Firenze– Con tutto il territorio regionale classificato in zona sismica, 90 comuni nella zona 2 (terremoti attesi rilevanti), 106 in zona 3s (terremoti attesi di media entità), 67 in zona 3 (modesta entità) e 24 in zona 4 (lieve entità), la Toscana punta da un lato sulla massima azione di prevenzione, dall’altro sulla massima efficienza della macchina dei soccorsi. Di questo si è discusso agli “Stati generali della protezione civile”, organizzati in Consiglio regionale dalla commissione Territorio e ambiente con la collaborazione dell’Assessorato alla difesa del suolo.
“Viviamo in un Paese che da sempre ha dovuto ingaggiare un corpo a corpo quotidiano con disastri di varia natura, dai terremoti alle alluvioni – ha detto in apertura il presidente della commissione, Erasmo D’Angelis – La Toscana però ha anche una storia millenaria che parla di prevenzione e di soccorso, a partire dagli aruspici etruschi che davano l’allarme quando notavano i fenomeni naturali premonitori dei terremoti, passando per la nascita della prima istituzione di volontariato laico per il soccorso e l’assistenza esistente al mondo, la Misericordia, nel 1244, per arrivare all’efficienza del nostro attuale sistema di Protezione civile, un modello di qualità, efficienza e tempistica, un grande contenitore di professionalità, che dobbiamo continuare a tutelare e rafforzare”.
E’ stato l’assessore regionale alla difesa del suolo, competente sia sull’antisismica che sulla Protezione civile, a citare alcuni dati: “Negli ultimi vent’anni – ha detto – abbiamo speso più di 140 milioni per la messa a norma antisismica degli edifici pubblici strategici, e ci serviranno ancora 440 milioni di euro per portare fino in fondo questo lavoro”.
L’assessore ha anche annunciato una nuova proposta di legge regionale sulla prevenzione del rischio sismico, che punterà su ricerca, sperimentazione, formazione e informazione. Ulteriori dati sono stati forniti dai responsabili della direzione generale Politiche territoriali, Mauro Grassi, e del Coordinamento regionale prevenzione antisismica, Giancarlo Fianchisti. I programmi regionali sulla vulnerabilità sismica degli edifici in muratura (VSM) e dgli edifici in cemento armato (VSCA) hanno già preso in esame circa la metà degli edifici segnalati dai comuni (242 su 440 in muratura, 405 su 820 in cemento armato), e si stima che per il completamento delle indagini occorrano ancora circa 1.100.000 euro, mentre per il completamento del programma VEL (Valutazione effetti locali) occorreranno ancora 8.330.000 euro.
A tutto ciò si aggiunge il grande capitolo dell’adeguamento sismico degli edifici pubblici strategici e rilevanti, che richiede ancora 440 milioni di euro (la cifra citata dall’assessore), di cui la metà, 220 milioni, per le scuole. Per il 2010, saranno disponibili 4 milioni di euro. Particolare attenzione nel corso della mattinata è stata dedicata alle possibilità offerte dal legno come materiale di costruzione, ancora sottovalutato nel nostro Paese, ma decisamente prevalente ad esempio negli Stati Uniti e in Canada, dove il 90% degli edifici per abitazione è costruito in legno.
La discussione nella sessione del mattino, intitolata “Prevenire è meglio che crollare”, è stata coordinata dalla consigliera Bruna Giovannini, che ha espresso a nome della commissione piena solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo e profonda gratitudine per il lavoro delle associazioni toscane che formano il sistema della protezione civile. E’stato infine Luca Paolo Titoni a trarre le prime conclusioni: “L’educazione e la formazione hanno un ruolo fondamentale – ha affermato – la gente dev’essere messa nella condizione di sapere quali rischi corre e quali azioni può intraprendere.
Bisognerebbe anche legare gli interventi di ristrutturazione edilizia sui vecchi edifici alle pratiche antisismiche, garantendo incentivi alle famiglie che mettono in sicurezza la propria abitazione”. Nel pomeriggio è prevista una nuova sessione, sul tema “La Protezione civile, un modello per l’Italia”.
Il territorio di Sesto Fiorentino, ad esempio, è dotato da oggi di un’organizzazione all’avanguardia per la gestione delle emergenze e degli eventi calamitosi. Il nuovo piano della Protezione Civile di Sesto Fiorentino è stato presentato stamani in una conferenza stampa dall’amministrazione comunale e dai tecnici che ne hanno curato la stesura in prima persona.
Si tratta di un lavoro che aggiorna e completa il vecchio piano (risalente al 2000) superandone i limiti e accrescendone le funzionalità. “Un’esigenza – è stato spiegato stamani - che nasce dalla consapevolezza di quanto sia importante la prevenzione e la capacità di farsi trovare preparati di fronte a eventi eccezionali”. Il piano ha ricevuto le autorizzazioni della Provincia di Firenze e della Regione Toscana secondo quanto stabilito dalla normativa vigente e sarà presto sottoposto al Consiglio comunale per la definitiva approvazione.
Sesto Fiorentino, fra l’altro, ha un ruolo di Protezione Civile strategico perché, oltre ad essere sede del Coc (Centro operativo comunale), è anche sede del Com (Centro operativo misto) per l’intera area della Piana. Quest’ultimo troverà presto spazio nel campo base del consorzio Cavet, nella zona di Quinto Basso. Il nuovo piano prevede una serie di procedure da attivare in caso di calamità naturali ma anche di emergenze di media e grande entità. La mappatura del territorio operata dai tecnici ha permesso di delineare ventuno “aree d’attesa”, in altrettanti punti strategici della città, dove la popolazione potrà confluire in caso di necessità e attendere l’arrivo dei soccorsi che li condurranno nelle sei grandi “aree di ricovero” che saranno allestite per l’occasione.
Un’attenzione particolare sarà riservata poi all’informazione della cittadinanza attraverso volantini, opuscoli, cartelli stradali e iniziative di sensibilizzazione nelle scuole. Nel prossimo autunno tornerà, inoltre, il consueto appuntamento con la “Giornata della Protezione Civile”.