Cna Lucca: tracciabilità del prodotto contro la crisi del calzaturiero in lucchesia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 aprile 2009 14:25
Cna Lucca: tracciabilità del prodotto contro la crisi del calzaturiero in lucchesia

Show-Business-Tour del Made in Lucca calzaturiero nei paesi della Comunità Europea e rintracciabilità del prodotto attraverso una carta d’identità per distinguerlo dai “falsi”. Sono queste alcune delle risposte concrete alla grave crisi dell’export che ha investito il calzaturiero (-32% nel 2008) portate sul tavolo della Camera di Commercio di Lucca da Cna dopo l’ultimo summit tra imprese, politica e rappresentanti del mondo economico provinciale. L’obiettivo è portare direttamente ai buyer europei, attraverso work-shop evento a cui potranno partecipare un selezionato gruppo di aziende, i prodotti del calzaturiero simbolo dell’alta qualità.

Anche per l’artigianato la strategia è quella della filiera corta che tanto successo sta avendo nel settore dell’agroalimentare; strumento di vendita in grado di rianimare il rapporto diretto tra imprese e venditori. L’altra misura per “riposizionare il prodotto scarpa lucchese sul mercato” uscita dal vertice è quella della rintracciabilità del prodotto. La soluzione è una sorta di carta d’identità da apporre su tutti quei prodotti completamente pensati, creati, fabbricati nel distretto lucchese e che riporti, fedelmente, il percorso del prodotto.

Dal cuoi alla scarpa.
Idee, ma non lo sono poi tanto, che sono piaciute al segretario generale della Camera di Commercio, Roberto Camisi che si è detto “disponibile” a percorrere la direzione che le imprese riterranno più idonee per rilanciare i prodotti di qualità. “Per chi fa qualità – analizza Letizia Osselli, Presidente Provinciale di Federmoda, riconfermata per altri 4 anni alla giuda della sigla che raduna le imprese del calzaturiero – credo ci siano buone speranze di uscire da questo momento di difficoltà prima del previsto.

Oggi stiamo vivendo una crisi dei flussi di prodotto verso l’estero aggravata dalla crisi internazionale. Dobbiamo ri-valorizzare il made in Lucca, e se possibile, il made in Toscana allargando le nostre proposte anche alle altre province. Solo nel 2008 abbiamo infatti perso il 32% dell’export. Quasi un terzo del mercato internazionale tradizionale e questo la dice lunga sulla nostra debolezza”. Cna riparte dal mercato davanti casa: da quello europeo. “Una nostra analisi – spiega la Osselli – ha rilevato che quasi il 50% del mercato di sbocco della moda italiana, e quindi anche del calzaturiero, è l’Europa seguita dal nord America con poco più del 20%.

La globalizzazione ha cambiato le dinamiche di mercato tradizionali, ed oggi siamo di fronte ad una rivoluzione costante. Il mercato muta in fretta e noi dobbiamo essere bravi a leggerlo prima, o nei tempi limiti per non perdere le opportunità che offre”. Da qui l’idea di organizzare, sotto l’egida della Camera di Commercio lucchese, dei momenti di incontro tra imprese e compratori-boutique: “Dobbiamo essere noi ad andare a vendere il prodotto. Presentarlo senza intermediazioni sfruttando quello che nel mondo è the italian life style e investendo su tutte quelle che sono le azioni di sensibilizzazione del consumatore verso acquisti consapevoli.

Verso la qualità”. Il progetto del business-tour riguarderà tutta la filiera del calzaturiero: “Da chi fa solette alle stringhe – precisa – purché il loro sia tutto made in Lucca”. Ultimo punto del summit: la rivoluzione verde. I nuovi prodotti del calzaturiero lucchese dovranno rispettare standard ecologici. “L’altro obiettivo – conclude la Osselli – è quello di arrivare ad una scarpa ecosostenibile che sia il prodotto di processi compatibili e sostenibili. Sarà un ulteriore valore aggiunto in un mercato sempre più alla ricerca di qualità eco-compatibile”.

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