Firenze, 20 maggio 2009- Il sindaco di Firenze e il sindaco di Genova hanno deciso di "intraprendere iniziative congiunte per il reintegro dei fondi già stanziati per il proseguimento del sistema delle tramvie a Firenze e la realizzazione della busvia a Genova". I fondi, come è noto, sono stati dirottati dal governo, per effetto del decreto legge del 28 aprile scorso, a favore della ricostruzione in Abruzzo.
Questa la precisazione del vicesindaco, rispetto al comunicato emesso oggi dal Ministero dei beni culturali sulla linea 2 della tramvia: "Per prima cosa, dal comunicato si evince che il Ministero ha di fatto preso atto che Comitato di settore dei beni culturali (il suo organo più autorevole sul piano tecnico) ha da tempo approvato il passaggio del tram in piazza Duomo senza alimentazione aerea.
Detto questo, devo però precisare che la citata 'sospensione della progettazione esecutiva' non può essere attribuita alla soprintendenza, poichè non è di sua competenza: gli organi di tutela approvano i progetti e fanno prescrizioni, ma non possono decidere la sospensione della progettazione esecutiva. Inoltre la progettazione esecutiva di norma segue a quella definitiva, che per quanto riguarda la linea 2 della tramvia è attualmente in attesa della 'restituzione' da parte del Ministero dei trasporti.
Dopo di che verrà presentato il progetto esecutivo, a cui sta lavorando la struttura di progetto dell’Ati (l'associazione di imprese vincitrice dell'appalto) tenendo ben presenti le indicazioni fornite da oltre due anni dalla soprintendenza (in conferenza dei servizi). Indicazioni già presenti nella redazione del progetto esecutivo che il Comune si appresta ad esaminare, non appena l'Ati lo presenterà (e su cui verrà indetta una nuova conferenza dei servizi). Riguardo poi le citate questioni legate a passi carrabili, rifornimento merci e passaggio dei mezzi di soccorso, si tratta di temi che saranno affrontati nel progetto esecutivo (non ancora terminato); anche su questo la soprintendenza ha già fornito indicazioni.
Infine, per quanto riguarda i saggi archeologici, ricordo che il Comune aveva già preso contatti con la società Arcus per eseguire un saggio in piazza del Duomo; saggio che fu successivamente sconsigliato da qualificati esponenti dello stesso Ministero dei beni culturali, con la motivazione che in piazza San Giovanni non c’era niente di nuovo da scoprire: il contenuto archeologico del sottosuolo è del tutto noto. Più recentemente la soprintendenza, dopo i rinvenimenti archeologici di piazza Stazione, ha ravvisato l’opportunità che fossero previsti sondaggi archeologici nel centro storico lungo la linea da via Cerretani a piazza San Marco passando per via Martelli e piazza del Duomo.
È in corso di predisposizione la collazione di tutta la cartografia per individuare i punti più opportuni per effettuare tali sondaggi. Concludendo, si tratta di una situazione nota da tempo e alla luce del sole, anche se forse non era finora a conoscenza dei responsabili del Ministero”.
“Fermare immediatamente le linee due e tre della tranvia, e rivedere nel complesso la mobilità fiorentina secondo un sistema integrato meno impattante e costoso”. E' la proposta di Ornella De Zordo, all'indomani della revoca da parte del Governo della concessione di mutui non ancora utilizzati dalla Cassa depositi e prestiti, che mette a rischio circa 110 milioni di euro per le ulteriori due linee della tranvia.
“Il Comune intanto, prima di buttare via soldi pubblici – ha spiegato De Zordo – revochi immediatamente il milione e 373 mila euro stanziati il meno di un mese fa per il sottopasso ferroviario di Novoli, riguardanti la linea due”. La delibera di Giunta è datata 30 aprile 2009 e riguarda l'approvazione dello stralcio del progetto esecutivo per il tratto nella zona viale XI Agosto-viale Guidoni, relativo al "sottoattraversamento della linea ferroviaria Firenze – Pisa al Km. 6+151". “Anche quest'ultimo episodio ha dimostrato l'inadeguatezza di un sistema di 'grandi opere' che assorbe risorse spropositate e comporta cantieri interminabili – ha spiegato De Zordo – non si può continuare a parlare di 'tuboni' e 'bretelle', la soluzione è un piano della mobilità urbana che integri le diverse modalità di spostamento.
Pensiamo poi al potenziamento complessivo del trasporto pubblico attraverso la creazione di nuove linee di autobus ad alta mobilità più rapide e puntuali – ha proseguito De Zordo – la realizzazione di vere corsie preferenziali, progressiva pedonalizzazione nel centro storico servito da bus ecologici, taxi e con servizio di carico-scarico merci attuato con mezzi elettrici. E' evdiente che il servizio pubblico deve essere ben implementato con parcheggi scambiatori efficienti e lontani dal centro, parcheggi per residenti, limitando la sosta a pagamento in superficie ai casi in cui è necessario.
Tutto questo può funzionare con un'unica azienda pubblica del trasclette porto, un unico biglietto per bus, treno e parcheggio, oltre che con incentivi all'utilizzo di bici (lancio del bike-sharing e forte potenziamento delle rastrelliere) e alla sostituzione del parco auto tradizionale con vetture a basse emissioni, anche ibride ed elettriche”.
“L’improvvisazione e l’incapacità evidenziate dal governo Berlusconi nell’affrontare le situazioni critiche condannano all’immobilismo il futuro di Firenze, impedendo all’amministrazione locale di programmare strategicamente lo sviluppo della città.
Con la decisione di revocare la concessione dei mutui non ancora utilizzati dalla Cassa depositi e prestiti per finanziare la ricostruzione in Abruzzo, infatti, il centro-destra cancella di fatto le linee 2 e 3 della tramvia, rendendo carta straccia accordi già sottoscritti e progetti già approvati, oltre a bloccare il completamento del piano di trasporto pubblico locale che avrebbe migliorato la vivibilità di Firenze”. Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo del PD al Comune di Firenze, critica con forza il decreto legge in fase di conversione in legge, approntato dal governo di centro-destra per l’emergenza Abruzzo, che renderebbe pesantemente incompleto il sistema del trasporto pubblico locale, condannando la città al caos.
“Un provvedimento che è un grande spot elettorale – stigmatizza Rosa Maria Di Giorgi – e che non tiene minimamente in considerazione le ricadute sul territorio, come è consuetudine di questo governo, incapace di gestire il paese. Per Firenze rappresenta una grande sconfitta e la perdita di una grande occasione per attrarre importanti investimenti e per creare nuove opportunità di lavoro, senza considerare i contenziosi e le penali per contratti già sottoscritti che ricadranno sulle spalle dei cittadini.
Trovo vergognose le frasi di giubilo da parte dei candidati di centro-destra che dimostrano, ancora una volta, di non avere a cuore il futuro di Firenze, interessati soltanto a coltivare il loro orticello, sperando in qualche irruzione a “gamba tesa” del Cavaliere nella campagna in corso per le amministrative. Qualcuno, considerate le esternazioni e le sciocchezze dette negli ultimi giorni, dimostra di non conoscere assolutamente la città e le sue esigenze, avvezzo com’è solo ai campi di calcio e agli studi televisivi”.
Molto critica, la capogruppo del PD, anche sugli sprechi del governo Berlusconi. “Si raschia il fondo del barile per trovare risorse per l’Abruzzo e viene da pensare a quanto sia stata oculata la gestione finanziaria di Berlusconi e Tremonti, partendo dai “regalini” di 500 milioni di euro al Comune di Roma e di 140 milioni a quello di Catania, retto casualmente dal farmacologo del premier, per risanare una situazione disastrosa. Decisioni che invitano Comuni virtuosi come Firenze a non considerare il patto di stabilità.
Oppure i 400 milioni destinati alla cementificazione della Maddalena per ospitare il G8, spostato poi all’improvviso, con un’altra trovata mediatica a L’Aquila. Perché non menzionare anche i 34 milioni di euro stanziati per il Museo dell’Unità d’Italia a Borgo San Leucio, ignota realtà del casertano, o i 66 destinati al Museo del nuraghe di Cagliari, quando si è deciso di tagliare su eccellenze della cultura nazionale come il Maggio Musicale Fiorentino. Pensierino finale per l’aumento del numero dei ministri, con l’ascesa di Maria Vittoria Brambilla al Turismo, e dei sottosegretari, oltre che per il via libera ai voli di Stato, tagliati dal governo Prodi e rispolverati in grande stile da Berlusconi, che dalle alte cariche dello Stato e solo per iniziative istituzionali, ha pensato bene di allargare la festa a ministri, vice-ministri e sottosegretari, con la possibilità “eccezionale” di ospitare anche personale estraneo.
Un fiume di milioni di euro al vento e che poteva essere impiegato per le emergenze del paese”.
“Le chiedo la cortesia di partecipare ad una audizione in Consiglio Regionale per avere certezze sui finanziamenti per la tramvia di Firenze”. E’ la lettera con la quale il presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale Erasmo D’Angelis (Pd) ha convocato il Ministro Giulio Tremonti e il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini per una audizione in commissione su quelle che lo stesso D’Angelis definisce “il vero scandalo che dovrebbe preoccupare il nostro Paese, altro che i gossip su Naomi o Veronica Lario”.
“Il decreto legge 39/2009 – spiega D’Angelis - per le risorse per la ricostruzione in Abruzzo prevede la revoca della concessione di mutui non ancora utilizzati dalla Cassa depositi e prestiti e mette a rischio circa 110 milioni di euro per le linee 2 e 3 della tramvia a Firenze con gare, contratti e lavori di progettazione avviati. Il Ministro Giulio Tremonti ci faccia la cortesia di un incontro urgente e ci spieghi per quale motivo ritiene opportuno tagliare risorse già impegnate per la principale opera pubblica di Firenze.
Questo taglio dei finanziamenti per le linee 2 e 3 della tramvia ha tutto il sapore di una ritorsione politica non solo contro la città e i fiorentini ma contro l’obiettivo della Regione Toscana di raddoppiare gli utenti delle ferrovie. Il sistema di tramvie, integrate nel sistema ferroviario metropolitano e regionale, è l’unica strada per farci respirare meno smog e garantire l’accessibilità sostenibile agli spazi urbani. Un modello di mobilità vantaggioso anche per le attività commerciali, il valore degli immobili, l’efficienza delle connessioni delle periferie con le aree centrali.
Il fatto – continua D’Angelis - è che il Governo Berlusconi si sta distinguendo per inerzia, boicottaggio contro le Regioni con piani più avanzati e, dopo aver cancellato quasi del tutto le risorse per i treni dei pendolari, ora passano alle tramvie. Dalla sua ha la formidabile arma di distrazione di massa: riempire giornali e tv e le teste degli italiani con il gossip”. “Spiegheremo a Tremonti e a Bassanini – aggiunge D’Angelis - che Firenze è la città ideale per il tram. Come lo fu quando affidò all'inizio del secolo scorso, ad uno dei più avanzati sistemi tramviari d’Europa, la mobilità cittadina con ben 210 km di rotaie urbane e 239 vetture che costeggiavano Duomo, Battistero e Bargello, attraversando l’Arno sui ponti di San Niccolò, Carraia e Vittoria, raggiungendo Fiesole, Settignano e le prime periferie.
La cancellazione delle risorse – conclude D’Angelis - ricorda l’errore tragico della rottamazione dei tram del 1958, pagato con costi elevatissimi per la salute dei fiorentini, dei monumenti e la qualità complessiva della città”.