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Consorzi di bonifica: entro 4 mesi una riforma complessiva di tutto il settore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 dicembre 2008 14:11

Firenze, 30 dicembre 2008– Niente gettoni di presenza e stipendi ma solo rimborsi spese per vicepresidenti, consiglieri e deputati nel Consorzi di bonifica e tetto massimo per l’indennità di funzione del presidente, equiparata al massimo a quella del sindaco di un comune fino a 10.000 abitanti, a partire dal primo gennaio 2009. E’ quanto prevede la nuova legge sui Consorzi approvata a maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana, con 34 voti a favore e 13 contrari. Il testo è stato emendato, abbassando il tetto massimo dell’indennità del presidente con il riferimento ai comuni di 10.000 abitanti e non di 30.000 com’era nella formulazione originaria, e specificando che se l’indennità è inferiore a tale limite, non va modificata.

Insieme alla legge, il Consiglio ha approvato sempre a maggioranza un ordine del giorno che impegna la Giunta regionale a presentare entro 4 mesi una proposta di modifica organica di tutto il settore, dando attuazione alle disposizioni nazionali sul numero dei componenti degli organi consortili e rispettando una serie di criteri. Tra questi, la revisione del numero dei comprensori e un sistema elettorale che favorisca la partecipazione convocando tutte le elezioni in un unico giorno, in concomitanza con le tornate elettorali istituzionali.
E’ stato il presidente della commissione Agricoltura, Aldo Manetti (Prc), ad intervenire per primo, ricordando di aver già svolto l’illustrazione in precedenza e specificando: “L’esigenza primaria in questo momento è quella di rispettare la legge finanziaria del 2008, che ci chiede alcune modifiche urgenti.

L’ordine del giorno collegato entra nel merito disegnando i criteri per una riforma complessiva”.
“Dopo sei mesi di discussione, la montagna ha partorito un topolino”. Questo il giudizio di Luca Titoni (Udc). “Rispetto alle evidenti esigenze di riforma, dopo la presentazione e il ritiro di una proposta di legge della Giunta – ha spiegato Titoni - ora viene portata al voto una legge che consta di tre soli articoli, e che solo per rispondere alla finanziaria taglia così, tanto per tagliare.

Ma sono solo palliativi, quello che serve è una verifica che entri nel merito delle cose e un riordino effettivo. Serve una legge di riassetto più seria”. Simile l’opinione di Andrea Agresti (An-PdL): «La questione nasce da una pasticcio che a tutt’oggi non è ancora stato chiarito, dato che non si comprende cosa propone il nuovo testo relativo ai consorzi di bonifica. Eravamo pronti a discutere la proposta di legge presentata dalla Giunta e quella presentata dalla Pdl perché ritenevamo fosse doveroso dare la giusta attenzione ai consorzi di bonifica.

E’ stato perso tempo e siamo arrivati all’ultimo giorno utile per discutere la legge in rispetto della finanziaria 2008. Non nascondo che mi sembra di intravedere qualcosa che no va nella maggioranza. Se viene cambiata una proposta di legge ben articolata, inserendo due articoli strani, scritti male dove si parla di riduzione dei compensi, ma in maniera molto approssimativa. Da un lato, infatti, si vanno a ridurre gli stipendi attraverso una minora indennità di quei presidenti che percepivano somme elevate, per poi andare ad innalzare quelli di altri presidenti che guadagnavano meno e che adesso sono portati al pari degli altri.

Non è così che si riducono le spese e, allora, è evidente che ci sia qualcosa che non funziona. Avete voluto politicizzare i consorzi di bonifica, ma questi nascono con altri scopi. Si tratta di enti che erano privati e che avete fatto diventare pubblici. Si gestivano da soli tramite i soci e adesso è la politica che li gestisce attraverso la Provincia e l’assessore competente. Non siamo contrari ai consorzi di bonifica così come alle Province, ma qualcosa va rivisto. Per questo dico che sarebbe stato importante discutere in maniera approfondita sui consorzi e c’era tutto il tempo per farlo.

Mi auguro in una presa di posizione da parte del Presidente Martini, in modo tale che maggioranza e opposizione possano discutere serenamente in modo da trovare una soluzione convincente e che abbia una sua utilità. Ritengo si fondamentale riportare i consorzi di bonifica alle loro origini, magari dandogli anche altri compiti coinvolgendoli di più in termini di competenze di autorità di bacino. A questo punto è opportuno chiarire bene i termini di questa proposta di legge e se ci sono problemi nella maggioranza».
E’ partito dal riconoscimento di “un percorso istituzionale che avrebbe potuto essere più lineare” Erasmo D’Angelis (Pd), presidente della commissione Territorio e ambiente, che ha chiesto però all’opposizione di tener conto anche di alcune “attenuanti”, come il ritardo complessivo della macchina dello Stato e una serie di “stop and go”, per cui solo un mese e mezzo fa è stata approvata la definizione dei criteri per il riordino dei Consorzi in sede di Conferenza Stato-Regioni.

“Questa legge introduce subito alcune modifiche che andavano portate per obbligo di legge, ma va letta insieme all’ordine del giorno collegato – ha sottolineato D’Angelis – L’esigenza di presidio, tutela e difesa del suolo è un bisogno reale che richiede un lavoro serio e approfondito”.
“Questa leggina non è che il tentativo di salvare in calcio d’angolo una mischia in area. Ma in realtà rappresenta uno dei fallimenti più eclatanti del governo regionale”. Queste le parole di Marco Carraresi, capogruppo dell’Udc, che ha spiegato: “Le buone intenzioni c’erano, c’erano anche ordini del giorno e atti cogenti, ma non è con leggine di questo tipo che si risolvono i problemi”.

Per il consigliere infatti quella dei Consorzi è “una situazione molto grave che la Regione Toscana ha cercato in questi anni di dissimulare, senza mai esercitare un’azione efficace di controllo sul loro operato”; la gravità della situazione emerge in particolare per “l’assenza di un evidente rapporto fra l’importo della tassa di bonifica e il beneficio scaturito”, ciò che dovrebbe costituire la base della legittimità del contributo richiesto: un argomento che questa legge non tocca.
Durante il dibattito è intervenuto anche il presidente della Regione, Claudio Martini, da un lato per smentire l’esistenza di conflitti all’interno della maggioranza, dall’altro per proporre di intervenire sul testo eliminando le ambiguità sull’indennità dei presidenti.

“C’è effettivamente il bisogno di mettersi a lavorare per una ridefinizione organica del settore – ha detto Martini – Avevamo proposto un testo, è iniziato un dibattito, non abbiamo fatto in tempo a concluderlo. Ma adesso ci diamo 4 mesi di tempo per ridefinire le cose – ha aggiunto - e vorrei che questa fosse l’occasione per il coinvolgimento di tutto il Consiglio regionale nell’elaborazione della riforma”. Nel merito dell’articolato, Martini ha proposto di trovare una nuova formulazione del passaggio sull’indennità dei presidenti, per “eliminare il rischio degli aumenti”, proposta poi accolta con l’emendamento approvato.
“Un vero e proprio pasticcio quello fatto dalla Giunta e dalla maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale in merito al riordino della normativa sui consorzi di bonifica.” Questo è in sintesi, il commento di Maurizio Dinelli e Piero Pizzi, Consiglieri regionali di Forza Italia verso il Popolo della Libertà, sul dibattito in Aula.

“E’ stata persa l’ennesima occasione – spiegano Dinelli e Pizzi - rappresentata dalla necessità per la Regione Toscana di recepire in tempo utile le direttive previste dalla finanziaria 2008 in merito alla riduzione dei costi dei consorzi di bonifica, per riordinare un sistema che lascia ancora irrisolti molti problemi; sia sul piano dell’efficacia della tutela dell’assetto idrogeologico, sia sotto l’aspetto contributivo.
Da parte nostra - dichiarano i consiglieri regionali di Forza Itlaia-PdL - avevamo cercato di sfruttare la necessità di revisionare la LR 34/94 per porre fine almeno all’annoso contenzioso in merito alla tassa consortile, prevedendo, con specifici emendamenti, il pagamento di questo “balzello” solo e soltanto da parte dei proprietari di immobili e terreni che ricevono un beneficio diretto dall’opera realizzata dai consorzi.

Ma anche questa nostra proposta, supportata dalle sentenze della Corte di Cassazione e dalla Suprema Corte Costituzionale, è stata respinta.
Oggi, abbiamo assistito ad una imbarazzante discussione sui consorzi di bonifica tutta incentrata sulla mancanza di una visione univoca da parte dell’attuale maggioranza di centrosinistra che ha ritrovato la propria unità decidendo di rinviare la discussione ad anno nuovo. Una occasione persa per porre fine, da un lato, ad una discussione che da anni viene rinviata senza una decisione conclusiva, e dall’altro, ad una assenza di strategia volta a garantire con efficienza, economicità ed efficacia il servizio per garantire lo sviluppo e la valorizzazione delle produzioni agricole, la difesa del suolo, la regimazione delle acque, la tutela dell’ambiente e delle sue risorse naturali.

Non ci rimane che riportare in Consiglio regionale - concludono Maurizio Dinelli e Piero Pizzi - la nostra proposta di legge, che prevede l’abolizione della tassa per i Consorzi e l’affidamento alla Regione del compito di provvedere a finanziare le Province a cui verranno attribuite tutte le funzioni oggi delegate ai Consorzi.”
“Un dissenso sostanziale” su una proposta di legge che “non affronta il problema sino in fondo”. Con queste premesse è intervenuto il consigliere azzurro Piero Pizzi che ha individuato i punti di debolezza dell’articolato approvato dalla maggioranza.

Tra questi il “non funzionamento”, una “mancata trasparenza” che Pizzi ha specificato “non essere un’accusa” agli amministratori “che hanno semplicemente svolto il loro compito”. Il consigliere ha quindi dichiarato che la legge approvata “non elimina inutili carrozzoni mangia soldi”.
Per il vicepresidente di Af Virgilio Luvisotti, la bonifica è di fatto una “tassa ambientale”. “Prendendo per buone” le dichiarazioni rese dal presidente della Regione, Claudio Martini, Luvisotti ha ricordato una “evidente contraddizione” già portata all’attenzione dell’Aula: “Il Comune che usa un condotto deve pagare una certa aliquota che recupera attraverso la bolletta dell'acqua”.

Da qui il paradosso: “La tassa non colpisce più solo il proprietario dell'immobile che riceve il beneficio, ma addirittura l'inquilino che abita l'immobile”. “Occorre usare cautela e fare distinzione perché dire che in Toscana non ci sono esperienze positive è falso”. Così il vicepresidente del gruppo Ps Giancarlo Tei secondo il quale la proposta offre risposte a questioni precise quali la “riduzione dei costi di gestione e degli organi di governo” e la “riorganizzazione territoriale”.

Secondo Tei, usare “metodo, cautela e conoscenza, è lavorare nel rispetto dei cittadini” e la proposta di legge “consente di rispettare il dettato della Finanziaria”.
“In Toscana siano arrivati all’eccesso che tutti devono pagare, anche se taluni abitano su montagne desertiche”. Così il consigliere azzurro Maurizio Dinelli che ha polemizzato anche sui due emendamenti presentati (l’uno a firma Tognocchi ed altri, l’altro Tei) definendoli “identici”. “È lampante la difficoltà interna alla maggioranza che pur dopo un anno di lavoro presenta una proposta pasticciata che non risolve nulla.

Alla fine la montagna partorirà il classico topolino”.
“I due emendamenti sono complementari e non identici”, ha ribattuto Pier Paolo Tognocchi (Pd), che ha ribadito come “non vi sia alcun attrito tra i vari gruppi della maggioranza”. Piuttosto, secondo Tognocchi si sta procedendo ad un “adeguamento così come stabilito dalla conferenza Stato-Regioni”.
Nel dibattito è intervenuto anche l’assessore regionale alla Difesa del suolo, Marco Betti: “L’attività dei consorzi è insostituibile”.

E riferendosi alla bonifica, Betti ha dichiarato che “deve essere intesa in un’accezione ben più ampia di chi pensa che sia ad esclusivo vantaggio di pochi”.
Molti gli interventi in sede di dichiarazione di voto. Andrea Agresti (An-Pdl) ha evidenziato che gli emendamenti presentati dalla maggioranza “prevedono solo tagli”. Per Marco Carraresi (Udc) invece, anche se “migliorativi, non produrranno alcuna diminuzione nei compensi”. Secondo Alberto Magnolfi (Fi-Pdl) la seduta di fine anno “non verrà certo ricordata per qualità legislativa e di atti prodotti”.

Per Giuseppe Del Carlo l’intervento dell’assessore Betti “è la dimostrazione dell’assoluto ritardo della Giunta in materia”. Per Fabio Roggiolani (Verdi) la “legge è di fondamentale importanza”.

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