di Tiziano Carradori
Firenze- L'accordo attuativo sulla geotermia sottoscritto oggi dal presidente della Regione Toscana e dall'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, attua l'intesa firmata a Roma nel dicembre 2007 e rappresenta la regolamentazione dello sfruttamento geotermico, che in Italia è un'esclusiva tutta Toscana. Vediamo cosa prevede.
Non soltanto finanziamenti
Oltre ad una prima quota di 170,3 milioni che Enel destinerà sia ai comuni interessati che al rissetto dell'area geotermica di Piancastagnaio che allo sviluppo della ricerca, l'accordo prevede importanti adempimenti in campo ambientale.
Ambiente più tutelato: ecco come
L'accordo recepisce tutte le raccomandazioni volte alla tutela ambientale, dettate dai ricercatori dell'Università di Siena al termine dello studio loro commissionato dalla Regione e tuttora all'esame degli uffici regionali. In sintesi si tratta prima di tutto della chiusura definitiva della centrale di Piancastagnaio2 e della realizzazione di un termodotto dalla centrale di PC3 alle serre di Floramiata. Entro 90 giorni Enel si impegna a presentare un progetto che tenga conto delle migliori tecnologie disponibili per ottenere l'abbattimento delle emissioni delle torri delle centrali per minimizzare la presenza di boro nelle acque di deflusso.
Saranno adottati accorgimenti per evitare anche le fuorisciute accidentali di fluidi geotermici durante la manutenzione degli impianti. Per le centrali dell'Amiata Enel e Regione Toscana attiverano un tavolo tecnico che assicurerà l’attuazione, secondo un cronogramma di interventi da definire entro un mese della chiusura mineraria dei pozzi, siano essi produttivi che adibiti alla reiniezione, non più utilizzabili; la demolizione con bonifica delle infrastrutture in disuso come vapordotti, acquedotti, separatori e/o silenziatori di piazzola relativi a pozzi chiusi minerariamente; l'implementazione dell’efficacia dei sistemi di abbattimento AMIS, attraverso lo sviluppo di nuove tecniche in grado di abbattere i contaminanti residui che escono dalle torri con la corrente di processo aeriforme, secondo i tempi indicati nel piano di ricerca; il supporto tecnico al monitoraggio della qualità dell’aria da parte di ARPAT effettuato con stazioni di rilevamento automatico ubicate nei centri abitati in prossimità delle centrali geotermoelettriche Enel; il bio-monitoraggio ambientale lungo le direttrici dei venti prevalenti, a partire dal confine delle centrali fino ai siti di massima ricaduta previsti dalla modellistica di trasporto degli inquinanti, per verificare l’efficienza dei sistemi di mitigazione; la messa in opera di un monitoraggio stagionale dei markers geochimici delle attività geotermiche sia nelle acque di scorrimento superficiale che in quelle di falda, secondo un retic olo di stazioni di campionamento predeterminato e idoneo a tenere in debito conto le peculiarità geologiche e geochimiche del territorio; la valutazione tecnica sulla necessità di un sistema di monitoraggio delle deformazioni del suolo in continuo tramite l’istallazione di una rete integrata di sensori.
I filtri Amis
Attualmente 19 delle 31 centrali esistenti sono dotate di filtri Amis, capaci di abbattere le emissioni di mercurio e idrogeno solforato. Altri verranno installati e sarà poi il piano stralcio per le aree geotermiche a verificarne l'adeguatezza e a dire se saranno necessarie ulteriori installazioni.
La geotermia in Toscana, cioè in Italia
L'intero potenziale geotermico nazionale è situato in Toscana, che ad oggi è l'unica realtà in cui hanno sede impianti per lo sfruttamento geotermico.
Interessa 16 dei 287 comuni e 3 delle 10 province, cioè quelle di Pisa (con Larderello), Siena (con i co muni di Pomarance e Chiusino, ma anche con Piancastagnaio) e si suddivide in due aree principali, quella cosiddetta tradizionale e quella dell’Amiata (sia sul versante est, senese, che su quello ovest, grossetano). Le cinque centrali presenti sull'Amiata sono PC (Piancastagnaio) 2 che ha una potenza di 8 MW, e poi quelle di PC3, PC4, PC5 e Bagnore, tutte da 20 MW di potenza.
Cosa prevede il Pier
Il Piano di indirizzo energetico regionale (approvato nel luglio scorso) fotografava la realtà geotermica esistente.
Erano 711 i megawatt complessivi di potenza installata. A quelli si sono aggiunti altri 32 MW relativi alle centrali di Sasso 2 e di Lagoni Rossi. La Regione sta per autorizzarne altri 40, 20 a Chiusdino e 20 a Radicondoli, portando il totale generale a 783 megawatt.