Firenze 20 aprile 2009– "La mancata approvazione del piano strutturale è l'ennesima dimostrazione dell'inconsistenza di questa amministrazione comunale, la prova provata del fallimento politico della giunta Domenici -così Giovanni Galli- Hanno avuto a disposizione dieci anni per disegnare il futuro di Firenze, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: hanno perso tempo a discutere per mesi di cittadinanze onorarie da conferire o revocare, ma non sono riusciti a trovare l'accordo sul più importante strumento urbanistico.
Nonostante l'ampia maggioranza di cui gode in consiglio comunale, il centrosinistra non ha avuto il coraggio di portare in aula l'atto per la sua definitiva approvazione a causa dei veti imposti da alcuni partiti alleati. Partiti che fanno parte della stessa litigiosa coalizione che sostiene il candidato Matteo Renzi. Il futuro di Firenze non può dipendere dalle bizze di partiti e partitini. Finalmente il 6 e il 7 giugno prossimi i fiorentini volteranno pagina".
“Quello che è avvenuto non costituisce certo un sintomo incoraggiante sulla coesione della maggioranza che dovrebbe appoggiare Renzi”.
E’ il commento di Valdo Spini, candidato a sindaco di Firenze, sulla questione del Piano strutturale. “Quanto a questo consiglio comunale – prosegue Spini – era chiaro che esso aveva esaurito la sua funzione. Prima sgombera e meglio è. Risulta ulteriormente confermato il nostro obiettivo – ha concluso Spini – riconciliare e rilanciare Firenze”.
“Oggi gli uomini del candidato sindaco Matteo Renzi in Palazzo Vecchio hanno dato prova della perfetta continuità esistente con Domenici”.
È quanto ha dichiarato Mario Razzanelli, candidato a sindaco della lista civica “Firenze c’è”, a seguito dell’annuncio del sindaco Domenici del ritiro del Piano strutturale. “Ds e Margherita – ha aggiunto Razzanelli – hanno cercato in ogni modo di far decollare il Piano strutturale con i suoi milioni di metri cubi di cementificazione incontrollata. Se a questo aggiungiamo il completamento delle linee 2 e 3 della tramvia e la Tav il quadro è completo”.
“Il punto della questione – continua Razzanelli – non è il fare qualcosa, bensì il fare bene. Come imprenditore ho nel mio DNA l’ideazione, la progettazione e la realizzazione di interventi urbanistici. Quel che cambierà è l’oggetto di costruire, non il fatto di costruire: si realizzeranno opere utili per la città”. “Gli appalti pubblici – afferma Razzanelli – devono divenire trasparenti. Non deve accadere, come è successo per la Linea 1 della tramvia, che i costi possano quasi triplicare in pochi anni”.
“Se i fiorentini – conclude Razzanelli – sapranno leggere quanto accaduto oggi in Consiglio comunale, daranno fiducia alla lista civica Firenze c’è, unica lista veramente civica che non sarà condizionata dai partiti ma dai fiorentini”.
“Facciamo i nostri auguri a Renzi che, nel caso diventasse Sindaco –commenta Marco Carraresi (Udc)- si troverebbe a gestire una vicenda complessa e delicata come il nuovo piano strutturale, e soprattutto a confrontarsi con una maggioranza non meno divisa e litigiosa dell’attuale.
Purtroppo ha scelto -come a suo tempo il sindaco uscente Domenici- i suoi eventuali futuri compagni di viaggio, e sarà inevitabile che ne subisca veti e condizionamenti. Non a caso Domenici ha parlato di “perfetta coincidenza di vedute” con Renzi. Ma se queste sono le premesse, i risultati –o meglio i non risultati- non potranno che essere identici. Magari ci piacerebbe sapere se Renzi è d’accordo con Domenici anche nella valutazione –cioè ottimo- del prodotto che gli viene consegnato.
Noi siamo di un’idea completamente diversa, anche perché questo piano strutturale è figlio di quello precedentemente adottato nel 2004. Già allora -e per primi- ne denunciammo limiti e insufficienze. Cioè esattamente le stesse rilevate e denunciate dagli uffici regionali, che con 24 pagine piene zeppe di osservazioni segnalavano gravissime omissioni, come il mancato rispetto delle prescrizioni regionali dettate già all’epoca della formazione del P.R.G. vigente, l’incompletezza del Quadro conoscitivo, sia per quel che riguardava le analisi svolte e le indagini compiute sul territorio, sia circa la puntuale verifica di quanto previsto e di quanto effettivamente realizzato e da realizzare, l’eccessivo ricorso a contributi, le consulenze esterne e gli studi settoriali commissionati, che non consentivano di estrarre, dai loro specifici contenuti, indicazioni progettuali.
Insomma un quadro disastroso che solo parzialmente è stato modificato dal piano che si voleva mettere oggi in votazione. Il rinvio sancisce così di fatto il fallimento finale dell’attuale amministrazione e della maggioranza che l’ha sostenuta in un aspetto non secondario del governo della città. Cioè nelle scelte urbanistiche, che presentano un bilancio totalmente negativo: a fronte di una cementificazione selvaggia e priva di veri episodi di qualità, è mancata infatti clamorosamente la tutela e la cura del centro storico e delle periferie.
Il mio impegno e quello dell’Udc sarà pertanto proprio quello di un’inversione radicale della tendenza all’urbanistica contrattata, purtroppo unica vera strategia dell’Amministrazione uscente. Il nostro scopo sarà perciò esattamente l’opposto di quello che si voleva fare approvando in extremis questo piano strutturale, che cercava disperatamente di ricomporre alla buona un quadro urbanistico oramai sfilacciato e privo di progetti di rilancio, e che conteneva oltretutto anche gravi pericoli di operazioni speculative in aree pregiate, da liberare anziché intasare ulteriormente”.
"Il Consiglio comunale di Firenze chiude i battenti con la disfatta della maggioranza di centrosinistra -se la ride il Sen.
Pietro Paolo Amato (PDL)- La quale è stata addirittura costretta a ritirare il proprio Piano Strutturale, per l'impossibilità di approvarlo a causa di profonde divisioni interne. E' l'ammissione di un fallimento amministrativo che tanti danni ah provocato paralizzando la vita della nostra città. E' chiaro che una coalizione incapace di governare non può candidarsi alla guida di Firenze. Per una questione di credibilità".
"Prendere atto che non ci sono le condizioni per approvare il Piano Strutturale del Comune di Firenze è una ammissione di sconfitta della linea politica del Sindaco Domenici e del fallimento dell'esperienza di governo del Partito Democratico a Firenze".
Così Guglielmo Picchi, deputato del Popolo della Libertà di Firenze commenta le parole del Sindaco di Firenze Leonardo Domenici sulla impossibilità della sua maggioranza di approvare il piano strutturale che avrebbeingessato la città per i prossimi decenni impedendo al futuro sindaco una qualsivoglia scelta strategica sulla città. "Sarebbe stato immorale da parte del PD, di Domenici e del candidato sindaco Matteo Renziapprovare nell'ultima seduta del consiglio comunale un piano strutturale così impegnativo per la città e oggetto di alcuni approfondimenti da parte della magistratura per alcune previsioni in esso contenute.
Con oggi si dimostra come il centrosinistra a Firenze non sia più in grado di governare e che una alternativa sia possibile ma soprattutto necessaria per la città. Giovanni Galli come futuro sindaco potra rimettere mano al Piano strutturale dopo aver ascoltato le tante istanze dei cittadini puntualmente disattese o ignorate dall'amministrazione uscente. Oggi è stata sconfitta l'arroganza di chi ha preteso di gestire la città non per il bene di tutti ma nell'interesse di pochi".