di Susanna Cressati
Firenze- La Toscana propone al Governo un nuovo metodo per affrontare e gestire il problema della regolarizzazione degli immigrati. «Attraverso un decreto – spiega l’assessore regionale al sociale Gianni Salvadori – il Governo dovrebbe affidare ai prefetti, che ben conoscono il territorio, il compito di vagliare caso per caso le richieste di regolarizzazione. Questo appesantirebbe il lavoro delle Prefetture, ma sarebbe un modo sicuro, rapido ed efficace per verificare il possesso dei requisiti di legge da parte di chi fa richiesta di regolarizzazione».
L’assessore Salvatori ha lanciato la proposta questa mattina all’Istituto degli Innocenti di Firenze, nel corso del convegno “Immigrati, risorsa scoperta”.
«Affidare ai prefetti la gestione delle regolarizzazioni – continua Salvatori - sarebbe un buon modo anche per sciogliere un nodo che riguarda in part icolare le badanti. In Toscana sono 26 mila quelle regolari ma altre 20 mila sono quelle che lavorano senza permesso: è una situazione che deve essere risolta con urgenza». La Toscana che guarda al futuro non può prescindere dall'affrontare in maniera positiva e garantista il problema dell'immigrazione.
«L’immigrazione in Toscana è oramai un fenomeno – ha spiegato l'assessore - anzi una vicenda umana oramai strutturale sia sul piano quantitativo sia qualitativo. L’ultimo dato utilizzabile evidenzia che in Toscana, al 1 gennaio 2008, erano residenti 275.149 stranieri pari al 7,5% della popolazione complessiva. Si tratta di una percentuale molto più alta della media nazionale, pari al 5,8%. Si stima che nel 2030 gli immigrati in Toscana saranno pari al 16,4% e nel 2051 arriveranno al 21,2% di tutti i residenti.
Prendere piena coscienza di questi dati deve spingerci a superare una visione miope, che orienta un dibatti to nel quale il fenomeno migratorio è vissuto unicamente come carico di problemi e di tensioni preoccupanti, mentre dovremo stimolare i toscani ad individuare e cogliere le sollecitazioni positive che sono possibili ed anche già presenti. E’ quanto abbiamo voluto fare in Toscana realizzando un lungo percorso di condivisione con il territorio che ha poi portato alla definizione della proposta di legge sull'immigrazione attualmente in discussione in Consiglio regionale».
Nel dibattito attuale il tema della sicurezza in relazione al fenomeno migratorio viene evocato in maniera insistente.
«L’equiparare l’immigrato al delinquente – ha affermato l'assessore Salvadori - non solo è scorretto eticamente ma soprattutto è infondato. Il 95 % degli immigrati è qui a lavorare onestamente e contribuisce con le proprie tasse al buon funzionamento dello Stato. Infatti il tasso di devianza è pari al 5% per gli stranieri, come per gli italiani. Sfatare questo luogo comune non è solo doveroso affinché queste persone non si sentano più straniere ma cittadini, ma serve anche per meglio affrontare le questioni legate alla sicurezza di tutti.
Vorremo che anche il Governo fosse impegnato in tale direzione, superando la logica meramente di ordine pubblico che fino ad oggi ha guidato le sue scelte. E’ indispensabile mettere in essere tutte quelle azioni positive che consentano di fare passi avanti significativi nelle politiche sociali, nell’inserimento scolastico, nelle politiche abitative, nelle politiche di soggiorno e di ricongiungimento familiare; ed è necessario non indulgere ancora nel dare avvio al dibattito parlamentare che porti al riconoscimento del diritto di voto amministrativo».
Il lavoro si impone come tema centrale della cittadinanza.
«In Toscana vi sono interi comparti lavorativi dove oramai la presenza di lavoratori stranieri è fondamentale per la permanenza nel territorio di tali imprese. A rendere ancor più evidente tale apporto di questi lavoratori alla nostra economia, anche pensando al versante pensionistico, è l’ammontare dei versamenti contributivi dei lavoratori stranieri che entrano, ogni anno, nelle casse dell’Inps: 5 miliardi di euro. Una particolare riflessione va fatta per il lavoro domestico, di cura e di sostegno alle famiglie per seguire le persone non autosufficienti.
Nel 2006, secondo l’ultimo dato utile fornito dall’Inps, sono 26.746 i lavoratori stranieri regolari impiegati in questo settore in Toscana. Ma a quanto ammontano le domande di regolarizzazione non accettate? Senza questi lavoratori verrebbe meno un punto rilevante del sistema di copertura dei bisogni delle famiglie, mettendoci in grande difficoltà. Ma la presenza nell’economia toscana degli stranieri è legata anche alle attività autonome imprenditoriali. Il numero dei permessi di soggiorno rilasciati per il lavoro autonomo ma stabile sono stati 4.000 nel periodo dal 1992 al ’97, successivamente comincia a crescere in modo significativo, fino ad arrivare ai 23.000 di fine 2007, pari ad oltre il 18% del totale dei permessi per motivi di lavoro.
Un valore che è assolutamente superiore alla media nazionale pari al 13%. Non possiamo dimenticare che l’attuale crisi economica è grave e preoccupante per tutti, imprese e lavoratori, ma rischia di essere ancor più pesante per gli immigrati che, perdendo il lavoro, si trovano anche senza il permesso di soggiorno e quindi in condizione di irregolarità. Per questo proponiamo al Governo di promuovere il prolungamento dei permessi di soggiorno per ricerca di nuova occupazione così da evitare la caduta nella clandestinità di quei migranti che abbiano perso il lavoro».
Quanto al problema dell'Irregolarità l'assessore Salvadori ha citato alcuni numeri relativi ai flussi.
““Il 2007 ha visto in Italia l’inoltro di oltre 700.000 domande a fronte di 170.000 posti disponibili. Per la Toscana sono state 46.984 a fronte di 13.030 quote. E’ presumibile che le quasi 34.000 persone escluse siano tuttora in territorio italiano e continuino a lavorare. E così quelle migliaia di domande non accolte sono divenute paradossalmente situazioni di irregolarità certificata, anzi autodenunciata. E’ una situazione ingiusta e paradossale. Lanciamo una proposta: il Governo dovrebbe dare ai Prefetti la possibilità, a fronte di documentazione certa e di controlli seri, di concedere tali regolarizzazioni caso per caso, almeno per settori delicati e rilevanti quali le “badanti”, etc.
E' indubbio che la clandestinità vada contrastata ma le misure fino ad oggi adottate si sono rivelate un fallimento, peraltro prevedibile. Il giudizio vale anche in relazione ai CIE, rispetto ai quali non vi è pregiudiziale ideologica ma una semplice constatazione della realtà: nonostante la loro esistenza, non è diminuita la presenza e l’afflusso di clandestini”. Per quanto concerne la sanità e la prospettata cancellazione del divieto di denuncia dei pazienti clandestini da parte dei medici per Salvadori ”questo provvedimento rischia di portare una reale “insicurezza sanitaria” per l’intera cittadinanza.
Dobbiamo insistere, insieme alle varie associazioni dei medici ed a tutti coloro che hanno a cuore la dignità delle persone e l’integrità fisica dell’intera comunità, affinché il provvedimento non passi”.
Salvadori ha concluso affrontando il tema della scuola, dell'insegnamento della lingua italiana e soprattutto dei giovani: “ Se le seconde generazioni non potranno accedere alle risorse culturali, alle risorse sociali e relazionali, si allargheranno le diseguaglianze sociali all’interno della società toscana.
E ogni diseguaglianza è fonte di conflitto, di disgregazione, di peggioramento della qualità della vita. Ci sono figli di immigrati nati in Italia, che possono rischiare l’espulsione al 18 anno di età. Non lasciamo che questi ragazzi non si sentano cittadini italiani a tutti gli effetti, rendiamoli protagonisti del loro futuro dando certezza alle loro prospettive di vita”.