Slitta di due giorni, dal 14 al 16 gennaio, l'atteso ritorno dello spettacolo L'ULTIMO HAREM di Angelo Savelli. In questo quinto anno di riprese, al fianco della straordinaria Serra Ylmaz (foto allegata) e Riccardo Naldini, ci sarà la bella e brava attrice e danzatrice toscana Giulia Innocenti che ha lavorato con Cobelli, Pizzech, Santagata, Van Hoecke la quale sostituisce momentaneamente l'affascinante Valentina Chico. Gli spettatori che hanno acquistato in prevendita i biglietti per le due recite annullate, sono invitati a presentarsi ai rispettivi punti vendita entro e non oltre sabato 17 gennaio per il rimborso o sostituzione con altre recite.
Siamo dunque alla 5a stagione teatrale, 73 le recite al Teatro di Rifredi per 9.078 presenze: L'Ultimo Harem è diventato un appuntamento cult per il pubblico fiorentino.
Siamo ad Istanbul, nel 1909, alla vigilia della definitiva chiusura degli harem: una seducente favorita circassa attende, insieme all'anziana guardiana ed al capo degli eunuchi imperiali, l'incerta visita del sultano, ingannando l'attesa con il racconto di storie fantastiche.
Quasi cent'anni dopo, una casalinga dimessa e la sua spumeggiante amica sognano improbabili fighe dalla prigione del loro indecifrabile malessere quotidiano.
Partendo da una bellissima novella de “Le mille e una notte” (La storia dell’orafo Hasan e della donna con le ali) e dai ritratti e dalle testimonianze antiche e recenti di alcune "favorite" dell’harem, lo spettacolo si apre poi sulla contemporaneità grazie agli spunti critici provenienti dai fondamentali libri della professoressa turca Aise Saracgil, della nota scrittrice marocchina Fatema Mernissi e dai racconti surreali e grotteschi di una delle più interessanti scrittrici della letteratura turca contemporanea: Nazli Eray.
L'ultimo harem è uno spettacolo creato da Angelo Savelli intorno alla personalità della brava e estroversa attrice turca Serra Yilmaz, figura carismatica dei film di Ferzan Ozpetek, lo spettacolo racconta la fuga impossibile di una donna dalla sua prigione interiore, tra il fastoso passato ottomano e un presente pieno di contraddizioni.