Con energia nucleare si intendono tutti quei fenomeni in cui si ha la produzione di energia in seguito a trasformazioni nei nuclei atomici, in una centrale nucleare a fissione, ovvero una centrale elettrica che utilizza uno o più reattori nucleari. Ma se dovesse tornare il nucleare in Italia, sarebbero pochissimi i territori che potrebbero ospitare una centrale.
“Localizzare una vecchia e pericolosa centrale nucleare modello francese oppure un sito di smaltimento di scorie radioattive in un qualche territorio della Toscana tra Montalto di Castro e Grosseto, è pura follia.
Le ipotesi di fonte governativa che stanno circolando e che riguardano anche Montalto di Castro in piena Maremma, troveranno, come ha ben spiegato ieri il presidente Martini, la nostra più ferma opposizione”. E’ quanto afferma Erasmo D’Angelis (Pd), presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale. “Il Governo – spiega D’Angelis - ipotizza la Sardegna, con le aree di S. Margherita di Pula, S. Lucia, Lanusei; la Puglia, con la costa di Ostini; la pianura padana dal vercellese fino al mantovano e la nostra zona di Montalto di Castro come aree dove prevedibilmente sorgeranno le centrali.
Per quanto riguarda il cimitero di scorie radioattive si ipotizza l’Alto Lazio, la Toscana, le Murge pugliesi e la Basilicata. Ciò avverrebbe con una sorta di militarizzazione del territorio attraverso la previsione dell'autorizzazione unica, sostitutiva di ogni licenza e di valutazioni di impatto ambientale. Una procedura inaccettabile contro la quale chiameremo alla mobilitazione sia le istituzioni che i cittadini e le imprese”. “Il nucleare che c’è oggi – continua D’Angelis - è la fonte energetica più costosa e più rischiosa perché resta aperta la questione dello smaltimento delle scorie radioattive, le garanzie di sicurezza, i costi altissimi che lo rendono improponibile e che immobilizzerebbero per anni milioni di euro sottratti all'efficienza energetica e alle fonti rinnovabili.
Impressiona la superficialità del Governo Berlusconi che continua nella sua propaganda non riuscendo nemmeno a finanziare la ricerca italiana del cosiddetto ‘nucleare pulito’ o di ‘quarta generazione’ i cui prototipi industriali saranno pronti non prima del 2025. Il ricorso al nucleare gli italiani lo hanno già bocciato e da tempo le famiglie e le imprese stanno investendo sul risparmio e sulle rinnovabili. In ogni caso la sicurezza energetica della Toscana sarà garantita dal ricorso massiccio alle rinnovabili per coprire il 50% del fabbisogno elettrico (oggi siamo al 27%, grazie soprattutto alla geotermia) e al metano, la fonte meno inquinante e di transizione.
E il nostro Piano energetico regionale – conclude D’Angelis - vieta l’installazione di centrali nucleari sul territorio regionale”.