Firenze, 31 gennaio 2009- Niente soldi per le aziende agricole in caso di calamità naturali, contro i 17 milioni di euro nel 2008 di risarcimento per oltre 7 mila aziende. L’azzeramento del fondo di solidarietà da parte del Governo, allarma, e non poco, gli agricoltori toscani, che già nelle prime settimane dell’anno hanno subito danni da maltempo. La Cia Toscana denuncia la grave situazione che si prospetta per il 2009 per le aziende agricole: il fondo di solidarietà garantiva, infatti, la parziale copertura delle polizze assicurative contro i rischi di calamità.
La Cia rileva come il passaggio al sistema assicurativo abbia consentito alle imprese assicurate una copertura del rischio fino al 70-80% (a fronte di risarcimenti che nelle ultime calamità raggiungevano mediamente il 6,5%). Contemporaneamente il risparmio per le casse dello stato nel quinquennio è stato pari ad oltre 1 miliardo di euro. Nel 2008 in Toscana, in conseguenza delle assicurazioni sottoscritte tramite il Consorzio Difesa Produzioni Agricole Toscano (CoDiPrA), sono stati risarciti danni alle colture agricole per circa 17 milioni di euro.
In assenza dello strumento assicurativo agevolato, al quale hanno fatto ricorso oltre 7mila aziende della regione, lo scenario sarebbe stato catastrofico. La Cia Toscana ribadisce quindi il proprio giudizio fortemente critico sul taglio dei fondi operato dal Governo Berlusconi; e chiede alla Regione Toscana, di adoperarsi presso il Ministero delle Politiche Agricole e nella conferenza Stato-Regioni affinché vengano ripristinati i fondi statali dello specifico settore.
Un danno diretto per le aziende agricole e le loro forme associate di almeno 36 milioni di euro, conseguenti ad una contrazione produttiva del 70% per il grano duro (-65,5% le superfici seminate), e del 60% per il grano tenero (-63% le superfici seminate).
Sotto il profilo economico si tratta di una vera e propria mazzata, che per le cooperative di servizio e le Organizzazioni produttive minaccia di comportare anche la perdita di 120 posti di lavoro, in conseguenza di una riduzione del 70% dei volumi di prodotto conferiti nelle strutture consortili di stoccaggio.
A fare il calcolo di quel che i cerealicoltori toscani perderanno con la campagna 2009, che partirà il prossimo giugno, è Toscana Cereali - Organizzazione dei produttori nata nel 1990 che rappresenta 4.320 aziende agricole (di cui 4.120 associate a 21 cooperative), con una produzione media annua di circa 200.000 tonnellate di cereali – che chiede «un intervento straordinario economico e finanziario di Governo e Regione per far fronte all’emergenza».
«Questa stima – sottolinea il presidente Adio Assunto Marretti, titolare di un’azienda agricola a Manciano – è probabilmente prudente e purtroppo è riferita solo a due tipologie di cereali, come il frumento duro e quello tenero.
È davvero il caso di dire che piove sul bagnato – aggiunge Marretti – perché dopo i dimezzamento dei prezzi di mercato del frumento, le piogge continue degli ultimi due mesi hanno impedito praticamente di seminare, e là dove si è riusciti a seminare si riscontra una riduzione della germinabilità e una ridotta emergenza delle piantine, con la previsione di un ridotto accestimento e conseguente diminuzione delle rese produttive».
Complessivamente, secondo le stime di Toscana Cereali, le aziende cerealicole della nostra regione subiranno una perdita lorda di valore riconducibile ai mancati raccolti di 72 milioni di euro (10 milioni per il frumento tenero e 62,5 per il duro).
Al netto dei costi di produzione, quantificati in 46 milioni di euro, si arriva ad una perdita secca di 26,5 Milioni di Euro.
«Come è noto – aggiunge il direttore Luciano Rossi - in Toscana due terzi delle produzioni di frumento vengono stoccate presso magazzini e silos delle Cooperative di servizi. La perdita di raccolto per l’annata in corso è stimabile in circa 250.000 tonnellate di frumento, e produrrà mancati introiti per servizi di stoccaggio pari a circa 4,2 milioni di euro. La mancata commercializzazione del prodotto farà perdere almeno altri 3,5 milioni di euro, cui si aggiungeranno giacenze di magazzino di seme e fertilizzanti, maggiori costi per interessi per 1,3 milioni, con un altro milione di euro per mancati introiti sulla loro vendita».
Sommando i 26 milioni di perdite dirette delle aziende agricole ai 10 del sistema cooperativo e associativo, a conclusione della campagna cerealicola 2008-2009, in Toscana - solo per quel che concerne il frumento - si arriverà ad una diminuzione dei volumi economici di almeno 36 milioni di euro.
«É evidente – conclude Rossi – che ad una situazione straordinaria, non si può che dare una risposta straordinaria. Per questo motivo Toscana Cereali chiede a Governo e Regione, la quale ha già fissato un tavolo di confronto per martedì 3 febbraio, un intervento immediato di natura economica e finanziaria (le cui misure vanno dettagliate in breve tempo) che vada ben oltre la dichiarazione dello “stato di calamità”, e che sia in grado di arginare la crisi, consentendo al settore cerealicolo di sopravvivere e superare questo delicatissimo momento».