Un appello per fermare l'approvazione del Piano Strutturale di Firenze, è questo l'esito del convegno "Piani Urbanistici e Politiche distruttive - ROMA, MILANO, FIRENZE: tre casi esemplari" che si è tenuto a Firenze promosso dal gruppo di lavoro urbanistica della Lista di cittadinanza "Ornella De Zordo Per Unaltracittà".
L'appello - a cui si può aderire indicando nome e cognome in un messaggio di posta elettronica è di vitale importanza per evitare la cementificazione della città a vantaggio di pochi operatori privati e non a favore degli interessi collettivi.
L'attuale Piano Strutturale è ricco di scelte che alcuni dei maggiori urbanisti italiani - tra cui Paolo Baldeschi, Sergio Brenna, Giorgio Pizziolo e Paolo Berdini, primi firmatari dell'appello insieme ad Ornella De Zordo - considerano sbagliate, ed è il prodotto del lavoro di una struttura tecnico-politica oggi decapitata dalle inchieste della magistratura.
A due mesi dalle elezioni l'approvazione del Piano si connota come un vero e proprio colpo di mano fuori dal controllo dei cittadini e di chi vive Firenze.
L'invito è quindi quello di firmare l'appello e attivarsi in città affinché il Piano Strutturale non venga approvato.
«Questo appello - ha spiegato l'esponente dell'opposizione - è l'esito del convegno "Piani Urbanistici e politiche distruttive - Roma, Milano, Firenze: tre casi esemplari" che si è tenuto nella nostra città ed è stato promosso dal gruppo di lavoro urbanistica della Lista di cittadinanza "Ornella De Zordo Per Unaltracittà". All'appello, al quale si può aderire indicando nome e cognome in un messaggio di posta elettronica all'indirizzo fi.nopianostrutturale@email.it, è di vitale importanza per evitare la cementificazione della città a vantaggio di pochi operatori privati e non a favore degli interessi collettivi».
«L'attuale piano strutturale - secondo Ornella De Zordo - è ricco di scelte che alcuni dei maggiori urbanisti italiani, tra cui Paolo Baldeschi, Sergio Brenna, Giorgio Pizziolo e Paolo Berdini, primi firmatari dell'appello insieme a me, considerano sbagliate, ed è il prodotto del lavoro di una struttura tecnico-politica oggi 'decapitata' dalle inchieste della magistratura».