Incidente di caccia nel pisano: muore veterinario 51enne

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 dicembre 2008 14:09
Incidente di caccia nel pisano: muore veterinario 51enne

Firenze, 29 – 12 - 2008- Lo hanno trovato morto nel bosco, ucciso da una rosa di pallini che è stata sparata da un fucile da caccia e lo ha raggiunto al costato. La prima ipotesi fatta dagli investigatori è che Paolo Tambini, 51 anni di Capannoli in provincia di Pisa, docente di agraria a Firenze e uno dei massimi esperti di veterinaria, sia stato colpito accidentalmente.
“Anticipare la chiusura della stagione venatoria per evitare nuove vittime. E avviare per la prossima stagione una rigorosa attività formativa con il coinvolgimento diretto delle associazioni.

Sono le due strade obbligate per il mondo venatorio della nostra Regione. Anche per il rispetto delle ultime 4 vittime di un’impressionante escalation che interroga tutti noi”. Questa la proposta del Presidente della Commissione Territorio e Ambiente del Consiglio Regionale, Erasmo D’Angelis (Pd), all’indomani dell’ennesima vittima, il professor Paolo Tambini, docente di agraria a Firenze, uno dei massimi esperti di veterinaria ucciso da una fucilata nei boschi intorno a Pisa. “L’ultima tragica morte per caccia in Toscana impone a tutti una pausa e una riflessione, e prima di tutto alle associazioni venatorie – spiega D’Angelis - visto che la caccia non può essere sospesa se non dal sindaco e dal prefetto per gravi motivi di ordine pubblico e di sicurezza, mi appello alle associazioni venatorie toscane – tra le pochissime realtà italiane che negli anni hanno saputo dimostrare la propria maturità regolamentando insieme alla Regione e alle associazioni ambientaliste l’attività venatoria - perché impongano immediatamente ai propri associati la chiusura anticipata della caccia (prevista per il 31 gennaio) al fine di evitare ulteriori drammi e tragedie come quelle accadute negli ultimi giorni.

Quattro morti nella sola settimana di Natale nella nostra regione, a fronte di una ‘popolazione’ di cacciatori in netta flessione (-15,3% dal 1998 al 2004, dove i cacciatori toscani registrati erano circa 110mila), indicano il superamento del livello di guardia. Occorre dare un segnale di responsabilità, senza polemiche né demagogie, e fermarsi per assicurare in Toscana un’attività venatoria sicura, sia per chi la pratica sia per chi ama frequentare le nostre aree boschive”. “C’è bisogno – continua D’Angelis - di intervenire affinché il modello venatorio toscano non venga stravolto.

Bisogna evitare che chiunque possa imbracciare un fucile pensando di sparare a vista ed evitando persino di soccorrere le vittime, come sta accadendo troppo spesso e come accade in particolare tra le ultime generazioni di cacciatori. C’è urgenza di una rigorosa formazione per arginare questa deregulation dell’attività venatoria e per garantire sicurezza sia per chi pratica la caccia sia per chi ha il sacrosanto diritto di vivere il bosco e la campagna in piena tranquillità. Bisogna condizionare il rilascio del tesserino venatorio, in sede di rinnovo annuale, alla frequenza obbligatoria di un’attività di formazione e aggiornamento gestita dalla Regione in collaborazione con l’associazionismo venatorio.

Un ritorno a scuola per imparare regole basilari di sicurezza e prevenzione dei rischi e anche per accertare lo stato di salute dei cacciatori. Troppo spesso – conclude D’Angelis - le cause degli incidenti, anche mortali, di caccia sono infatti da individuarsi in incredibili disattenzioni, mancanza di rispetto di regole, scarse precauzioni, lacune che una buona attività formativa potrebbe in parte colmare”.
“L’ultimo incidente mortale, l’ennesimo di una lunga serie, dimostra ancora una volta quanto la pratica della caccia sia un’attività pericolosa per l’uomo, e inutilmente crudele verso gli animali.” Commentano i Verdi Toscani per bocca del Portavoce Regionale Mauro Romanelli: “La caccia serve solo alla lobby delle armi, ad attingere alla ricca mammella dei finanziamenti pubblici considerandola ufficialmente uno sport, e a commettere abusi altrimenti impensabili, come entrare nelle proprietà private, o sparare alla cieca ad un cespuglio che si muove, salvo poi piangere sul latte (o meglio, sangue) versato, se poi per caso quel cespuglio si muoveva a causa di qualche altro cacciatore, o magari di qualche passante innocente che intendeva godersi pacificamente i boschi e le campagne” “E nemmeno sono più sostenibili le argomentazioni rispetto alla necessità di limitare popolazioni dannose per i boschi e per l’agricoltura: tutto questo, oggi può essere fatto benissimo con catture e sterilizzazioni, e comunque dai corpi forestali deputati” “Siamo coscienti di essere ancora purtroppo isolati rispetto a tutte le altre forze politiche nel combattere questa battaglia di civiltà – concludono i Verdi della Toscana – ma siamo anche convinti che col tempo questa attività sia destinata a divenire obsoleta: noi continuiamo a batterci per questo obiettivo finale, mentre nell’immediato ci faremo carico di proposte comunque in grado di aumentare fortemente i controlli e i vincoli sull’attività venatoria, e di sanzionare duramente ogni comportamento pericoloso e irresponsabile”.
Per questi obiettivi, manifestazione pubblica domani (alle 12,30) davanti al Consiglio Regionale.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza