Chiuso il cementificio Sacci di Testi, nel Comune di Greve in Chianti perché sono stati sforati i limiti delle emissioni acustiche. Sulla conclusione dei fatti, sono stati pesantemente chiamati in causa gli ambientalisti. Il CIRCOLO LEGAMBIENTE DI GREVE IN CHIANTI ha inviato a Nove da Firenze questa nota per cercare di riportare un po' di chiarezza.
Abbiamo scelto queste tre parole per avvicinarci alla vicenda SACCI perché è nostra intenzione farlo in punta di piedi, in segno di massimo rispetto nei confronti di tutti i soggetti coinvolti, in particolar modo: lavoratori del cementificio e abitanti della zona vicina all’impianto.
Siamo costretti a farlo perché chiamati in causa anche se questa vicenda non ci vede in alcun modo protagonisti. Parliamo di diritti perché il lavoro è un diritto, nel nostro stato sancito dalla Costituzione, ma è un diritto anche vivere accanto ad altri nel rispetto reciproco e nell’osservanza delle regole da parte di tutti. Noi, quindi, esprimiamo piena solidarietà agli operai ed ai lavoratori dell’indotto SACCI, ma esprimiamo anche piena solidarietà agli abitanti della zona limitrofa al cementificio.
Dal momento che è intervenuta la Magistratura, siamo di fronte ad un mancato rispetto delle “regole”. L’azienda non ha rispettato le regole, il Sindacato ed i Rappresentanti dei Lavoratori forse non hanno vigilato abbastanza perché ciò non accadesse, gli amministratori competenti lo stesso. Il Consiglio comunale di Greve in Chianti, l’11 Febbraio scorso ha visto tre consiglieri presentare una mozione che chiedeva di rinviare il voto riguardante la Centrale Termoelettrica a Turbogas di Testi, per la mancata osservanza della Delibera n 90 del 18/10/06 che tra l’altro prevedeva un processo partecipativo rivolto ai lavoratori SACCI, le loro rappresentanze sindacali e gli abitanti della zona; la Giunta, il Presidente del Consiglio (impegnati esplicitamente dalla delibera) ed un consigliere (circa un terzo del Consiglio) hanno votato contro questa mozione e grazie alla sterile astensione del gruppo Buongoverno e Sviluppo, questo processo partecipativo è mancato.
Non si ritiene che avrebbe contribuito a creare un clima più sereno attorno alle complesse problematiche del Polo produttivo di Testi? Di sicuro questo fatto molto grave è stato un segnale negativo pesante: chi rappresenta l’Istituzione e non ne rispetta la dignità, tanto da votare per non voler rispettare gli impegni che ha preso, senza avvertire alcun disagio, né tanto meno il dovere morale di rassegnare le proprie dimissioni, difficilmente avrà credibilità ed autorevolezza per richiamare altri al rispetto delle regole.
Certamente, avrà anche problemi a fare chiarezza e ricordare a tutti che le regole si contestano prima di averle violate e non dopo. A nostro modesto avviso, chi ricopre, in questo momento, cariche istituzionali o di rappresentanza, deve evitare di usare parole incaute che possano scatenare fuorvianti ed inutili guerre tra soggetti deboli, protagonisti o meno di questa situazione, dimenticando e coprendo colpevolmente il soggetto forte: l’azienda. Riteniamo che se questo è il percorso indicato o consigliato ai lavoratori SACCI per far fronte alla recessione mondiale ed alla crisi strutturale che investe il settore nel quale lavorano, dovranno presto disilludersi, seguendo questa strada andranno poco lontano.
Ci auguriamo di vedere e sentire esternazioni più sagge e lungimiranti di quelle lette e viste fino ad oggi di importanza e di livello pari alla gravità della situazione alla quale si riferiscono. Invitiamo Istituzioni e Rappresentanti a vario titolo ad evitare di incoraggiare una oscurantista caccia alle streghe ed agli untori, perché in questa vicenda non ci sono né streghe, né untori, ma soltanto soggetti, ben identificabili, che devono assumersi le loro responsabilità in modo pieno e trasparente e prima lo faranno, meglio sarà per tutti.