FIRENZE– Si è celebrata in Toscana, unica regione in Italia ad aver istituito questo speciale omaggio ai cittadini, la terza cerimonia inaugurale dell’Anno civico. Una iniziativa voluta dal Difensore regionale Giorgio Morales anche come tentativo di “promozione di una figura ancora da delineare compiutamente in Italia, magari su modelli ormai consolidati a livello europeo ed extracomunitario”.
La cerimonia per l’anno 2009 si è svolta a Firenze, venerdì 20 febbraio, nella Sala Gonfalone sede del Consiglio regionale (Palazzo Panciatichi, via Cavour 4).
Numerose le personalità presenti tra autorità, esponenti del mondo politico e amministrativo, forze dell’ordine, rappresentanti di comitati e associazioni, difensori civici locali e regionali.
“Considero questo appuntamento – ha detto in apertura il Difensore civico della Toscana – un’occasione ideale di promozione e comunicazione di un lavoro al servizio dei cittadini e della pubblica amministrazione. Se pure non può avere quel carattere di solennità di altre cerimonie, credo sia importante celebrare la tutela non giurisdizionale perché sempre più contigua, e in certi casi preliminare o alternativa, alla giustizia ordinaria”.
Le anticipazioni presentate da Morales nella relazione distribuita a tutti i presenti, se non nella forma che a norma di legge deve essere presentata al Consiglio regionale entro il 31 marzo di ogni anno, tracciano una “Difesa civica toscana all’avanguardia” rispetto al resto del Paese, eppure “ancora debole e poco conosciuta”.
“La nostra è stata la prima regione nel 1974 ad istituire la figura del difensore civico e vanta una copertura territoriale di oltre l’ottanta per cento”. “Nel resto d’Italia – ha continuato - l’istituto è distribuito a macchia di leopardo. Rispetto ai 26 stati membri dell’Unione europea siamo molto indietro se consideriamo che esistono, o è prevista per legge, i difensori civici nazionali”.
Secondo Morales, in attesa di una legge quadro nazionale e di norme regionali che prevedano l'istituzione di un difensore civico centrale e una disciplina compiuta per l'ombudsman locale, “gli uffici comunali, provinciali, di comunità montana lavorano per diffondere la conoscenza di questo importante istituto.
Alla rete della difesa civica, che in Toscana è capillare, deve essere riservata maggiore attenzione da parte delle istituzioni perché le relazioni annuali che ciascun ufficio predispone, contengono materiale ricco di idee, riflessioni e statistiche sulle quali l’azione amministrativa dovrebbe concentrarsi”. Come “attenti osservatori”, i difensori civici rappresentano “quella semplificazione, quella trasparenza, quella diversità di approccio alla pubblica amministrazione, chiesta da più parti”.
“La nostra arretratezza istituzionale – ha continuato Morales - intesa come mancanza di una figura centrale di riferimento, contrasta con la diffusione degli istituti di mediazione e conciliazione che dalla seconda guerra mondiale si è registrata non solo in Europa, ma anche in altri continenti”.
Al livello toscano, invece, i progressi fatti sono notevoli: 61 difensori civici locali, 31 di singoli comuni, 11 di comuni associati, 19 di comunità montane e province. I comuni coperti sono 199 per circa 2.800.000 abitanti, quelli non coperti sono 88 per circa 700.000 abitanti.
Sul fronte pratiche, il 2008 si è chiuso con 2447 istanze trattate, di cui 505 per casi di cittadini danneggiati da emotrasfusioni o vaccinazioni obbligatorie (legge 210/92). “L’andamento è in costante crescita e spalmato su ogni settore di intervento anche se servizi pubblici e sanità sono certamente quelli più importanti”. “È lecito chiedersi – ha concluso Morales dopo la presentazione di dati suddivisi per province – quali risultati otteniamo considerato che non disponiamo di poteri autoritativi e sanzionatori.
Secondo le nostre statistiche, in oltre l’ottanta per cento dei casi il risultato è totalmente o parzialmente favorevole. Nel restante venti per cento, non sussistevano le condizioni giuridiche per ottenere soddisfazione”. Semplificazione e rapporto diretto con gli utenti, sono le chiavi di volta per una democrazia compiuta e una pubblica amministrazione virtuosa. Questo uno dei concetti centrali espressi dal presidente del Consiglio regionale della Toscana Riccardo Nencini alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno civico in Toscana.
Il presidente, sottolineando l’incremento di attività dei difensori regionali e locali ha evidenziato che “l’aumento esponenziale del numero di pratiche trattate, ma anche e soprattutto la ‘voglia’ di rispetto dei diritti fondamentali, ci obbligano a dedicare più risorse, economiche ma anche umane, a questo istituto”. Risorse che Nencini ha definito “durevoli” nel senso che “continueranno negli anni”. “Così come maggiore – ha continuato il presidente - dovrà essere l’impegno da riservare anche all’altro organismo di tutela dei cittadini: il Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni).
Un’authority nata su presupposti e compiti diversi, oggi quasi completamente impostata in attività di conciliazione”. “L’attività svolta dal Difensore civico nel campo dei servizi pubblici primari che incidono nella spesa di ogni famiglia per il 20, 25 per cento circa, disegna una Toscana bisognosa di tutela. Allo stesso tempo, mette in evidenza il decadere di quella forma di sottomissione dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione”. C’è, in definitiva, più consapevolezza dei propri diritti.
Da qui il merito riconosciuto a Morales e a tutta la rete della difesa civica locale: l’affermazione di un “criterio di oggettività che porta ad affrontare i problemi come soggetto terzo e super partes”, come è nella natura dell’istituto. Alla cerimonia di inaugurazione sono intervenuti anche Angelo Zubbani, sindaco del comune di Carrara, Federica Bartolini difensore civico della provincia di Arezzo. (f.cio)