Dall’autrice dei Redenti un capitolo poco noto e poco nobile nella storia dell’antifascismo: la soppressione del dissenso all’interno della famiglia antifascista, voluto e imposto dal PCI fra il 1946 e il 1948. Tra rimozioni e delitti, la storia delle vicissitudini della sinistra liberale, del bavaglio che i compagni con la falce e martello le imposero nel biennio 1946-48. La storia eroica e libera di giornali come Risorgimento liberale, Il Mondo e di uomini come Luigi Einaudi, Gaetano Salvemini, Mario Pannunzio, Mario Ferrara, Ernesto Rossi.
A partire dal 1946 e fino al 1948 e oltre, sulle piazze e nelle strade italiane si verificarono scontri armati e delitti politici a ripetizione: le vittime non erano solo gli ex fascisti ma in molti casi esponenti del fronte antifascista. Ardevano roghi che ricordavano quelli fascisti e nazisti con i giornali gettati alle fiamme: tra questi un piccolo quotidiano, Risorgimento Liberale, espressione dei liberal di sinistra. La testata era diretta da Mario Pannunzio, futuro fondatore del partito radicale e creatore di lì a poco de Il Mondo.
Il Davide della carta stampata sfidava il Golia di sinistra, rilevando fatti e misfatti dei compagni con falce e martello, intenzionati a far tabula rasa di ogni dissenso all’interno alla famiglia antifascista.
I profeti disarmati segue il filo rosso di questa lotta fratricida nella casa comune dell’antifascismo. Prende le mosse dalla guerra di Spagna e dal massacro dei "fratelli" anarchici per arrivare al nostro dopoguerra. Nella feroce polemica tra comunisti e liberal spiccano tra questi ultimi le figure di Pannunzio, Luigi Einaudi, Mario Ferrara e altri.
Successivamente, sulle colonne del Mondo, si aggiunsero Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini che accusarono tra l’altro gli uomini del Pci di essere "profeti armati". Tra i tanti scheletri negli armadi uno in particolare riguarda il "caso" Audisio, ovvero il passato oscuro dell’esecutore della sentenza di morte nei confronti di Mussolini, di cui nel dopoguerra si cercarono di cancellare (con successo) le compromissioni con il regime fascista.
Mirella Serri è docente di Letteratura e giornalismo presso l’Università La Sapienza di Roma.
Ha dedicato numerosi saggi ai maggiori scrittori contemporanei. Ha pubblicato Carlo Dossi e il racconto; Storie di spie. Saggi sul Novecento in letteratura; ha partecipato al volume collettivo Novecento delle italiane; Amorosi assassinii. Storie di violenze sulle donne. Ha curato il Doppio diario. 1936-1943 di Giaime Pintor. I suoi ultimi libri: Il breve viaggio. Giaime Pintor nella Weimar nazista (premio Capalbio e premio Salvatore Valitutti) e, pubblicato da Corbaccio I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte.
1938-1948, (premio letterario internazionale Isola d’Elba-Raffaello Brignetti, premio Alessandro Tassoni, premio Vladimir Nabokov). Ha realizzato trasmissioni culturali per la Tv . Collabora a l’Espresso, La Stampa, Tuttolibri, Corriere della Sera - Magazine.