di Lorenza Pampaloni
Firenze- Valorizzare le “gite scolastiche” come “viaggi di istruzione”, cioè occasioni esperienziali e di formazione per il singolo studente, all’interno di una programmazione didattica della scuola. E smettere di concentrarle nei mesi primaverili che presentano località turistiche già congestionate dal turismo normale, sollecitando gli organi scolastici (dal consiglio di classe al consiglio di istituto) a anticiparne la programmazione all'autunno, in un periodo cioè di bassa stagione, il che vuol dire minori flussi turistici, prezzi più bassi e maggiore qualità dei servizi.
Questi gli obiettivi che, su iniziativa dell'assessorato regionale al turismo, si è dato il progetto interregionale sul “turismo giovanile e scolastico” - la Toscana ne è capofila insieme alla Puglia, Emilia Romagna, Sicilia e Liguria – per razionalizzare i flussi turistici e migliorare la qualità dell'offerta. La Toscana resta comunque la regione più gettonata dal turismo scolastico, e si colloca in cima alla classifica, superando di netto con il suo 18,3% di quota di mercato regioni come il Lazio (11%), l'Emilia-Romagna (10,3%) e il Veneto (7,9%).
E Firenze si ritaglia insieme alle altre città d'arte Roma, Venezia e Napoli il 21,8% dei pernottamenti complessivi. Sono numeri forniti dall'Osservatorio nazionale che è stato creato all’interno del progetto interregionale e viene curato dal Centro studi turistici di Firenze. Pur segnato anch'esso dalla crisi e caratterizzato a livello nazionale da una tendenza di segno meno (il numero dei pernottamenti viene calcolato intorno al meno 17%, e il fatturato complessivo a meno 12,7%), un segmento importante come quello scolastico si attesta quest'anno in Toscana su circa 1,9 milioni di presenze e su un fatturato di oltre 71,6 mili oni.
Per il Lazio le presenze stimate ammontano a 1,1 milioni e il fatturato a 43 milioni. In Emilia Romagna le presenze dovrebbero attestarsi a oltre 1 milione e il fatturato a oltre 40 milioni di Euro. Nell'identikit del turismo giovanile e scolastico, disegnato dall'Osservatorio, risulta in calo il numero complessivo dei viaggi. Nell’anno scolastico in corso i partecipanti ai viaggi di istruzione sono stimati su circa 3,6 milioni (18% in meno del 2007/2008), di cui 2,8 milioni (–19,5%) hanno visitato una o più località italiane e 764 mila (–13,7%) hanno preferito una o più località estere.
In relazione ai viaggi all’estero, il 41% delle scelte sono state per Francia e Spagna, rispettivamente il 22,4% e il 18,5%. In generale si stima una diminuzione dell’11% dei pernottamenti in Francia, del 12% in Spagna e del 10% in Germania. I Paesi che hanno mantenuto, o aumentato, la quota di mercato sono la Repubblica Ceca, la Grecia e l’Inghilterra.
Nei collegamenti internazionali è aumentato l’uso del mezzo aereo (32,8%), grazie ai voli low cost, e della nave (9,2%), mentre diminuisce il ricorso al bus (47,1%) e al treno (10,5%).
La principale motivazione rimane quella culturale (65%): aumentano le scelte per le località con attrattive archeologiche e per le città/centri d’arte. In aumento anche le motivazioni sportive e le settimane bianche (8,6%), mentre diminuisce l’interesse per l’offerta naturalistica (21,8%).
Per il 2008-2009 la stima del fatturato complessivo del turismo scolastico (solo la spesa dei servizi turistici diretti) è di 651 milioni di Euro (–12,7% rispetto al 2007/2008). Per i viaggi in Italia il fatturato stimato è di 391 milioni (–14,9%), mentre per i viaggi all’estero dovrebbe attestarsi su 260 milioni (–9,2%).
Al ridimensionamento del fenomeno può aver contribuito anche l’aumento dei prezzi. Infatti, la spesa media per i viaggi di istruzione in Italia è salita del 6,9% nel 2007/2008 e del 5,7% nel 2008/2009, passando dai 121,1 euro del 2005/2006 ai 136,9 € del 2008/2009. E' cresciuta anche la spesa media per i viaggi all’estero (+6% nel 2007/2008 e +5,2% nel 2008/2009), passando dai 305,1 euro del 2005/2006 ai 340 euro del 2008/2009.