Firenze, 26 Marzo 2009- La prassi di questi piani strutturali partecipati di cui si riempiono la bocca gli amministratori da anni, contraddicendo nei fatti tutti i buoni propositi enunciati, è ormai evidente in molte località toscane, dalle più grandi città alle località minori.
A Firenze alle ore 17.00 si è tenuta una sessione aperta del Consiglio di Quartiere 5 in cui il Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti dell'Università di Firenze ha presentato a cittadini e consiglieri il progetto di attraversamento di superficie dell'AV e di uso metropolitano delle linee ferroviarie fiorentine.
Ancora una volta i tecnici delle Ferrovie dello Stato che, dopo aver garantito la loro presenza, non si sono presentati. Il Comitato contro il Sottoattraversamento AV di Firenze chiede la Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto esecutivo, che non è ancora stato licenziato dalla ditta che ha vinto l'appalto. Dopo la presentazione del progetto sia il committente (RFI, Rete Ferroviaria Italiana) che l'Osservatorio Ambientale devono avere dei tempi per poter verificare il progetto e fare eventuali osservazioni.
Dal mese di ottobre del 2008 i Comitati dei Cittadini e Italia Nostra avevano richiesto formalmente una sospensione dell’approvazione da parte del Consiglio Comunale del Piano Strutturale.
La necessità di una pausa nell’iter di approvazione del Piano si è in seguito accentuata quando l’Assessore all’urbanistica Gianni Biagi e il Dirigente responsabile del Piano Strutturale, arch. Gaetano di Benedetto, hanno dovuto dare le dimissioni a seguito di vicende giudiziarie collegate a questioni urbanistiche ed edilizie.
Intanto è decaduta l'autorizzazione regionale all'esercizio cinematografico concessa, con decorrenza dal 25 gennaio 2008, alla Società Immobiliare Novoli spa per la realizzazione della multisala “Multiplex UMI F” ubicata, a Firenze, in via di Novoli angolo via Forlanini.
Lo ha dichiarato oggi il settore Spettacolo della Regione Toscana in base a quanto disposto dalla legge regionale 78/2004 (“Disposizioni in materia di autorizzazione all'esercizio cinematografico”) e dal relativo regolamento attuativo (30 marzo 2005 n. 42/R). In particolare – hanno rilevato i competenti uffici dell'assessorato regionale alla Cultura, Turismo e Commercio – l'articolo 11 (comma 1 lettera b) del regolamento attuativo stabilisce che costituisce causa di decadenza dall'autorizzazione regionale “l'inattività dell'esercizio cinematografico autorizzato per un periodo superiore a un anno”.
Incontro questa mattina in Palazzo Vecchio tra i capigruppo, il presidente e il vicepresidente del consiglio comunale Eros Cruccolini e Massimo Pieri e alcuni delegati sindacali dei lavoratori della Seves.
Era presente anche il presidente della commissione lavoro Leonardo Pieri. «Le rappresentenzae sindacali unitarie della Seves - ha spiegato il presidente Cruccolini - ci hanno chiesto quest'incontro per manifestarci le loro preoccupazioni in merito alla presentazione da parte dell'azienda del piano industriale entro il 15 aprile. Questo alla luce anche dell'assenza di interlocutori ufficiali, visto che molti dei dirigenti hanno lasciato il loro posto per altri incarichi. I consiglieri presenti, sia di maggioranza che di opposizione, hanno ribadito la vicinanza e il sostegno ai lavoratori impegnandosi a rispettare quanto contenuto nell'ordine del giorno approvato il 2 febbraio scorso in consiglio comunale.
Quindi - ha sottolineato Cruccolini - l'intenzione dell'amministrazione comunale di 'salvaguardare l'insediamento produttivo sul territorio fiorentino, tutelando i posti di lavoro in una prospettiva orientata allo sviluppo e valorizzazione di una produzione di pregio '. Suggeriremo al tavolo di crisi di Comune e Provincia dove risiedono gli assessori Nencini e Saccardi di sollecitare l'azienda a rispettare gli impegni presi con i lavoratori. Il consiglio comunale di Firenze sarà a fianco dei dipendenti della Seves - ha concluso il prtesidente dell'assemblea di palazzo Vecchio - in tutte le iniziative, manifestazioni e assemblee pubbliche che interanno programmare».
«Ci impegneremo per mantenere la produzione Seves nel territorio fiorentino e salvaguardare i livelli occupazionali». E' quanto ha dichiarato Rosa Maria Di Giorgi, capogruppo del Partito Democratico. «I lavoratori e la città - ha aggiunto l'esponente della maggioranza - attendono la presentazione del piano industriale della Seves e con esso nuovi impegni per la ripresa dell'attività. In questo senso c'è piena disponibilità ad incontrare i lavoratori per fare in modo che il tema del lavoro e della salvaguardia dell'attività produttiva sia presente anche in questa campagna elettorale come tema centrale per il futuro della città».
«A questo scopo - ha aggiunto Rosa Maria Di Giorgi - è fondamentale l'apposita 'unità di crisi' che vede la partecipazione della Provincia e del Comune che devono essere interlocutori forti rispetto alla proprietà che ha il dovere di comunicare il piano industriale entro la data concordata. Rimaniamo convinti che anche nelle previsioni urbanistiche del nuovo piano strutturale per l'area Seves debba essere vincolante il mantenimento sia della produzione di alta qualità e pregio industriale che dell'occupazione».
«Nessun cambio di destinazione d'uso dell'area industriale in cui è localizzata l'azienda Seves e che questo sia affermato anche nel piano strutturale, impedendo una speculazione edilizia a Castello che andrebbe soltanto a discapito dei lavoratori». Queste alcune delle richieste avanzate dal vicepresidente vicario del consiglio comunale Massimo Pieri e dal consigliere Giovanni Donzelli (An-Pdl) dopo l'incontro dei capigruppo con alcuni delegati sindacali dell'azienda di Castello specializzata nella produzione di mattoni di vetro di alta qualità che ha messo, dal 2 febbraio, 110 persone (su 175) in cassa integrazione ordinaria.
«Chiediamo - hanno proseguito il vicepresidente Pieri e il consigliere Donzelli - che ci sia al più presto un controllo e una verifica sugli obiettivi aziendali e che sia rispettata la data del 15 aprile, come concordato con i lavoratori, per la presentazione del piano industriale. Questo punto è fondamentale anche per l'aiuto che il consiglio comunale può dare ai lavoratori in quanto l'attività politica si ferma il 23 aprile, a causa della par condicio in vista delle elezioni amministrative, e quindi potremmo avere un'ulteriore settimana di tempo per promuovere incontri e atti sull'argomento.
Allo stesso tempo - hanno concluso - riteniamo essenziale l'individuazione all'interno dei vertici dell'azienda di un interlocutore ufficiale visto che ad oggi, dopo l'estromissione dell'amministratore delegato Basso a novembre, c'è stata soltanto una nomina part-time al suo posto».
Eppure un town meeting è in programma sabato a Prato, convocato per parlare e discutere del piano strutturale della città. «Il fatto che si stiano sperimentando forme di partecipazione attiva dei cittadini nella definizione di un piano così importante per il futuro della città è da apprezzare – sottolinea l'assessore - Non entro nel merito della discussione e delle polemiche, che ho seguito in queste ultime settimane sulla stampa.
Sono comunque certo che la partecipazione diretta dei cittadini al town meeting di sabato sarà un fatto positivo che fornirà idee, strumenti e stimoli utili alla discussione e alle decisioni future». La Toscana è la prima (e finora) unica Regione in Italia ad aver approvato alla fine nel 2007 una legge per incentivare la partecipazione dei cittadini alle decisioni delle istituzioni: una legge scritta in modo partecipato con i cittadini, la quale prevede un garante e dibattiti pubblici sul modello francese per le grandi questioni (o grandi opere) di interesse regionale e contributi a processi di partecipazione locali appunto – siano essi town meeting, giurie di cittadini, laboratori partecipati o altre strumenti ancora – proposti da Comuni, Province e Comunità montane ma anche da associazioni, gruppi di cittadini e comitati.
«Quando i cittadini discutono non si devono mai temere gli esiti delle discussioni – aggiunge Fragai – Il fatto di aver scelto per una materia così importante come un piano strutturale, che disegna i destini urbanistici di un'area, gli strumenti messi a disposizione dalla legge regionale sulla partecipazione e di dar in questo modo voce ai cittadini mi sembra rilevante e per questo parteciperò al town meet ing di sabato». «Si tratta di una scelta inedita e coraggiosa – prosegue - Sono certo che emergeranno indicazioni utili e inaspettate al Consiglio comunale, a cui spetta la decisione ultima, ma anche a quanti hanno, sin qui, assunto un atteggiamento critico.
Facciamo parlare la gente comune, e predisponiamoci tutti con responsabilità e un po' di umiltà ad ascoltarla. Sono sicuro che avremo delle piacevoli sorprese. Ad ogni modo, ci sarà successivamente tempo e modo per una valutazione compiuta sui risultati ottenuti».
La Fondazione per la Tutela del Territorio del Chianti Classico Onlus promuoverà il ricorso al TAR contro la decisione del Comune di Greve in Chianti di adottare la Variante al Regolamento Urbanistico deliberata lo scorso 11 febbraio, che prevede la costruzione ex novo nell’area di Testi di una centrale a turbogas della potenza di 50 megawatt.
«La decisione di ricorrere – dichiara il presidente della Fondazione Lapo Mazzei – è stata presa di concerto con le aziende agricole che operano nell’area di Testi e che risulterebbero pesantemente danneggiate da un progetto industriale molto complesso, di cui la centrale a turbogas è soltanto un elemento». «Come Fondazione – prosegue Mazzei – abbiamo più volte fatto presente la nostra disponibilità ad entrare nel merito dell’intero progetto di sviluppo industriale proposto all’Amministrazione; progetto che riguarda un’area dove già insiste un grande cementificio e che oltre alla centrale a turbogas contempla un inceneritore e altre attività di servizio.
Avevamo anche proposto di studiare insieme gli impatti ambientali, paesaggistici e logistici prima che venisse presa una decisione definitiva, ma evidentemente il Comune ha ritenuto di dover procedere a tappe forzate, ignorando le legittime preoccupazioni di chi sul territorio vive e lavora». Negli scorsi mesi la Fondazione aveva avanzato dubbi tanto sulla legittimità giuridica della variante, quanto sull’opportunità di concentrare nuovi impianti industriali in un sito storicamente già penalizzato.
In particolare aveva giudicato poco credibile la tesi - avanzata dall’Amministrazione – secondo la quale i nuovi insediamenti dovrebbero apportare un miglioramento generale alla situazione ambientale dell’area, soprattutto se si considera l’incremento del traffico pesante sulla viabilità locale derivante dal trasporto di decine di migliaia di tonnellate annue di CDR che serviranno ad alimentare il futuro inceneritore. «Vista la delicatezza del problema – dichiara ancora Mazzei - l’Amministrazione farebbe meglio a sospendere una decisione tanto affrettata quanto incomprensibile, consentendo quanto fino ad oggi negato, l’esame dell’intero progetto comprendente anche il termovalorizzatore, e prendendosi tutto il tempo necessario per valutare seriamente le conseguenze di tutte le realizzazioni.
In linea di principio noi non siamo affatto contrari a nuovi insediamenti industriali, ma il Chianti è un territorio straordinario che deve essere tutelato da una politica lungimirante e trasparente. Non possiamo permetterci iniziative che favoriscono un solo soggetto e che vanno a discapito dell’intera comunità».