Firenze- Via libera al piano anticrisi della Toscana illustrato dal presidente Martini nella giunta programmatica che si è svolta il 9 marzo a Villa Le Quiete, a Firenze. Nella seduta di ieri, la giunta ha approvato con una settimana di anticipo rispetto al previsto la variazione di bilancio che mette a disposizione 5 milioni di euro che saranno utilizzati per l'una tantum da 1.650 euro a vantaggio dei lavoratori – precari, atipici, tempi determinati o lavoratori di piccole imprese - rimasti senza impiego e privi fino ad oggi di ammortizzatori sociali.
Gli stessi 5 milioni saranno utilizzati anche per l'ulteriore bonus, sempre da 1.650 euro, destinato a chi è rimasto senza lavoro ed ha un mutuo sulla prima casa: in questo caso ne potranno godere anche i lavoratori che già dispongono di ammortizzatori sociali. Prima che il provvedimento sia pienamente operativo, la variazione dovrà essere ora approvata dal Consiglio. La giunta nel frattempo scriverà il regolamento di attuazione, con cui saranno stabilite procedure, tetti di reddito e requisiti.
Ai lavoratori, per ottenere il contributo, basterà rivolgersi agli uffici della Regione. Con la variazione al bilancio di ieri la giunta stanzia anche 5 milioni di euro, disponibili sul fondo di riserva, che serviranno a coprire le spese legate ad eventi calamitosi e danni provocati dal maltempo. I cinque milioni si aggiungono ai due già disponibili sul fondo nazionale e ai tre messi a disposizione dalla Regione a dicembre, utilizzati dagli enti locali per gli interventi più urgenti dopo l'ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Toscana alla fine dell'anno e per ripristinare la viabilità di paesi e frazioni rimasti isolati.
La giunta regionale ha dato ieri il via libera, infine, anche al trasferimento di 4,6 milioni a Fidi per il sostegno delle imprese, quota parte di quel pacchetto da 48 milioni di euro di fondi di garanzia che serviranno ad assicurare alle aziende toscane almeno 480 milioni di finanziamenti da parte degli istituti bancari per nuovi investimenti, ma anche per il consolidamento del debito a breve per quelle imprese che avevano acceso un prestito e, a causa della crisi, sono costrette ad allungarne il rientro.
Il provvedimento, che servirà a limitare la stretta creditizia, era già operativo dal 12 febbraio. Già da dieci giorni le imprese possono godere delle garanzie, completamente gratuite. E lo possono fare semplicemente rivolgendosi ad una qualsiasi della banche, più di sessanta in tutta la Regione, che hanno sottoscritto l'accordo.
– Allarme dalla commissione speciale Lavoro per l’emergenza sicurezza e formazione sui luoghi di lavoro. “In questo momento di particolare crisi economica – ha detto Eduardo Bruno (Pdci) – è importante non abbassare la guardia.
Non bastano i controlli, sono insufficienti, dobbiamo mirare agli obiettivi e selezionare gli interventi di formazione laddove c’è necessità, in presenza di lavoratori giovani, precari, scarsamente preparati, extracomunitari”. La Regione Toscana darà vita al libretto formativo nel quale si attesta l’esperienza dei lavoratori e all’albo delle imprese virtuose, quelle aziende che garantiscono la sicurezza del lavoratore? Queste le due richieste principali del presidente Eduardo Bruno all’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Gianfranco Simoncini che ha illustrato la politica della Regione in materia.
“Ci tengo a ricordare – ha detto Simoncini – che la competenza della formazione è per legge dell’impresa e che la Regione interviene in situazioni di difficoltà, con progetti di formazione ad hoc, dove per esempio c’è una maggiore incidenza di infortuni, tra lavoratori che hanno una bassa scolarizzazione, immigrati e soprattutto nei settori di agricoltura ed edilizia”. L’assessore ha ricordato gli interventi della Regione con particolare attenzione alla sicurezza sui luoghi di lavoro e con la formazione dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
Per il 2009 sono previsti 12 milioni di euro per i piani formativi. “Fondamentale – ha detto Simoncini – la diffusione della cultura della sicurezza a partire dalle scuole”. Sia il presidente Bruno che i consiglieri Mauro Ricci (Pd) e Severino Saccardi (Pd) hanno espresso apprezzamento e soddisfazione per l’impegno della Regione sul fronte formazione, “sia –ha detto Ricci- per le risorse stanziate che per i programmi definiti”. Ricci ha ribadito l’importanza della formazione fin “dalla tenera età”.
Saccardi, ribadendo la difficoltà del momento economico, ha evidenziato l’importanza di un ritorno alla “cultura del lavoro” e di “un investimento sulla conoscenza della lingua per favorire l’integrazione e la formazione del lavoratore”. Carlo Bartoloni (Rc) ha, invece, invitato a riflettere sulle condizioni di lavoro che spesso causano incidenti anche mortali. “La questione formazione è fondamentale – ha detto il consigliere – ma non è tutto. Le morti bianche spesso trovano la loro causa nella precarietà del lavoro o nell’eccessivo ricorso a straordinari”.
Cinquecentomila euro per la costituzione di un fondo di solidarietà della Provincia di Firenze a favore delle famiglie dei lavoratori espulsi dal lavoro.
Il Consiglio provinciale ha approvato, con 23 sì e 6 no, la mozione promossa dai consiglieri Gori (PD), Campi (La Sinistra) e Marconcini (PDCI). Respinto (23 no e 6 sì) il maxi emendamento presentato da Avezzano Comes, Bevilacqua, Lensi (FI), Nascosti e Massai (AN) che chiedeva, essenzialmente, di portare il fondo di solidarietà ad un importo non inferiore a 750.000 euro. Gori ha sottolineato che: “Il Partito Democratico ritiene che la condizione sociale, derivante dallo stato di crisi oggi in atto, sia sostanzialmente una situazione inedita.
E che questa situazione è destinata purtroppo a mantenersi, se non a aggravarsi. Riteniamo che le istituzioni a livello territoriale, ed in particolare le Province, debbano assumere iniziative adeguate in quanto i provvedimenti adottati dal Governo non soddisfano nessuno, da Confindustria alle parti sociali, perché non hanno una visione di lungo respiro”. Massai ha replicato che: “Il precedente Governo non ha fatto nulla per arginare una crisi che ormai tutti sapevamo doveva arrivare. Tutti hanno nascosto, fino a oggi, la crisi delle piccole e medie imprese.
Nel solo 2008 hanno chiuso 500 imprese a Firenze e, in Toscana, si contano più di 800 crisi aziendali. E nessuno prende atto che i soldi, 50 milioni di euro messi in campo dalla Regione Toscana, servono francamente a molto poco. Anche perché sono stati solo annunciati ma non ancora stanziati”. Giunti (PD), citando l’Eurispes, ha sottolineato come: “Il 66% degli italiani fatica ad arrivare a fine mese. Il 20% delle famiglie contrae mutui per cure mediche. Cresce il credito al consumo per i generi alimentari.
In Toscana la cassa integrazione ordinaria è raddoppiata rispetto a gennaio dello scorso anno e siamo passati da 321.252 a 785.326 persone in cassa integrazione. E’ preoccupante il silenzio del Governo ed è in questa direzione che promuoviamo questa mozione che non vuole essere un’opera caritatevole ma un segnale che la Provincia di Firenze vuole lanciare”. Calò (PRC) ha ricordato che: “Nel Paese c’è preoccupazione, c’è ansia e c’è un conflitto sociale di ampie dimensioni. Firenze, un po’ distratta dalle primarie e dal dopo primarie rischiava di non poter porre uguale attenzione ai temi sociali, ai temi dell’occupazione, ai temi del salario, del reddito, della precarizzazione.
Siamo favorevoli a questa mozione perché abbiamo la necessità e l’urgenza di dare un primo segnale a sostegno del reddito e a sostegno delle famiglie della Provincia di Firenze”. Anche per Bevilacqua (FI): “E’ opportuno che gli Enti Locali, in questo momento di delicata congiuntura economica internazionale, debbano fare la loro parte. Ma la mozione del PD assume dei toni che non possiamo condividere, quando si rifà a quelli che sono i giudizi espressi nei confronti del Governo. Inoltre, a quei 500 mila euro che il PD ha ipotizzato chiediamo di aggiungerne altri 250 mila che possiamo trovare facilmente abolendo il Consiglio degli Stranieri che non ha prodotto assolutamente nulla rispetto a quelle che sono le aspettative che questo Consiglio aveva”.
Per Campi (La Sinistra): “La crisi che ci troviamo davanti è una crisi mondiale. Lo stesso Governatore Draghi ha sottolineato che entro il 2009 si perderanno 2 milioni e 400 mila posti di lavoro: soprattutto precari, atipici, dipendenti a termine che erano quasi 3 milioni a fine 2008. A fine anno ne rimarranno circa mezzo milione. L’estensione degli ammortizzatori sociali alle categorie fin qui scoperte resta urgente, così come è urgente una riforma organica che copra l’insieme dei lavoratori, tutelandoli dal rischio della disoccupazione”.
Nascosti (AN) ha denunciato: “Una certa strumentalizzazione della situazione. Ci troviamo di fronte ad una crisi che non dovuta a un Governo che sta governando male, questa è una crisi internazionale. Come è possibile scioperare, come ha fatto la C.G.I.L., per rilanciare la situazione. Così facendo la crisi la si deprime ulteriormente. Credo che il fondo lo si poteva istituire anche col bilancio precedente facendo un’operazione amministrativa che poteva puntare a risparmiare su alcuni capitolati di spesa che riguardano l’attività di marketing del Presidente della Giunta”.
Per Marconcini: “Se non affrontiamo la grande questione salariale e non capiamo che in questa situazione la gente che lavora non è più in grado di comprare la merce che produce, non ne usciamo. Non è vero che non ci sono soldi, i soldi ci sono, è che sono tutti in poche tasche. Ci sono aziende crisi, ma quasi mai sono in crisi gli imprenditori. Affianco ai provvedimenti tesi a sostenere chi perde il lavoro, andrebbero presi provvedimenti tesi a sostenere il lavoro perché si guadagna troppo poco per sopravvivere, quindi per consumare e per fare spese di investimenti e di consumo”.
Romei (PD) ha ricordato che: “Il sistema del credito nel nostro Paese non sta avendo un comportamento che aiuta ad affrontare la situazione, in considerazione del fatto che il nostro sistema produttivo, che si basa per la stragrande maggioranza sul sistema delle piccole imprese, occorrerebbe di un comportamento più responsabile, più attento e non che sbattesse le porte in faccia ai nostri imprenditori se ritardano i pagamento di qualche mese. Perché ne va di mezzo anche il futuro del nostro sistema produttivo”.
L’assessore al lavoro Stefania Saccardi confermando l’impegno ha sottolineato che: “Della questione ce ne stiamo occupando, da tempo, insieme alla Regione Toscana. Ragioniamo tutti, compreso il Governo, sull’utilizzo del fondo sociale europeo per allestire questo fondo di solidarietà. Occorre lavorare anche sulle modalità con le quali questi quattrini possono essere distribuiti. I centri per l’impiego sarebbero massacrati, l’ipotesi alla quale si guarda è l’Inps oppure a delle carte di credito che, come Provincia, vorremmo indirizzare per la formazione e che potrebbero, al limite, essere utilizzate anche per questi aspetti.
Poi ci sarà bisogno di capire chi sono i soggetti destinatari e chi eroga materialmente il contributo”.
“La priorità di oggi è ottenere il dissequestro della Sacci nel tempo più breve possibile”. Lo ha dichiarato ieri il Vicesindaco Marisa Pallanti in un incontro che si è tenuto ieri a San Casciano, territorio coinvolto dalla vicenda, con una delegazione di lavoratori Sacci. All’incontro erano presenti il Sindaco di San Casciano Ornella Signorini, l’Assessore all’Ambiente Massimiliano Pescini ed il vicesindaco e gli assessori di Greve in Chianti Giuseppe Pierini (Sviluppo Economico) e Andrea Salvatori (Ambiente).
Gli amministratori hanno illustrato ai lavoratori i passi intrapresi di comune accordo dalle rispettive amministrazioni per regolare l’attività e le emissioni sonore della cementerai. E hanno ribadito il loro impegno concreto per ottenere il dissequestro dell’impianto sottolineando che la Sacci rimane un patrimonio strategico per il mondo del lavoro chiantigiano. Gli amministratori hanno anche risposto ai danni e alle preoccupazioni delle RSU e dei lavoratori che vedono nei problemi dell’azienda un attacco al loro lavoro, portato da chi ritiene incongrua la presenza del cementificio nel cuore del Chianti.
I Comuni di Greve in Chianti e San Casciano hanno infatti confermato l’obbiettivo di trasformare Testi in un area industriale di eccellenza dove il cementificio, insieme al turbogas e al futuro termovalorizzatore possano dare una forte prospettiva di sviluppo economico ed occupazionale insieme ad una rigorosa difesa dell’ambiente. L’incontro si è concluso con l’impegno di riunire un tavolo tecnico nel quale approfondire e verificare le scelte fatte dalle amministrazioni per la classificazione acustica dell’area di Testi.
“Da qui hanno - dichiarato gli assessori Pierini e Salvadori - dobbiamo partire per ottenere che Sacci lavori intensamente alla mitigazione di tutte le proprie emissioni; solo così la cementerai e i nuovi impianti potranno garantire uno sviluppo stabile e sicuro”.