Firenze- Vietato aprire ristoranti etnici a Lucca. Il nuovo regolamento comunale per bar locali e ristoranti - licenziato in consiglio comunale di Lucca giovedì e che, nel centro storico del capoluogo, prevede “al fine di salvaguardare la tradizione culinaria e la tipicità architettonica, strutturale, culturale, storica e di arredo non è ammessa l'attivazione di esercizi di somministrazione la cui attività svolta sia riconducibile ad etnie diverse”.
«Un conto è la difesa della qualità, altro le discriminazioni.
Le nostre politiche sono tese a difendere la tipicità dei prodotti e la qualità della ristorazione, a partire dai centri storici delle città. Questo vale naturalmente anche per gli esercizi toscani. Il testo unico regionale sul commercio che abbiamo approvato o progetti come quelli della “Filiera corta” vanno in questa direzione. Certo cosa ben diversa sarebbe se un' amministrazione, attraverso la difesa della qualità e delle tipicità, introducesse forme occulte di 'razzismo gastronomico o culinario'».
Dalla Polonia, dove si trova assieme agli ottocento ragazzi toscani in visita ai campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, l'assessore al commercio della Toscana Paolo Cocchi, in attesa di leggere il testo, interviene così nel dibattito che si è aperto oggi, dopo l'approvazione d el regolamento comunale per bar, locali e ristoranti licenziato dal Consiglio comunale di Lucca. Di fatto nel centro storico di Lucca, nei nuovi locali che apriranno - comprese pizzerie e fast food - si potrà mangiare d'ora in poi solo italiano: anzi preferibilmente lucchese, visto che lo stesso regolamento prevede anche che nei menu debba essere presente almeno un piatto tipico lucchese.