Primo Novecento. A Parigi, un boulevard è quanto mai affollato nell'ora dell'uscita dagli uffici. Decine di persone si stringono al centro del viale, aspettando l'arrivo di un mezzo pubblico. Altre attraversano la strada, passando in mezzo a una fila di automobili e carrozze. Nella piazza del mercato di Stoccolma, in molti sono fermi col capo chino ad ammirare le merci nelle casse poggiate a terra, mentre a Helsinki i venditori sono in barca, e gli avventori si sporgono da una scalinata di granito che digrada nell'acqua del mar Baltico.
A Berlino, fuori dagli orari di lavoro, due coppie chiacchierano al tavolo di una grande birreria all'aperto mentre, da qualche parte in Bretagna, i clienti di un bistrot sono impegnati in una partita a carte.
Sono momenti lontani, che possiamo rivivere in qualunque momento: è il potere dei pionieri della fotografia e delle loro macchine, il potere di isolare un istante e sospenderlo nel tempo. Basta sfogliare le pagine di una raccolta come Aura d'Europa. Attraverso la fotografia fra Ottocento e Novecento (Mauro Pagliai Editore, pp.
304, euro 44), in uscita a marzo, per ritrovare luoghi del passato che, catturati insieme all'attività umana che li circonda, sembrano mostrare la propria anima. È un viaggio nell'identità europea, dove ogni tappa è uno scorcio della vita quotidiana dei nostri avi. Le foto, quasi 300, del volume ci mostrano gli abitanti delle più grandi città d'Europa che passeggiano, si incontrano, lavorano, scherzano o giocano sullo sfondo di scenari che oggi sono spesso mutati, anche in modo radicale, come del resto gli usi e costumi dell'epoca.
Se è vero che per descrivere, anche solo riassumere, i caratteri distintivi della società a cavallo fra '800 e '900, non basterebbero migliaia di fotografie, questa raccolta ne offre tuttavia una serie caleidoscopica significativa, sia per i soggetti sia per il livello di qualità formale. Quanto basta, insomma, per un breve percorso alla scoperta di valori antichi, fatto di scene rese uniche dall'interpretazione dei fotografi.
Quarto della fortunata collana sull'Otto e Novecento «Attraverso la fotografia» che, partendo dai paesaggi pisani di Van Lint, si è progressivamente allargata a quelli toscani e poi italiani, il libro è curato dal professor Giovanni Fanelli, uno dei massimi esperti in materia, ordinario di Storia dell'Architettura all'università di Firenze, e dalla ricercatrice Barbara Mazza, già curatrice di prestigiose mostre fotografiche.
(Gherardo Del Lungo)