Firenze, 26 gennaio 2009– Gli scontri che si sono verificati questa mattina a Massa tra forze dell’ordine e un centinaio di extracomunitari richiedenti asilo politico, eritrei e somali ospiti dall'estate scorsa di una struttura della Croce. Fanno parte delle 104 persone arrivate in agosto a Marina di Massa da Lampedusa visto che il centro dell'isola era sovraffollato. Quella di Massa e’ stata solo una “manifestazione non autorizzata”: questo il giudizio del ministro dell’Intero Roberto Maroni.
"La protesta dei richiedenti asilo Somali ed Eritrei in atto in queste ore a Massa -commenta Ornella De Zordo di Unaltracittà/Unaltormondo- mostra ancora una volta come le istituzioni italiane siano culturalmente e politicamente inadeguate ad affrontare temi come i diritti umani e la dignità della persona.
Chi fugge da una guerra, e la Somalia e l'Eritrea sono due paesi considerati ad alto rischio dallo stesso Ministero degli Esteri italiano, non può essere considerato come un delinquente e recluso per mesi in strutture fatiscenti, sovraffollate, che più volte gli organismi internazionali hanno bollato come disumane. Unaltracittà esprime quindi piena solidarietà alla protesta delle persone che a Massa come a Lampedusa chiedono semplicemente il rispetto dei loro diritti. Una nazione civile avrebbe predisposto misure e pratiche di accoglienza vera, di cura e sostegno in un momento difficile della vita di chiunque, quale può essere quello in cui si ritrova una persona che fugge da una guerra".
"Gli allarmi di questi giorni mettono a nudo le carenze di progettualità da parte del Governo in tema di sicurezza -commenta Pierluciano Mennonna, Segretario Provinciale Silp CGIL- I poliziotti di Firenze, dell’VIII Reparto Mobile, vengono presi e spostati a Lampedusa, per periodi di incerta durata, a tamponare una condizione d’emergenza che oramai non ha nulla di emergenziale, poiché la situazione è esplosiva da tempo, scaricando sui lavoratori e sulle loro famiglie il peso di una programmazione inesistente.
Il Governo parla invece di aumentare la presenza dei militari, probabilmente anche in città come Firenze, con costi per il bilancio statale su attività per le quali i lavoratori della Difesa non hanno né formazione né percorso professionale. Per tale motivo il SILP di Firenze ritiene debba essere affermata con forza la tutela del lavoro di polizia, con operatori della sicurezza formati e dotati di mezzi all’altezza. Mentre non condivide la politica dell’emergenza, dei rimedi pasticciati, delle presenze dell’esercito a pattugliare le città, tutti elementi che vanno verso un ridimensionamento strategico nell’uso delle forze di polizia, anche alla luce di tagli alla sicurezza mai fatti nell’Italia repubblicana".