La città vista con gli occhi di Mario Tobino. Domenica 31 maggio alle ore 17 appuntamento a Villa Bottini per la presentazione del volume “La Lucca di Mario Tobino”. Antologia di testi e foto a cura di Leonardo Odoguardi, edito da Maria Pacini Fazzi con il patrocinio del Comune di Lucca, dal cui Archivio Fotografico provengono gran parte delle immagini proposte all’interno del volume e della Fondazione Mario Tobino: una raccolta dei passi più belli che il medico-scrittore ha dedicato alla città dove ha trascorso molti anni, e che gli ha riconosciuto la cittadinanza onoraria.
Saranno il sindaco Mauro Favilla e l’assessore Donatella Buonriposi ad aprire questo pomeriggio dedicato alla fotografia e alla letteratura e che prevede l’intervento di Andrea Tagliasacchi, presidente della Fondazione Mario Tobino, di Paola Italia curatrice fra l’altro del Meridiano Mondatori dedicato al medico scrittore e di Giuseppina Benassati Soprintendente ai Beni Librari e Documentari della regione Emilia Romagna; chiuderà Leonardo Odoguardi, curatore dell’opera.
“Un’operazione che ha la doppia valenza – sottolinea l’assessore Buonriposi – di rendere il giusto merito a uno degli scrittori principali del ‘900 e riuscire a mostrare quale tesoro di immagini sia conservato all’Archivio Fotografico Lucchese. l’amministrazione comunale, infatti, è impegnata a valorizzare al massimo entrambi questi tesori di Lucca”.
Lo Scittore
Tobino ha lavorato all’ospedale psichiatrico di Maggiano (Lucca), dal 1942 al 1980 e tutta la sua vita trovava nella struttura ospedaliera un perno centrale, un luogo privilegiato di osservazione e riflessione sul quale ha innestato la sua attività di scrittore.
L’esperienza di Maggiano è infatti centrale nella sua produzione letteraria, così come la città di Lucca, tanto che in quasi tutte le sue opere ne parla, da “Gli ultimi giorni di Magliano” a “Zita dei fiori”, “Una giornata con Dufenne” fino ai “Diari”.
L’opera
“Tobino riporta la Lucca vera e la sua caratteristica saggezza; ci permette di capire la chiave di lettura di tanti avvenimenti passati e presenti che ancora oggi fanno parte della cronaca cittadina”, sottolinea il medico Leonardo Odoguardi, curatore dell’antologia, nell’introduzione.
Questo libro non si limita però a raccogliere le pagine che il medico-scrittore ha dedicato alla città, interessandosi a chiese e monumenti tanto quanto alla vita sociale ed ai luoghi della vita quotidiana, ma attraverso una scelta di scatti fotografici di grande impatto, firmati Cortopassi e Ghilardi, ne evoca direttamente l’anima, nascosta tra le pietre, i giardini e gli usci.
“Con questo libro abbiamo voluto rendere omaggio sia a Tobino che al grande lavoro che è stato fatto dall’Archivio Fotografico del Comune di Lucca, spiega l’editrice, Archivio del quale Arnaldo Fazzi è stato il curatore per oltre 20 anni.
Il volume è anche un omaggio quindi al suo lavoro ed alla sua sensibilità, che incontrando i testi di Tobino fa emergere lo spirito di questa città come pochi altri libri riescono a fare”.
Il profumo di Lucca promana da questo volume insieme alla luce di certi mattini assolati, grazie ai ritratti affettuosi di cose che esistono ancora, e di altre che non esistono più. Strade, case, persone, negozi in fotografie che vanno dagli anni Venti agli anni Settanta del Novecento. E poi lo scrittore, Mario Tobino, che appare in una serie di fotografie concesse dagli amici Augusto Mancini, detto Gughi, e Pietro Cecchini, che hanno firmato due introduzioni piene di ricordi e di affetto.
La Fondazione Mario Tobino
La Fondazione Mario Tobino è nata l’1 marzo 2006 su iniziativa della Amministrazione Provinciale di Lucca, ed ha sede a Maggiano (Lucca), nei locali del complesso dell’ex Ospedale Psichiatrico.
La Fondazione ha lo scopo di promuovere la conoscenza della figura e dell’opera del medico psichiatra e scrittore viareggino Mario Tobino, tra i maggiori autori italiani del Novecento, che per lunghi anni operò presso il medesimo complesso ospedaliero. Il nome di Tobino è indissolubilmente legato al vecchio manicomio, al cui interno visse per molti anni, curando con amore i suoi pazienti e scrivendo le sue opere letterarie, quali “Il figlio del farmacista”, “Il deserto della Libia”, “Le libere donne di Magliano”, “Per le antiche scale”, tradotte in moltissime lingue e vincitrici di Premi Strega, Campiello e Viareggio.