CATANIA – Il tricolore rimane in Sicilia. Ma lo ha vinto o non lo ha vinto lo scudetto l’Orizzonte? Il verdetto della piscina Nesima assegna il diciassettesimo titolo alla squadra allenata da Pierluigi Formiconi ma il già annunciato ricorso presentato dalla Fiorentina potrebbe anche rimettere in gioco tutta la sfida scudetto. La questione è nata mercoledì, in gara tre, quando la Dravucz, dopo aver subito continui e fastidiosi morsi da un’avversaria ha allungato una gamba cercando di distanziarla.
Gli arbitri giudicano il fallo di reazione e l’attaccante ungherese viene espulsa. Il Giudice Unico Nazionale, avvalendosi anche della prova televisiva assegna alla straniera della Fiorentina solo un’ammonizione con diffida. L’Orizzonte Catania presenta ricorso e la Procura Federale, avverso ad una decisione presa meno di ventiquattrore prima, commina una squalifica di un turno alla giocatrice. Per l’ennesima volta la pallanuoto rasenta il ridicolo. Questo sport, sia maschile che femminile, non crescerà mai finché società, dirigenze, tecnici e giocatori non faranno un salto di qualità che, al momento, non si vede.
Il Catania vince gara quattro 10-5 (parziali: 3-0; 1-4; 4-0; 2-1) con una grande prova di Miceli e Bosurgi (tripletta per entrambe). La Fiorentina dopo aver subito un secco 3-0 reagisce e nel secondo periodo si porta addirittura sul 3-4 poi, dopo un rigore sbagliato dalla Biancardi si disunisce e subisce un gran ritorno delle etnee che chiudono in scioltezza. Furibondo ma col sorriso sulle labbra De Magistris a fine gara: “Per noi è stato poco più di un allenamento. Andremo avanti con gli avvocati.
Per noi questa non è la vittoria dello scudetto, abbiamo già presentato ricorso scritto contro la squalifica della Dravucz”. Formiconi cerca di evitare le polemiche dicendo laconicamente: “Gianni dice tante cose…”. In attesa di sviluppi è festa per l’Orizzonte Catania che vince lo scudetto numero 17, alla faccia della scaramanzia. Un risultato, comunque, da grandissima squadra.
Simone Spadaro