di Tiziano Carradori
Firenze- Contro il terremoto è possibile agire prima, durante e dopo, per ridurne gli effetti e soprattutto per evitare la perdita di vite umane. Ne è convinta la Regione Toscana che, anche sulla base della recente esperienza maturata nell'aiuto alle popolazioni abruzzesi, ha deciso di avviare una campagna informativa e di diffondere una serie di consigli su cosa fare sul fronte della prevenzione, durante una scossa e dopo un terremoto.
Useremo il web, le nostre strutture e proporremo alle scuole una serie di incontri informativi per mettere a disposizione di tutti l'esperienza maturata in questi anni di impegno dei nostri tecnici e soprattutto per convincere tutti i toscani della necessità di agire con decisione per prevenire il rischio sismico.
E' con questa convinzione che l'assessore regionale alla protezione civile ha presentato un pacc hetto di provvedimenti in materia, nel corso di una conferenza stampa presso la presidenza della Giunta. I consigli di base su cosa fare quando arriva il terremoto e dopo la scossa, sono sintetizzati in dodici segnali grafici, che illustrano i comportamenti da tenere se si è in casa (rifugiarsi sotto una trave, un arco o un muro portante e non cercare di uscire finchè la scossa non è finita), in auto (fermarsi lontano dalle linee elettriche e uscire dal veicolo) o all'aperto (allontanarsi dalla costa, cercare spazi aperti).
Il vademecum regionale riporta anche la classificazione sismica di tutto il territorio, diviso in quattro fasce, da quella meno a rischio (la zona 4) a quella in cui sono possibili scosse di maggior rilievo (la zona 2) che comprende tutti i comuni della zona appenninica, da Pontremoli a nord, a Cortona a sud ovest, oltre ad una porzione dell'Amiata. La Regione ha fornito anche l'elenco completo, provincia per provincia, di tutti i 287 comuni toscani, con la loro classificazione sismica e l'indicazione dell'anno in cui nelle varie zone hanno recepito la normativa antisismica.
Per l'assessore regionale alla protezione civile anche in questo caso si tratta di un modo semplice per dare un'indicazione precisa ai cittadini. E' sufficiente infatti verificare se si abita in zona a rischio elevato e conoscere l'anno di costruzione dell'edificio in cui si abita, per sapere se è consigliabile sottoporre la struttura ad un primo esame circa la sua tenuta in caso di sisma. Per fare un esempio le tre principali città toscane, Firenze, Prato e Livorno, si trovano tutte in zona classificata 3s, in cui è prevista una progettazione degli edifici con elevati criteri di sicurezza.
Tuttavia questo criter io nelle tre città è stato introdotto nel 1982. A Firenze, Prato e Livorno è quindi opportuno tenere sotto controllo le costruzioni realizzate prima di quell'anno. Due le grandi tipologie sotto osservazione: gli edifici in muratura e quelli nei quali invece si è impiegato il cemento armato. Se un controllo sulla prima categoria è più semplice, per verificare le condizioni deglii edifici appartenenti alla seconda servono tecnici specializzati. In entrambi i casi la Regione fornisce alcuni semplici consigli.
Per gli edifici in muratura sono sei gli elementi critici (se si sono aperte nuove porte, se si è sostituito il tetto con una copertura più pesante, se si è sopraelevato, se la muratura è irregolare e in pietre di fiume, se i solai sono mal collegati alle murature e in caso di copertura che spinge sulle pareti) e altrettanti quelli positivi, specialmente per ciò che riguarda l'efficacia dei collegamen ti tra i muri e i solai. Per quelli in cemento armato è opportuno verificare l'eventuale stato di degrado del calcestruzzo, ma per un controllo efficace è necessario rivolgersi ad ingegneri, architetti o geometri esperti.