Il quartier generale per la corsa a Palazzo Vecchio di Giovanni Galli è un luminoso spazio a metà di Viale Lavagnini.
Varcata la soglia ci imbattiamo in un paio di giovani che, ad occhio e croce, non scavalcano i trent'anni. "Siamo qui per intervistare il candidato sindaco" spieghiamo loro. E in attesa che il faccia-a-faccia abbia inizio curiosiamo un po' con lo sguardo.
Sulla parete di destra campeggia la scritta a caratteri viola "I fiorentini su internet chiedono a Giovanni" e di fianco una miriade di fogli con immagini di strade dissestate, rifiuti accatastati, o scritte del tipo "Ciao Giovanni, rifacci avere la nostra Firenze".
Gli ovetti blu con lo slogan "Fai ricrescere Firenze" sono come il prezzemolo e fanno bella mostra di sé un po' ovunque. Un altro gruppo di giovani è 'accampato' in un angolo lontano, intento a progettare uno dei prossimi eventi della campagna elettorale.
Ecco quindi comparire l'ex portiere di Fiorentina, Milan e Nazionale: pantaloni beige, camicia a righe, faccia sorridente e stretta di mano vigorosa, dietro di lui fa capolino la bandiera bianca col giglio rosso.
A metà dello scorso marzo ha scelto di scendere in campo candidandosi al ruolo di primo cittadino (definizione che preferisce a quella di sindaco e che ha sfruttato nei manifesti che tappezzano la città) sostenuto da un raggruppamento di liste civiche e dal neonato Pdl.
A Nove da Firenze (ma l'intervista corredata di più foto sarà in edicola pure domani su Metropoli Day) ha deciso di raccontare il "percorso straordinario" fin qui fatto per mettere a punto un "programma-progetto" ormai in dirittura d'arrivo. Un incontro utilizzato per ragionare di sicurezza e rilancio economico della città, viabilità ed impegno nel sociale, passando per le periferie, l'ipotesi di un nuovo stadio, l'eventuale futura squadra di governo ed il ruolo che in essa potrebbero avere le donne.
Partiamo dalla battuta da lei fatta qualche giorno fa: "Voglio consumare molte paia di scarpe da qui alla fine della campagna elettorale per ascoltare direttamente i fiorentini".
A che punto siamo con la campagna d'ascolto e quindi con il programma?
Il programma "non è ancora completato. Però, penso che entro la fine di questa settimana faremo il resoconto delle informazioni, dell'idea che mi sono fatto della città e la settimana prossima ci metteremo bloccati a stendere quello che sarà il progetto-programma poi della campagna elettorale".
E qui Galli piazza il primo distinguo dal politico di professione definendo "straordinario, sotto tutti i punti di vista" il lavoro d'ascolto portato avanti in queste prime settimane.
Un impegno che lo ha portato a confrontarsi con le famiglie che abitano nei vari quartieri della città e le differenti categorie economiche.
Sicurezza, rilancio economico della città, maggiore impegno sul fronte del sociale e poi mobilità. Partiamo dal primo punto, che possiamo riassumere in due slogan: vivere la città ventiquattro ore su ventiquattro e restituire Firenze ai fiorentini. Due impegni importanti.
"Sì, però credo che sia quello di cui Firenze ha bisogno. Il fatto stesso che tanti fiorentini si siano trasferiti fuori dal centro è già un segnale significativo.
Tutto ciò ha lasciato degli spazi vuoti con i vari immigrati, più clandestini che non, che si sono appropriati di zone, di parti della città nelle quali ora si dovrà lavorare per renderle sicure".
Poi un'ulteriore precisazione: "Firenze deve essere città dell'accoglienza", per chi però ha deciso di vivere seguendo regole.
Sul fronte del rilancio economico?
"Intanto non si può prescindere da quelle che io chiamo grandi infrastrutture", e qui la discussione vira su Peretola (con la pista parallela in questi ultimi due giorni al centro di un botta e risposta a mezzo comunicati stampa tra i vari candidati e la stessa Enac), la Tav e gli interventi all'interno di Firenze.
"Perché devi garantire la possibilità di muoversi liberamente e con i mezzi pubblici non soltanto al turista o a chi deve venire a Firenze, ma principalmente al fiorentino. Credo che questi siano già tre punti fondamentali per far sì che torni ad esserci un interesse per questa città. Oggi i grandi imprenditori hanno puntato la macchina verso altri 'lidi' proprio per le difficoltà di arrivare a Firenze, le difficoltà di muoversi al suo interno, le difficoltà di avere anche delle chance dalla città stessa.
Credo che questi siano già i primi impegni che noi dobbiamo prendere".
Ma per Galli il rilancio della culla del Rinascimento dovrà passare anche attraverso una maggiore attenzione nei confronti del mondo dell'artigianato (e in questo caso l'appoggio ricevuto da Antonio Catanese, ex presidente di Confartigianato, potrebbe essere determinante), dell'arte e della cultura, senza scordarsi dell'importanza di un turismo davvero particolare, quello congressuale. Perché "Firenze ha bisogno di riavere i suoi congressi, ha bisogno di riavere i suoi eventi, ha bisogno di riavere quello che la città merita".
Per quanto riguarda la mobilità, idee precise: no alle linee 2 e 3 della tramvia; centro da viversi soprattutto a piedi; chiusura dei tanti cantieri sparsi per la città prima della riapertura delle scuole dopo la pausa estiva.
Ma su quest'ultimo punto è lo stesso candidato a stopparci e fare chiarezza.
"Mi hanno chiesto: qual è il primo impegno che prendi nel momento in cui diventi sindaco? Ho risposto: rimettere a posto le strade entro l'apertura delle scuole. Questo è l'impegno". Poi ecco il no ad una "tramvia che nel centro di Firenze è... una bestemmia. Non sono contro al 'progetto' tramvia, perché ritengo che sia uno dei migliori come mezzo di mobilità, ma a Firenze non ci sono gli spazi per poterla fare. Non si può pensare di passare da piazza del Duomo alla luce di quella che è stata l'esperienza della linea 1".
Perché quanto accaduto fino ad oggi alle attività commerciali, ai quartieri attraversati dal tracciato deve pur insegnare qualcosa a chi è chiamato ad amministrare il territorio.
Anche perché rispettare i tempi di consegna sembra il problema principale.
"Non sono mai rispettati". E ribattendo le argomentazioni di quanti hanno parlato di penali onerose in caso di stop alle linee 2 e 3, il candidato del centrodestra spiega che se la linea 1 è raddoppiata sul fronte dei costi, stessa sorte potrebbe toccare anche agli altri due tracciati.
Pertanto, se le penali da pagare sono comunque inferiori alla possibile lievitazione dei costi, tanto vale stoppare i lavori. Anche perché non sono stati considerati i costi aggiuntivi (sottopassi, espropri alle famiglie...).
L'ex portiere si dice poi assolutamente convinto della necessità di pedonalizzare il quadrilatero del centro storico, richiamando però l'attenzione anche sulle zone periferiche (cita le Piagge, l'Isolotto e le case minime di via Aretina), che troppo spesso passano in secondo piano e al contrario devono poter essere vissute a pieno.
E sul fronte del sociale? Maggiore impegno non solo da parte delle istituzioni ma anche dei cittadini, magari coinvolgendoli più attivamente nelle associazioni?
Ricordando l'impegno profuso in questi dieci anni nella Fondazione, il candidato spiega quanto "la gente è generosa di per sé.
Secondo me però - aggiunge - bisognerebbe anche stimolarla" per portarla ad impegnarsi nel sociale anche solo mezz'ora o un minuto al giorno. Così da farle guardare il mondo sotto un'altra ottica, apprezzare ciò che merita di essere apprezzato e, forse, intaccare "uno dei lati più brutti della nostra società, la superficialità".
Il senatore Dini ha dichiarato che se si arriverà al ballottaggio tutto sarà possibile. Lei è stato ancora più ottimista parlando di vittoria al primo turno.
Vede voglia di cambiamento attorno al suo progetto?
"Non so - dice sorridendo -, o mi hanno portato solo ed esclusivamente nei luoghi che hanno un certo indirizzo politico, oppure la città ha bisogno veramente di qualcosa di diverso. Credo che quella veritiera sia la seconda ipotesi".
Sul peso che avranno il 6 e 7 giugno le liste civiche e gli esponenti della società civile che hanno deciso o decideranno di affiancarlo, Galli risponde con parole che potrebbero già essere il manifesto elettorale di quest'avventura: "Quando si va alle amministrative bisogna anche guardare le persone...
perché non credo che un'ideologia politica possa guidare una città".
Conquista Palazzo Vecchio, proviamo a 'mettere in campo' la sua squadra?
"Sicuramente gli assessorati saranno dati in maniera specifica a persone che conoscono la materia per cui sono stati chiamati".
Quote rosa?
"Io non mi limito a dire cinque-cinque come ha fatto qualcun altro. Se ci sono otto donne brave perché limitarsi a prenderne cinque?"
E spazio per le opposizioni?
"Certamente! Ho sempre detto, fin dal primo giorno in cui mi sono presentato, che il Consiglio comunale deve essere aperto alle idee che vanno bene per la città, da qualsiasi parte provengano e di qualsiasi colore siano.
L'importante è che siano a vantaggio di Firenze e dei fiorentini".
Vicenda stadio. Fino ad oggi da parte sua non sono stati utilizzati slogan. Non corre il rischio che qualcuno possa prendere le sue dichiarazioni per parlare di un candidato che non fa il 'bene' della squadra?
"Sulla vicenda dello stadio è stata fatta un po' di confusione. Io mi sono sempre espresso per come sono, non per come devo essere. Quando la Fiorentina, o il dottor Della Valle, si presenterà con un progetto che tiene conto di tutte quelle che sono le necessità, sarò felicissimo - argomenta chiarendo così il suo pensiero su una questione che tanto appassiona il popolo del pallone -, però ci dovranno essere tutte le condizioni affinché il progetto possa essere portato avanti e...
non dovrà costare un euro ai fiorentini". Se non ci saranno gli spazi per realizzare il progetto sul territorio comunale, il candidato spiega che dovranno essere cercati altrove, ma è logico che vorrebbe vedere la Viola giocare a Firenze. "Se dovessi fare uno slogan politico direi 'Sì, facciamo lo stadio' perché così i 30mila tifosi che vanno allo stadio magari votano per me" ribadisce, aggiungendo poi che il piano d'ascolto messo in atto in queste settimane con cittadini, associazioni e categorie vale anche per la Fiorentina.
Infine, chiudendo questo incontro parlando della bomba-carta lanciata fra venerdì e sabato contro la sede del Pdl di piazza Pier Vettori, il candidato del centrodestra ci assicura che da parte sua "non ci saranno mai toni sopra le righe".
"Non devo fare politica contro qualcuno - chiosa Giovanni Galli -, io devo fare la mia politica, questo è il mio modo di vedere il progetto Firenze".
Tony Blair, l'ex primo ministro britannico, una volta ha detto: "Le elezioni si vincono con le politiche positive, non con le campagne denigratorie".
Stefano Romagnoli