Firenze 5 marzo 2009- Il quadro economico complessivo registra anche a livello toscano una forte e marcata perdita di capacità produttiva in media con i dati nazionali, il settore artigiano della nostra regione manifesta sia nel consuntivo 2008 sia nella previsioni per il primo semestre 2009 tutte le difficoltà mostrate in questi lunghi 6 anni, aggravate dalla pesante crisi che stiamo attraversando. Si evidenzia in questo modo come ormai alcuni settori non sono più in grado di agganciare l'altalena dei brevi periodi di ripresa che di volta in volta si sono presentati, mentre, per la prima volta si fermano settori importanti come l'edilizia e la nautica.
La moda nel suo insieme e la subfornitura mostrano i segni tangibili di una crisi strutturale profonda. I dati dell'Osservatorio regionale confermano come per l'artigianato toscano questa sia una crisi che, seppure con andamento diverso per settori e territori, è generalizzata, pesante e continua dal 2001 ad oggi. Anche il mercato del lavoro ha fatto registrare per l'artigianato un andamento negativo. I dati occupazionali, che avevano avuto un'inversione di tendenza nel 2006 dopo i risultati negativi del biennio 2004-2005, tornano ad essere negativi, con una complessiva perdita di posti di lavoro.
Va inoltre evidenziato come la diminuzione degli addetti, per la prima volta, sia generalizzata in tutti i settori e non più sostenuta dal contributo del lavoro a tempo parziale, si perde complessivamente buona occupazione. Nei distretti manifatturieri, che hanno rappresentato per anni un bacino di occupazione per la comunità toscana, l'opportunità di trovare posti di lavoro continua a diminuire. Il dato occupazionale è ancora più preoccupante quando si leggono le previsioni per il secondo semestre, e si registra in prevalenza tra gli imprenditori artigiani la volontà di ridurre gli addetti, a partire dalla non stabilizzazione dei lavoratori a tempo parziale attivati nel primo semestre.
Uno dei pochi dati positivi,l'aumento della spesa per investimenti, in particolare nel manifatturiero e nell'edilizia, torna ad essere negativo.
Monitorare costantemente i principali parametri economici delle piccole e medie imprese dell’area fiorentina (dalle sospensioni di attività ai consumi), tenere sotto controllo costante il rapporto banche-impresa, predisporre interventi concreti di sostegno alle imprese e vagliare quelli predisposti dalle istituzioni. Mettere quindi a disposizione degli imprenditori i risultati delle indagini, e consentire loro non solo di resistere alla crisi economica, ma sopratutto di trasformarla in un’opportunità di ristrutturazione e sviluppo.
Questi gli obiettivi dell’Unità Anti Crisi Permanente creata da Confartigianato Imprese Firenze e presentata ieri nel corso dell’incontro con gli imprenditori locali “Oltre la crisi: un nuovo modo di fare impresa. La crisi come opportuità”, cui hanno partecipato Antonio Catanese e Daniela Checchi, presidente e direttore di Confartigianato Imprese Firenze; Vezio Manneschi, Direttore Generale Banca Federico Del Vecchio; Loris Ciari, commercialista; Giovanni Guidarelli, responsabile credito e agevolazioni per Confartigianato.
“Tra gli strumenti che abbiamo predisposto – ha spiegato Catanese – un Osservatorio sul credito che, trimestralmente, monitorerà il rapporto tra mondo bancario e imprenditoria”. Consapevole dell’importanza che le banche del territorio rivestono per le piccole imprese, Manneschi ha detto che “è necessario puntare sulle famiglie che producono, che da un lato permettono di frazionare il rischio per le banche e dall’altro rappresentano il cuore pulsante dell’economia reale”. “L’Unità Anti Crisi Permanente mette a disposizione delle imprese anche un servizio di consulenza strategica personalizzata per indicare soluzioni ed interventi utili di riorganizzazione che consentano di uscir fuori dalla crisi con un’accresciuta competitività” ha dichiarato Checchi.
"Questo quadro impone politiche di sostegno e di stimolo ad iniziative e progetti imprenditoriali capaci di far ripartire le imprese più strutturate e competitive e dunque in grado di far crescere l'occupazione e la produttività -affermano in una nota le segreterie regionali CGIL CISL UIL- Bisogna trovare le risorse per far ripartirè subito gli investimenti pubblici in infrastrutture evitando dannose politiche assistenziali, favorendo nelle scelta degli appalti, nelle regole e nella legislazione le imprese Toscane capaci, in questa fase, di garantire e sviluppare occupazione.
Inoltre per far fronte all'attuale difficile situazione occupazionale, occorre mettere a disposizione dell' apparato produttivo tutti quegli strumenti, a partire dagli ammortizzatori sociali ,capaci di salvaguardare il patrimonio professionale esistente in Toscana".