workshop per il centro Italia organizzato da Arsia, Agenzia regionale per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo-forestale, in collaborazione con l'Istituto Nazionale di Economia Agraria (Inea). La produzione biologica avviene al Sud, ma gran parte dei consumi sono al Nord e al Centro Italia.
"L’agricoltura biologica – ha sottolineato Gianluca Brunori, presidente del Comitato tecnico-scientifico dell’Arsia – ha ormai superato la fase dell’adolescenza. Dopo una crescita con tassi ben superiori a quelli del comparto nel suo insieme è ormai presente nei diversi canali commerciali". Il settore, come è emerso agli Stati generali di Firenze, si trova ad interrogarsi sul proprio futuro, e quindi a dover adeguare le proprie richieste in termini di sostegno e regolamentazione pubblica.
La distribuzione è alla base dell’evoluzione del settore, perché gestisce la crescita delle strutture e delle strategie della produzione, e determina la ripartizione del valore aggiunto della filiera. La dimensione media delle aziende produttrici è di ostacolo allo sviluppo di canali distributivi che lavorano su grandi volumi. E sempre più biologico fa rima con sostenibilità: "Le tendenze di importanti mercati al consumo – ha aggiunto Brunori –, come Gran Bretagna e Usa, mostrano una forte accelerazione delle iniziative che interessano prodotti di alta qualità ambientale ed etica, non solo per quanto riguarda le modalità di produzione, ma anche di trasporto, conservazione e confezionamento". Secondo Carla Abitabile, coordinatrice del progetto Stati generali BIO 2009: "La domanda di prodotti biologici sta aumentando – ha detto – ma il settore deve superare delle difficoltà strutturali quali la maggiore aggregazione della filiera e la distribuzione.
Fra i rischi che il biologico può correre, quello di vedersi “snaturato” adeguandosi alle logiche commerciali dei mercati convenzionali". Il workshop ha rappresentato una fondamentale occasione di confronto tra i protagonisti del biologico sulle problematiche del settore a livello territoriale, con l’obiettivo principale di portare le loro conclusioni all’attenzione delle istituzioni pubbliche e private e responsabili politici, per favorire lo sviluppo del sistema biologico italiano. All’interno degli Stati generali si sono svolti workshop con gruppi tematici che hanno visto protagonisti numerosi addetti ai lavori, aziende agricole toscane e italiane, mondo scientifico, istituzionale, con il principale scopo di far emergere specifiche questioni aperte del settore biologico per quanto riguarda le tematiche tecniche, ambientali, dell’impresa e dei mercati.